Pisinoto e Zaratino con Balbo alla Crociera del decennale- foto

Didascalie: II capitano pilota Umberto Rovis, nato a Pedena (Pisino), comandante di uno degli idrovolanti che parteciparono alla Transvolata Atlantica del Decennale La guida d'istruzione per gli equipaggi della Regia Aeronautica, il uso agli inizi degli anni Trenta L'equipaggio del Savoia Marchetti I Rovi..: comandante cap. Rovis, secondo pilota ten. Aini, sergente motorista Cipollini, Aviere radiotelegrafica Martinelli (Ringraziamo Sergio Rovis per averci fornita la rivista dell'epoca dalla quale abbiamo tratto le immagini) Il tenente Aini, di origine zaratina, secondo pilota a bordo dell'idrovolante comandato dal capitano Umberto Rovis II bombardiere marittimo Savoia Marchetti S.55, utilizzato per la Crociera Aerea del Decennale; alcune squadriglie di questo idrovolante furono basate, negli anni Trenta, sull' idroscalo di Pola-Puntisella Negli anni precedenti l'ultimo conflitto mondiale. ma gia prima della fine degli anni Venti, la nostra Aeronautica militate si era evoluta, partendo quasi dal nulla, ad un livello qualitativo e quantitative, da farla considerare una delle migliori del mondo. Lo dimostrano ampiamente le leggendarie pattuglie acrobatiche, che sbalordivano tutti, i raids di Ferrarin. De Pinedo e Maddalena, i primati di De Bernardi e di Agello, le transvolate intercontinentali e transoceaniche in formazioni di massa. Questi avvenimenti clamorosi rappresentano tuttora capitoli fondamentali della storia dell'aviazione mondiale e resteranno sempre la base, il ceppo, da cui germoglieranno via via gli aviatori Italian', sulle cui gesta e sulle cui imprese è veramente opportuno spendere qualche parola, qualche ricordo, non fosse altro perché la generazione attuale. di fronte ad una diffusa indifferenza, ma soprattutto ad un certo tipo di politica rinunciataria, che tende ad inquinare o a minimizzare figure e fatti del passato, comprenda che si tratta di una eredità storica. di cui dovremmo essere estremamente orgogliosi. L'opera di coraggiosi personaggi. che riscossero a suo tempo l'ammirazione del mondo intern. non pub essere dimenticata ma, fungi dal rimanere un facto episodico, oggetto di sterile compiacimento, deve costituire piuttosto l'incentivo per salvaguardare quegli ideali per cui essi. con spirito di coesione nazionale, crearono i presupposti indispensabili per il progresso civile del nostro Paese. L'impulso date all'Arma del cielo italiana, gia alla fine degli anni Venti, consenti l'attuazione di crociere aeree di massa. che resero attonito mondo per l'ardire dei piloti e l'efficienza degli apparecchi. Ne fu artefice principale halo Balbo, un italiano d'antico stampo, con una sua singolare e recondita idea, quella di creare un'Italia avieri., una nazione di volatori e, in effetti, questo suo proposito si concretizzò con le entusiasmanti crociere mediterranee. transcontinentali e transoceaniche. Alla prima Crociera aerea mediterranea presero parte 61 idrovolanti da ricognizione marittima del tipo S. 59 bis, che, in sei tappe. dal 27 maggio al 2 giugno 1928, percorsero complessivamente 2.804 chilometri, toccando alcuni porti della Spagna e della Francia, rientrando al completo. senza alcun incidente, alla base di Orbetello. II 5 giugno dell'anno successivo, 35 apparecchi da bombardamento marittimo SM. 55 partirono dal Mar Piccolo di Taranto e. dopo aver percorso 4.667 chilometri, attraverso Mar Jonio. l'Egeo. il Mar di Marmara e il Mar Nero e aver sorvolato cinque nazioni (Grecia, Turchia. Bulgaria, Russia e Romania) ammaravano sul lago di Orbetello il 19 giugno. II 17 dicembre 1930, dopo un'accurata preparazione tecnica e logistico, si alzavano in volo da Bolama, sulla costa occidentale africana, dodici indrovolanti SM. 55, suddivisi in quattro squadriglie, guidate da Italo Balbo. La formazione raggiungeva il giorno successivo Porto Natal in Brasile (cinque dei valorosi aviatori lasciavano la vita alla base di Bolama). Questa Crociera transatlantica rappresentava, oltre che il più grande trasferimento in massa di velivoli da un continente all'altro, anche la più grande manifestazione collettiva di ardimento aeronautico ed era servita, tra l'altro, a portare una calda ondata d'italianita nell'America Latina. Ma l'impresa più straordinaria sarebbe avvenuta due anni e mezzo dopo, con la Crociera del Decennale. II Io luglio 1933, ventiquattro idrovolanti Savoia Marchetti S.55-X, comunemente chiamati Santa Maria, dotati di motori italiani, che consenti vano loro una velocità massima di 280 chilometri orari e quella di crociera di 220, suddivisi in quattro squadriglie (nera, rossa, bianca e verde) decollavano da Orbetello alla volta di Amsterdam. un balzo di 1.400 chilometri, prima delle sette tappe di volo di andata, che li avrebbe portati negli Stati Uniti d'America. Non si trattava di una impresa pazzesca, ma di una impresa studiata e organizzata con criteri realistici, che teneva conto del progresso delle macchine, della preparazione degli equipaggi e delle esperienze acquisite nella precedente Crociera atlantica meridionale. Fra gli idrovolanti che componevano la squadriglia rossa, i1 primo gregario destro portava la sigla di identificazione “I-Rovi”; era il velivolo di un istriano. ii capitano Umberto Rovis, nato a Pedena (Pisino), il quale aveva come secondo pilota il tenente Aini di origine zaratina, presenza che confermavano, ancora una volta, le spiccate tradizioni aviatorie della nostra gente. L'accoglienza a Chicago ed a New Àork furono trionfali, superiori ad ogni aspettativa, soprattutto da parte della massa dei nostri emigrati che, nell'esaltazione dell'Italia. avvertiva la riabilitazione morale, il rinnovato prestigio, la restaurata dignita del proprio lavoro sulla grande terra americana. Sergio Cionci

Dal numero 2925

del 09/03/1996

pagina 7