ORAZIO PEDRAZZI CARA FORTE, PICCOLA E GRANDISSIMA ISOLA - foto A lussinpiccolo vita e spirito legati al mare

Didascalie: Panoramica su Lussinpiccolo Tra costa e mare a Lussino Torre Veneta del I451 a Lussingrande II Leone Veneto e stato distrutto nel 1945 -1,a cittadina marinara venne più volte assaltata dai uscocchi(.senza casa.); fu nominata per la prima volta nel 1398 come .Ca dei Lussini.; 860 abitanti; famiglie venete: Budin, Boterin, Bari, Busan, Antoni,Belan,Premuda,Simem, Vido, Ragusin, Costa, Carantan,Pastro, Bortolin, Penso, Stefan, Petrin, Valle, Sopran, Leva, Nardin, Paoli, Bon,Matei, Martin, Nicoli, Tarabocia, Comandin, Gerolami, Giacomi, Simeon,Zar (Marino Coglievina) Quando il paese ci apparve disteso ad arco sul mare. appollaiato ad arco sulla collina, specchiantesi ad arco nell'azzurrodell'Adriatico. il comandante del battello mi disse: <<Ecco. questa e l'isola del diciotto uomini dei quali vi ho parlato.. Eravamo entrati nella rada di Lussinpiccolo. Una delle più belle ed accoglienti rade del mondo. Partiti da Pola al mattino avevamo rasentate le coste dell' isola di Cherso, ci eravamo accostati al groviglio di insenature e di scogli che segnano gli arcipelaghi del Quarnero e della Dalmazia, poi ad un tratto, quasi per miracolo, dopo una strettoia di promontori verdi. ci eravamo trovati in una specie di lago ampioe solenne. calmo di acque e splendido di natura. Nel fondo del lago ci aspettava il paese bianco e rosato di un rosa stinto. circondato da stinto verde di piccole selve e di prati. avvolto nel celeste del mare. Avevamo la impressione di guardare un presepio costruito per la gioia delle ciurme adriatiche. un rifugio placido per uomini stanchi delle navigazioni lungo le strade degli oceani. Via via che ci accostavamo al porto, il borgo si ingrandiva ma non perdeva affatto l'aspetto di scenario posto sulle rive da qualche straordinario regista; gli isolani avevano fabbricato nei secoli uno dei paesi più scenografici che un viandante possa incontrare. Se pensavamo che attorno, per diecine di migliaia di chilometri, fino agli antipodi, infuriava la guerra, se ricordavamo che i mari e gli oceani erano per tutte le flotte del cosmo luoghi di agguati e di scontri mortali, quella rada tranquilla con in fondo quel taro e dolce paese ci dava la illusion di essere usciti dal cerchio vivo della terra per raggiungere qualche trasognato pianeta che ospitasse uno sconosciuto popolo di genti felici; ma la voce del comandante ci strappava dal sogno e dava alla beatitudine-del nostro spirito un colpo di frusta: «Ecco, questi sono i cantieri dove si fabbricano le navi che vanno fino all' Atlantico. quel la lag e la scuola nautica che alimenta di capitani la marina mercantile di questo mare. Non eravamo dunque in un angolo morto della stratosfera ma in un angolo vivo della viva Italia. La vita di Lussinpiccolo la vedemmo in quei giorni manifestarsi con affascinante vibrazione, una vita fatta di mare, destinata al mare. che prendeva dal mare colore e sapore e profumo. Ogni isola ha il bordo marino e la terra ferma. c'e in ogni isola qualche luogo dove si pub dimenticare che si e prigionieri delle acque e si pub vivere senza rammentarlo; a Lussino invece il mare entra da per tutto. si insinua con lame profonde dentro alle coste, lambisce le case del paese e le vale, arriva a dividere i boschi. taglia quasi in due la minuscola terra, la stringe di assedio. le da gioia, aria sfasciata, lute tropicale, bufere, tormenti, alimenti, ragione di vita e di morte. Ti allontani dal mare e lo ritrovi che ti viene incontro dal lato opposto, fuggi l'onda che si frange mmorosamente sugli scogli e la rivedi che si rovescia dolcemente sulla ghiaia di un inaspettato golfo. respiri fieramente