CON INIZIO DI VITA MARINARA A POLA Vicende di I.R. ammiraglio A.U. di ANTEO LENZONI - foto

Difascalie segue da pag.7 Dopo un periodo al Ministero, a Vienna, ritorna a Pola e nel 1911 assiste a Trieste al varo della Viribus Unitis e nel 1912 a quello della gemella Tegetthoff. II varo dovette essere rimandato di alcune ore perchè il comandante della flotta, ammiraglio Montecuccoli, del trasbordo dal-la motobarca, era caduto in mare in grande uniforme con decorazioni e sciabola. Koudelka elogia i cantieri triestini e da un giudizio negativo per l'arsenale di Pola con il quale la Marina non aveva fatto un'esperienza feline: consegne lente e costi elevati. Si incomincia a parlare di privatizzazione. Da noi ancora se ne parla e chissa fino a quando! 0 meglio fino a quando una presidenza rendere anche 200 milioni annui. Una commessa per la costruzione di un incrociatore venne assegnata al cantiere di Monfalcone, che in precedenza aveva costruito soltanto navi mercantili, ma con la clausola che dovevano essere licenziati gli operai stranieri, quasi tutti italiani del Friuli e del Veneto. Vane le proteste del deputato Domes, presidente del sindacato dei metalmeccanici. Verso la fine del 1912 assume, sempre a Pola, il comando della Dreadnought Zrinài, ma per breve tempo perchè nell'agosto del 1913 viene trasferito a Trieste, nominato comandante di quel distretto marittimo, con sede in villa Necker. Non ritornerà più a Pola. A Trieste si trova bene. Frequenta e da ricevimenti. Ispeziona e organizza i reparti della sua giurisdizione, che va da Punta Salvore a Porto Buso nella Laguna di Grado, con il retrostante territorio costiero e il Carso triestino. II 1° luglio 1914 cura l'accoglienza delle salme dell'arciduca Ferdinando e del-la consorte, assassinati a Sarajevo, sbarcate a Trieste dalla Viribus Unitis. Scoppia la guerra con la Serbia «Salutata con entusiasmo dai Triestini che si arruolano volontari« dice Koudelka. Nel «demoghela« dico io! Ma il luogotenente di Trieste, principe Hohenlohe, gli manifesta la sua preoccupazione per l'irredentismo imperante in citta. Duecento cit. tadini italiani «regnicoli« auspicano la vittoria dell'Austria. Lo stesso si ripeterà 30 anni più tardi con l'occupazione titina dell'Istria. Apparendo chiaro the ''Italia abbandonera la triplice, Koudelka si da da fare per organ izzare la difesa di Trieste e delle caste istriane. A suo dire i mezzi a disposizione erano scarsi, per la difficoltà di ottenerli dallo Stato Maggiore in quanta il fronte russo divora uomini e materiali. Cosi giustifica la riuscita delle azioni di comandos della Marina italiana e menziona, tra gli altri, «l'ex capitano della marina commerciale austriaca Nazario Sauro passato al nemico«. Critico nei confronti del comando della flotta rintanata a Pola, non meno critico nei confronti dell'aviazione sia austriaca, che italiana. Di questa dice che il 90% delle bombe, a Trieste, finivano su aree non edificate e che solo VI provocava seri danni. Aveva data ordine a quella austriaca di bombardare Grado nel cui porto c'era una attiva base dell'aviazione (colà D'Annunzio nell'ammarare riportò la lesione all’occhio) e una della Marina italiana (vi operava Luigi Rizzo con i suoi M.A.S.). Dopo tre bombardamenti gli aviatori riferirono che il porto era stato completamente distrutto. Due mesi dopo, occupata Grado, con la ritirata di Caporetto, Koudelka constatò che il porto era intatto, senza segni di ricostruzione. Il 24 maggio 1915 'Italia dichiara guerra all'Austria che ritira le sue truppe dalla pianura friulana oltre l'Isonzo. II cacciatorpediniere Zeffiro sbarca a Porto Buso ove il sottotenen te ungherese comandante del distaccamento alza bandiera bianca. La guarnigione di Grado si ritira at-t raverso i canali a Monfalcone e la guerra arriva alle porte di Trieste. Duelli di artiglieria da Punta Sdobba (Grado) a Prosecco, Duino, Sistiana. Duelli aerei nei cieli e reciproci bombardamenti. Durante i1 prima grande bombardamento di Pola