Cari scomparsi - foto

DESY RUZZIER in FONTANIVE – foto La sera del 29 marzo a.c. improvvisamente ha cessato di battare all'età di 86 anni il cuore nobile e generoso di mia moglie Desy Ruzzier, compagna impareggiabile della mia vita per ben sessantasei lunghi quanto felici anni. Uniti in matrimonio il 9 febbraio del lontano 1925 (io avevo allora 23 anni e lei 19), ci eravamo conosciuti gia una diecina di anni prima in casa di mia cugina Silvia Clai, sua compagna di classe nel Liceo femminile di Pola, con la quale andava a svolgere i compiti e a ripassare le lezioni. Gia nei primi giorni della nostra conoscenza avemmo la precisa sensazione di essere fatti l'uno per l'altra e che il nostro destino era gia segnato net gran Libro della vita. La nostra esistenza trascorreva serena e Felice ed i nostri tre figli (un maschio e due femmine delle quali una mori a soli due anni in seguito alle conseguenze di una terribile tosse canina) furono dalla madre educati all'amore della vita e al rispetto per il prossimo. La mia compagna Fu quindi una moglie e madre esemplare sotto tutti gli aspetti. Lasciata definitivamente Pola nel gennaio del 1947 in seguito alla criminale cessione delle nostre terre al-la Jugoslavia, le cose cambiarono a poco a poco per il dolore causato dalla lontananza dal proprio Focolare domestico, dai propri morti ed alla dispersione in ogni parte del mondo di parenti, amici ed altri affetti familiari. A Merano, ultima e definitiva residenza scelta per trascorrervi il recto della nostra vita, incominciarono i guai. Nel 1986 mia moglie venne dichiarata invalida totale (100%) in seguito ad ictus cerebrale conseguente alla completa ostruzione di una carotide. Dopo qualche anno venne colpita da due successivi infarti miocardici che ne peggiorarono notevolmente le condizioni fisiche gia seriamente compromesse tanto da renderle impossibile la deambulazione senza l'aiuto e l'assistenza esterna. Solo grazie alla sua forte fibra pole tirare avanti la sua travagliata esistenza lino al compimento di 86 anni, quando appunto e accaduto l'irreparabile. Se n'e an-data da pochi giorni lasciandomi in una solitudine disperata e nella ferma convinzione che mai e poi mai avr6 la forza di continuare la vita senza la sua presenza, senza il suo amore, senza suo costante affetto. Credo che non esista al mondo dolore più grande di quello di essere di punto in bianco costretti a tirare avanti l'esistenza in un vuoto incolmabile, pieno soltanto di ricordi di un tempo Felice che affiorano impietosi nella mente di minuto in minuto. Vi sono del momenti in cui mi sembra di essere preda di un brut-to sogno dal quale cerco disperatamente di liberarmi per ritornare alla realty. Ma subito mi accorgo che non sto sognando ma vivendo una realta atrocc e disumana. E allora disperazione e sconforto hanno in me il sopravvento su ogni al tra cosa. Sulla soglia dei novant'anni sento che non avrò la Forza ne sl coraggio di sopportare a lungo tanto dolore. Questo gran vuoto che mi circonda mi fa sorgere tristi pensieri e interrogativi. Fino a quando? Come andra a finire? Mi si spezza il cuore quando penso alle parole che mia moglie era solita a ripetere negli ultimi mesi della sua vita: prima di morire vorrei tanto poter rivedere la mia amata citta, la casa dove sono nata e vissuta nell'amore della famiglia, sentire ancora una volta il profumo inconfondibile del nostro mare. II viaggio per lei sarebbe stato un vero supplizio ma la possibilita di farlo Fino a qualche giorno fa non era esclusa. Oggi purtroppo tutto a finito. II suo ardente desiderio e improvvisamente naufragato nel nulla. Povera la mia cara Desy! Possiamo ben dire di essere noi le vittime innocenti delle guerre fra i popoli senza pace! [dott. Alberto Fontanive] Partecipiamo con affettuosa solidarieta al