Il ricordo di Giulio Benci con le parole dell'ultimo saluto Figlio di Pola in Australia di Bruno Segon - foto

Didascalia:Una colonna di istriani lascia Pola scegliendo la via dell 'esodo La storia del Sig. Giulio Benci , polesano immigrato in Australia - omonimo di quel Romano Benci rimasto a Pola, di cui all'articolo in prima pagina, a dimostrazione di come la nostra tormentata vicenda umana abbia scompaginato non solo l'originaria comunita polese ma, forse, persino membri di una stessa famiglia - e tratta dall'allocuzione funebre pronunciata in sua memoria da un altro nostro concittadino, il Sig. Bruno Segon, al momento della sepoltura. La vita di Giulio Benci comincia il 9 febbraio 1922 in una piccola città chiamata Pola, sulla. costa del mare nord Adriatico e termina a Geelong, in Australia, il 22 luglio 2002. Da persona ammirabile ha vissuto una. lunga ed esemplare vita, lasciando di se' un memorabile ricordo, ricco di grandi valori. Come marito, padre, suocero, nonno ed amico e stato una persona irreprensibile, un vero gentleman. Guardando indietro, entro la cornice del tempo, possiamo renderci conto che le nostre vice hanno percorso strade parallele. Nel 1931 le nostre famiglie risiedevano nella stessa via. Con Giulio, più anziano di me di tre anni, ci conoscevamo ma non eravamo amici. Abbiamo frequentato le stesse scuole elementari e secondane e con diverse quali fiche professionali abbiamo lavorato per lo stesso datore di lavoro. Era un giovane atletico, alto circa 1.90 1n., ed esercitava, varie attivita sportive eccellendo nel nuoto di fordo. Fu. arruolato nel 1942 in un battaglione equivalente ai Marines americani. L' 8 settembre '43, data Bella resa. senza condizioni dell'Esercito italiano agli alleati, si trovava. in Sardegna. Insofferente dell' occupazione tedesca, riusciva a rientrare in Italia, dove si arruolava. immediatamente come volontario negli U.S.A. Marines per combattere contro le forze germaniche. Con i nuovi commilitoni ha imparato l'inglese, con accento amencano, e con essi ha partecipato a combattimenti alle foci del Po e vicino a Venezia, agendo perlopià dietro le line nemiche. Per il suo impegno e stato segnalato dal comando americano e decorato dal governo italiano. A fine conflitto, nel maggio '45, è ritornato a Pola. indossando l'uniforme americana, il che gli ha procurato grande popolarita presso il gentil sesso. Per far comprendere l'origine della. nostra amicizia, devo aprire una breve parentesi storica. sulle vicende del nostro popolo. II 10 febbraio 1947, a Parigi, nella Conferenza di pace, America, Inghilterra, Francia. e Russia decidevano di punire 'Italia per la sua cobelligeranza. con la Germania nazista; in sostanza più che ''Italia, punivano il nostro popolo, senza. colpe. Infatti, con una decisione scriteriata., cedevano la nostra terra, l'Istra, alla Jugoslavia commista, Nella. storia mai eravamo stati jugoslavi ne avevamo intenzione di diventarlo allora. Dei 500.000 abitanti della regione, circa 350.000 scelsero collettivamente la libertà, libertà d'espressione e di fede in Dio. Scegliemmo l'incerto vagabondaggio, trovando rifugio in varie località dell'Italia. Fortuitamente le nostre famiglie si incontrarono a La. Spezia, sulla costa occidentale italiana e li, in una. cornice di avvilimento, la nostra conoscenza divenne amicizia e, persino, qualcosa di pin.. Giulio era per me il fratello maggiore, una. guida. Fummo dichiarati "rifugiati politici" con opportunità di emigrazione. Il ricordo si fa a questo punto più vivo. Insieme abbiamo preso treno per Roma per recarci all'ufficio dell’international Refugee Organization; insieme abbiamo vagliato le diverse opportunità; insieme, senza mai poi rimpiangerlo, abbiamo deciso per ''Australia.. II giorno 21 marzo 1950, con altre 1200 persone di varie nazionalità, alle 17.00 precise, a bordo di una. nave trasporto truppe americana, la. General Black, lasciavamo il porto di Napoli. Non fu una partenza gioiosa; non provo vergogna nel confessare d'aver pianto , poiche Giulio ed. io ci lasciavamo alle spalle tutto cio che avevamo posseduto portandoci al seguito il solo ricordo; ricordo di gioie e tristezze. Il 13 aprile '50, alle ore 09.00, sulla banchina di Station Pier di Melbourne, ricevemmo benvenuto in Australia dall ' On. Harold Holt, ministro per l'immigrazione. Non conoscevo l'inglese e Giulio mi traduceva il senso del discorso. Alle 11.00 eravamo già. in treno sulla via di Bonegilla.. Per 26 giorni abbiamo diviso la stessa tenda, dormendo su materassi di paglia e mangiando zuppa di coda di canguro pranzo e cena Il successivo 9 maggio fummo trasferiti nella Bella Geelong, tovando Giulio lavoro in ferrovia ed io presso la fabbrica. International Harvester. Tutto il tempo libenro lo passavamo insieme. Con il tempo qualcosa nel suo modo di fare muteò; chiestagli ragione mi confessa di essersi "aguzzato" con una. ragazza del posto. Lo era davvero per bene tanto che il 21 giugno 1952 convoló a giuste nozze con l'attraente signorina Audrey Fleming. Non fu un matrimonio di "contingenti circostanze" ma di sincero, reciproco amore, durato per oltre cinquant' anni ed allietato dalla nascita di 3 figli e 10 nipoti. Il nome dei Benci si e certamente radicato in Australia per le generazioni a venire! I1 5 ottobre 1955, con una cerimonia. ufficiale presso il municipio di Geelong ovest, siamo diventati stimati cittadini australiani. Successivamente abbiamo lavorato nella stessa fabbrica di cementi e siamo diventati soci del Geelong Golf Club. Nel 1974 Giulio e Audrey decisero di stabilirsi per due anni in inghilterra. Si prospettava un lungo distacco ma, anch'io e mia. moglie decidemmo un viaggio in Europa; cosi ci siamo rivisti anche nella nostra terra di nascita e non passava settimana che non ci incontrassimo. Questa è, in sintesi, la storia di Giulio Benci e della nostra amicizia che chiudo con queste parole: "Amico mio, lasciandomi solo, la. nostra amicizia. non ha avuto termine; ha solo preso una diversa dimensione.Mi mancherai, sino al tempo del nostro prossimo incontro." Ringraziamo il sig. Bruno Segon per questa toccante testimonianz a, con la quale ha inteso raccontare, tramite Giulio, la nostra vicenda umana anche a quanti, presenti, non la conoscevano e che noi abbiamo pubblicato certi che tra i nostri lettori c 'ê anche chi ha fatto lo stesso percorso. Esprimiamo, altresi, ai congiunti di Giulio i sensi della nostra ammirazione per un concittadino che, con il suo comportamento ed impegno, ha saputo farsi apprezzare in un contesto tamto diverso da quello delle sue origini. Grazie Giulio.

Dal numero 3237

del 15/09/2003

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