NOSTRA STORIA A MILANO Rivelazione per molti – foto

Didascalie: La Mostra all'Arengario a Milano su Foibe — Diktat — Esodo nel servizio fotografico di Bruno Fonda Borsi de Simone presidente dell'Anvgd di Milano saluta gli intervenuti Piero Buscaroli durante la prolusione alla Mostra di Milano Graziano Udovisi, primo a sinistra, all'apertura della Mostra durante la quale ha rievocato la sua vicenda di sopravissuto dopo essere state scaraventato nella foiba presso Fianona essendo stato trattenuto nella caduta da un arbusto per poi nella notte risalire verso la vita - Nell'altra foto il folio pubblico accorso all'Arengario Sala gremita all'Arengario di Milano alla presentazione della Mostra Numerosi gli intervenuti all'apertura della Mostra a Milano II 15 aprile si e chiusa, a Milano, la Rassegna intitolata Testimonianze fotografiche sulle Foibe, Diktat, Esodo, ospitata all'Arengario di piazza del Duomo, ed organizzata dal Comitato Provinciale di Milano dell' Anvgd. E' durata solo otto giorni; si sarebbe dovuto farla durare molto di più, ma non e state possibile. L'affluenza di visitatori ha superato ogni aspettativa; tutti sono rimasti attirati, affascinati ed al tempo stesso inorriditi davanti alla cruda realta delle fotografie, che testimoniavano l'atroce sorte toccata a tanti italiani, e stentavano a staccarsi da quelle immagini; ma soprattutto hanno fatto domande, sia che si trattasse di persone della nostra generazione o di giovani freschi di studi. Hanno posto l'interrogativo perche di queste atroci vicende, di queste testimonianze di fede e di italianita pagate con la vita, nessuno aveva detto loro mai niente; perchè a scuola non se ne era parlato. Ma molti hanno chiesto perche noi esuli non urliamo in faccia al mondo queste vicende, perche abbiamo taciuto per molto tempo. La risposta era anche troppo facile, veniva su dal profondo, piena di amarezza ed anche di rabbia; abbiamo detto ma non ci hanno ascoltato, non ci hanno voluto ascoltare, e la nostra voce era troppo debole, e isolata, per superare i massicci sbarramenti protet tivi creati intorno a Tito ed al suo sistema comunista, dall'aggregazione marxista nostrana, dalla cultura di sinistra, la quale ha imposto, ed impone tuttora anche se in misura phi limitata ma non troppo le sue teorie mistificatrici. Un solo esempio di queste menzogne durate quasi mezzo secolo): Silvio Bertoldi, nel suo libro .Salo. (Rizzoli Editore, anno 1976) a pag. 100 scrive che «alla furia selvaggia degli uomini di Ante Pavelic, capo degli Ustascia si devono le tragiche foibe, fosse piene di cadaveri di italiani... Si voleva nascondere la verita. I visitatori hanno visto con orrore le immagini delle povere vittime nelle foibe, hanno scorso l'elenco degli infoibati; dietro ciascun nome era racchiusa un'esistenza, una vita, con le sue gioie ed i suoi dolori, spenta in una orrenda voragine solamente perchè il portatore di quel nome era italiano. Una signora, nell'elenco degli infoibati, ha trovato il nome del padre, dato per scomparso allorché lei era una bambina, e del quale nulla aveva saputo, ignara anche com'era della tragedia delle foibe. Si a trattato di visitatori, come risulta dal registro delle firme, non soltanto di Milano, ma anche di Livorno, Varese, Roma, Firenze, Ragusa, Cremona, Trieste, Udine, Torino, Napoli; persone certamente di passaggio che non avevano voluto perdere l'occasione; c'e la firma di un polacco, di Varsavia, di un gruppo di spagnoli quali hanno specificato espanol accanto al nome, e che erano abbastanza informati sulle foibe, molto più di molti, troppi italiani), ci sono perfino due firme in caratteri giapponesi, la firma di un ex deportato a Borovnica, c'e la firma di Licia Cossetto, sorella di Norma, che ebbe altri cinque familiari infoibati, oltre alla sorella ed al padre, c'e la firma del tenente Bertagni, che ricorda e saluta i caduti del 291° e 292° Reggimento Fanteria e del 157° Artiglieri della divisione Zara; c'e la Firma di Fabrizio Girelli, di Montreal e di Grazia che scrive posso solo amarvi., e cosi via. Tante firme e una grande soddisfazione per chi ha organizzato e condotto in porto la rassegna. Fulvio Farba

Dal numero 2737

del 16/05/1992

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