grande dolore del nostro collaboratore cui alcuna parola può lenire lo strazio per il vuoto incolmabile che si e determinato nella sua vita. Siamo certi però che la voce della sua cara Desy saprà. ancora giungere al suo cuore per sopportare la quotidianita dell'esistenza con animo forte. ANGELO MASSAROTTO Era un bel pomeriggio settembrino del 1989 quando ci siamo visti per l'ultima volta a Verona. Ti trovai seduto al tuo solito tavolo a leggerc sl giornale c quando mi hai visto a stata subito festa. Senza parlare troppo (non e questa una caratteristica dei pescatori rovignesi hai fritto, in un batter d'occhio, un bel piano di sardelle. L'odore del le sardelle fritte, ci inebriò subito e ci trasportò con i pensieri nella nostra Rovigno. Tra un sorso di birra, una sardella, che ci scottava le dita, e una .pirounada» di salata, si parlò un po' di tutto, ma sopratutto della nostra citta natale. Angelo mancava tanti anni dalla sua Rovigno. I suoi occhi brillarono di gioia net sentire che quei pochi vecchi pescatori rimasti Sottolatina si ricordavano ancora di lui, del capitano del Lansardo. Quante libecciate avevate affrontato, assieme, sui mari tra S. Giovanni e le Due Sorelle. II tuo mare, per), non ti ha mai tradito e, da provetto capitano, hai sempre portato la tua bar-ca in salvo, al riparo di S. Caterina. Neanche l'ultimo uragano di bora, che ha sparpagliato i poveri rovignesi per il mondo come semente perduta, non ha mandato a picco la tua barca. Assieme alla tua inseparabile Nella hai affrontato tutte le tempeste e il ribollir del mare straniero che non conoscevi. II . mare. di Porta Vescovo ha imparato tante cose da te e ricordera sempre il capitano rovignese. Peccato che non hai potuto vincere la Battaglia della vita; il male oscuro ti ha staccato dai tuoi cari che volevano imparare ancora tante cose da te. Con te, caro Angelo, e mancato uno dei tipici uomini-pescatori rovignesi. Persona di poche parole ma di tanti fatti, lontano dall'uomo ideale ma dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare il tuo vicino. Brontolando sempre, volevi dimostrare di essere severo, ma i sentimenti non si possono cancellare. Gli occhi che non sanno mai dire bugie, ti tradivano sempre e mostravano la tua bonta di burbero benefico. Sei state. una .grotta. che nasce nell'arcipelago rovignese tutta scavata dalla salsedine marina, non bella, ma vera sorgente di vita nei cui solchi nascono tante conchiglie c trovano rifugio tanti pesci. Grazie di tutto. Tuo cugino [Gianni Santin] Sentite condoglianze ai parenti tutti per la scornparsa del nostro caro, affezionato abbonato. CATERINA DONATICH IN VOSILLA - foto Nasce a zagotie di Fianona nel 1919 . giovane sposa va in moglie a Silvio Vosilla. Anche loro devono abbandonare in casa natia sita in uno dei posti più belli dell'Istria (presso Punta Pax Tecum) e giungono profughi in Italia, a Casella di Genova e c'e con loro anche l'anziano papa Donatich, che muore proprio a Casella. Nel 1955 ottengono il visto ed emigrano in America, a New Jersey. Anche qui, come fete a Genova, continua a testimoniare ai cornpaesani ed a tutti gli Istriani residenti attorno a New York ed a New Jersey il suo animo generoso, buono e gentile. Con squisito sentimento di solidarieta e presente a tutte le iniziative sociali dei compaesani. Conforta ed è di aiuto, per quanto puó, alle persone in difficolta. Partecipa a tutti gli avvenimenti tristi e gioiosi della comunita fianonese ed istriana di New Jersey: ha un sorriso ed on gesto gentile per tutti. Dopo cinque lunghi e dolorosi mesi di sofferenza muore 2 febbraio 1991 a New Jersey. Alle meste esequie so-no presenti non soltanto i parenti, i compaesani ma tante altre persona della comunita che l'hanno stimata ed amata. La Famiglia Fianonese che perde con Catarina un'anima