vennero sparati da cinquecento cannoni, ventimila colpi, ma nessun aereo venne abbattuto. II 23 giugno 1916 nel cielo di Trieste venne abbattuto dal barone Goffredo de Banfield, l'«Aquila di Trieste«, asso dell'aviazione austriaca, l'idrovolante F.B.A.12 partito dalla base di Grado. II pilota, catturato illeso, chiese che in occasione del sorvolo di Grado di un apparecchio austriaco venisse lanciato un messaggio diretto alla famiglia per tranquillizzarla. La richiesta venne esaudita. Oh, bontà dei cavalieri antiqui! Era invece deceduto l'osservatore, l'ufficiale istriano Ernesto Gramaticopolo di Capodistria; si era arruolato volontario nell'esercito italiano. II padre del caduto, gia medico di marina e, all'epoca, j.r. medico distrettuale di Capodistria, si era rivolto al Koudelka, che lo conosceva e che aveva conosciuto l'aviatore da ragazzo, chiedendo di poser celebrare un pubblico funerale. II Koudelka non voile ricevere il padre e negb I'autorizzazione asserendo trattarsi di un disertore. A Ernesto Grammaticopolo, dopo la redenzione, Pola e Grado dedicheranno una via cittadina. Dopo Caporetto Koudelka organizza l'occupazione di Grado dal stare. Per lo sbarco, previsto per il 30 ottobre, viene allestita un'imponente forza militare: marinai da sbarco, una compagnia d'assalto, due di mitraglieri, una di fucilieri volontari triestini, una batteria di cannoni, cinque motobarche corazzate scortate da sei torpediniere e dall'incrociatore Admiral Spaun. Lo sbarco viene rinviato di un giorno per le cattive condizioni del mare. Ma il giorno 31 a Grado non c'era piùun soldato italiano. Gli occupanti trovano soltanto le carcasse dei due cavalli del comandante del presidio, Alfredo Dentice di Frasso, uccisi perché non potevano essere trasportati via. I militari italiani si erano avviati per i canali della laguna verso Venezia. Allora inseguimento si mise la motobarca corazzata Lienz, ma il comandante, capitano di corvetta Albert Senseà de Sense, entrato in contatto con una motobarca italiana fu colpito... da «esaurimento nervoso« e rientro a Grado. II 3 novembre l'imperatore Carlo - succeduto a Francesco Giuseppe - fete visita a Grado «molto commosso dal grande patriottismo dimostratogli dagli abitanti«, Canti di bambini, bandiere, baci alla giacca imperiale. Rimase pen:, contrariato quando, dall'esame dei documenti trovati nei locali del comando, apparve che i festeggiamenti erano stati effettuati seguendo le istruzioni impartite dal comandante italiano Dentice di Frasso per la visita a Grado di Vittorio Emanuele. Nel 1918, dopo la ritirata di Caporetto, il comando austriaco era sicuro di raggiungere la valle padana e venne predisposto il trasferimento del personale del comando marittimo di Trieste a Venezia Venne preparato l'occorrente per il funzionamento deal, uffici, materiale di cancelleria, stampati e manifesti bil in, gui. II comando doveva essere assunto dal Koudelka. AlI'offensiva avrebbe dovuto contribuire la flotta uscendo finalmente dal sicuro porto di Pola dove, a delta del Koudelka, i suoi colleghi giravano inoperosamente attorno boe. II 10 giugno giunse la notizia che presso Premuda era stata affondata la Szent Istvan (Santo Stefano) diretta Otranto e che la flotta era rientrata a Pola. Cib nonostante l'offensiva austriaca diretta alto sfondamento del fronte sul Piave ebbe inizio. Ma il Piave anche se mormorando non lasció passare lo straniero. II progetto di istituire un comando marittimo austriaco a Venezia venne accantonato e Koudelka non realizzò la sua aspirazione di di venirne il comandante. Tra i lettori non pochi hanno militato nella Marina raggiungendo anche alti gradi, ma mi viene il dubbio che sappiano the la k.u.k. Kriegmarine avesse anche sottomarini con le ruote, per muoversi sul fondo del mare. A Trieste, negli anni della guerra, ce n'erano due: l'U 1 e 1112. ma non vennero usati in azioni belliche. Rimasero sem

Dal numero 2724

del 15/02/1992

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