nobile, generosa, una vera cristiana, porge al marito Silvio, alla sorella Lucia, al fratello Giuseppe, ai tanti nipoti, i sinceri sentimenti di cordoglio. Sulle Lombarde ed a Punta Pax Tecum garriscono a mezz'asta gli abbrunati stendardi della nostra comunita che In diaspora ha disperso in tutto il mondo. [italo Dotti] ANTONIO COLOMBIS - foto Si e spento a Gorizia il 3 aprile scorso il professor donor Antonio Colombis, nato a Cherso. A Pola sino all'esodo fu direttore della Biblioteca provinciale. Prosegui in tale attivita a Salerno, sino al pensionamento. Prese quindi residenza a Gorizia. Persona di squisita cortesia e affabilità, sempre disponibile al dialogo con sorridente cordialità. Sino a due anni fa, allorch6 mi recavo a Trieste per il mio lavoro lo incontravo spesso al mattino alla stazione ferroviaria ove si recava a comperare il giornale. Attraversava il piazzale con passo lento, eretto nella figura. Si riprometteva sempre di scrivere qualcosa per I'Arena. Negli ultimi tempi usava il bastone, primo sintomo d'un affaticamento incombente. Ai fratelli Giovanna, Laura, Guido e Anita, ed ai parenti tutti, le nostre affettuose condoglianze. Tutta la sua esistenza fu dedicata alto studio e i libri furono il suo grande amore. Sempre, quando affrontava un viaggio, partiva da casa con una valigia vuota e vi faceva ritorno con la valigia carica di libri, acquistati oltre che nelle librerie a lui tutte ben note, anche nelle varie bancarelle sulle quali scopriva spesso qualche pubblicazione interessante. Filologo e glottologo di solida preparazione, si sentì sempre impegnato studio e nella ricerca degli antichi linguaggi e delle parlate dialettali, con particolare riguardo al dialetto veneto. A tale scopo mantenne a lungo costanti e cordiali rapporti con gli illustri studiosi Tagliavini, Barton e Praga, che gli riservarono grande stima. I1 professor Colombis, familiarmente chiamato Tonin apparentemente sembrava non godesse, come si suol dire, di una salute di ferro; eppure, forse per uno di quei misteri che spesso nasconde la vita, ha raggiunto il traguardo di tuttoo rispetto degli 87 anni. E venuto a chiudere la sua esistenza all'alba di Pasquetta a Gorizia, dove nel lontano 1914 venne accolto convittore al S. Luigi. [G.P.] ORESTE VESSELIZZA - foto Oreste Vesselizza, a destra, con Sergio Dobran a Trieste al raduno dei polesani del maggio 1990; si e spento a Senigallia dopo una intensa vita in campo militare e civile. Era da anni assiduo alle riunioni della comunita polesana. DOMENICA BIASIOL IN DEVESCOVI - foto Si è spenta serenamente a Roseville, California il 4 marzo scorso Domenica Biasiol in Devescovi (Minina del Casello)nata a Dignano d'Istria il 30 maggio 1912. La piangono l'inconsolabile marito Narciso e figlia Giovanna e parenti tutti. Sentite condoglianze al nostro affezionato abbonato. LISETTA GAION VED. MOSCHENI - foto Si a spenta improvvisamente a Trieste il 16 marzo scorso Lisetta Gaion ved. Moscheni. E state. un even-to talmente inaspettato e repentino da lasciare costernati i figli, incapaci di rendersene conto, e perci6 maggiormente doloroso. I figli partecipano al triste evento ricordandola a quanti l'hanno conosciuta e apprezzata per la sua grande generosita e disponibilita. Era sempre Felice di rendersi utile, e la sua presenza si dimostrò spesso preziosa e insostituibile. Nulla potra mai colmare il vuoto che ha lasciato. Ai figli Licia, Sergio e Franco porgiamo he nostre pia sentite condoglianze. Si a spenta serenamente a Roma il 13 marzo scorso a 99 anni ELEONORA CATTUNAR VED. NADINI - foto Era nata a Pola il 3 novembre 1892. Ne danno triste annuncio la nipote Guerrina Salvesani ved. Setz e he figlie Maria Cristina e Daniela.

Dal numero 2684

del 13/04/1991

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