un' aria salsa. forte, che ti penetra più ancora che nei polmoni nelle vene e ti da brividi di i nquietudine; se resti qualche tempo tra la sua gente, senti come loro, che bisogna andare, navigare. uscire, evadere, correre il mondo e poi tornare alla riva tra le casette dei capitani di lungo torso che si scaldano al sole nell'attesa che gli uomini ritornino dai lunghissimi viaggi. Allora capisci perché non c'e qui persona umana che non abbia vita e spirito legati al mare. Non ti stupisci se scorgi i fanciulli stare sempre sull'acqua, in piccole barche che guidano con rara perizia, magari mettendo una minuscola vela di stracci ad un palo di fortuna ed imparano cosi il giuoco dei venti e del le correnti, se ad ogni ora vedi salpare i trabaccoli da pesea che vanno al largo per tornare qualche ora dopo carichi di saporosa preda, se odi nei cantieri ii suono esaltante dei martelli che battono chiodi sul le assi per formare gli scafi. se ti passano davanti le imbarcazioni degli allievi che fanno esercizi per diventare come i padri, come i nonni o i bisnonni, capitani della marina mercantile. Quante volta. nella mia vita no-made, special mente sulle coste mediterranee ho incontrato codesti allievi diventati navigatori. al comando del le nostre belle navi. Accostavano ai porti di Egitto, di Palestina, di Siria, alle isole del Levante, agli scali di Turchia e di Grecia e quando domandavi di dove erano rispondevano nove volte su dieci: <do sono di Lussino.. Li ritrovavi sulle rive atlantiche di America o su quelle remote del Pacifico. e ti dicevano tra un discorso e Nitro: «lo sono di Lussino., come ti avessero detto loro titolo di nobilta. Infatti per la genre di mare c'e un'aristocrazia di Lussino, fatta da questa totalitaria ed ereditaria tradizione del mare per cut ii monello di strada e in questa isola monello delle acque e l'uomo e marinaio che sa comandare. Le case sono le testimonianze di questa aristocrazia marinara. Te le indicano ad una ad una, in fila, sul bordo dalla riva, e ti fanno i nomi: «questa e la casa del comandante del tal piroscafo, questa e la casa di quello del tal altro piroscafo., come a Firenze ti direbbero che quello e Palazzo Pitti o a Roma ti indicherebbero il palazzo di un cardinale. di un principe romano. Ed ogni tanto con voce più bassa ti avvertono: «questa casa appartiene alla famiglia del capitano tal dei tali morto in mare.. Si, il mare non e soltanto aria e luce, non rappresenta soltanto la vita ma impone talvolta la morte. Tragedie e terribili attese avvolgono ogni tanto quest' isola coraggiosa, atterriscono questo popolo audace che piega per un attimo la testa al la fatalità crudele e poi ricomincia la inflessibile strada. Ora che vedo la piccola mole del paese (tremila abitanti appena) sento il significato di ció che mi aveva detto II comandante del battello quando ci eravamo accostati all' isola: .diciotto comandanti di Lussino sono a tutt' oggi morti in guerra.. Cara forte, piccola e grandissima isola. Diciotto capitani su poco più di tremila abitanti; lo stato maggiore della tea gente dal primo giorno non è stato più nel le candide casette del riposo ma si e sparpagliato sulle rotte più insidiose a portare soldati, al i menti, attrezzi di guerra e ad affrontarvi la morte. La tea aristocrazia si a presentata tutta all' appello, ha alzato le vele, ha diretto la prua verso il destino. I fanciulli, i gattini del mare che giuocano colle barche, gli allievi che imparano i segreti e le difficoltà del navigare hanno adesso davanti a loro il nome di questi diciotto capitani che isola ha offerti alla patria e sanno quello che anche loro dovranno fare nel caso del bisogno. La dolcezza del paese fa cornice ad una forza che perpetua la storia di questa isola di comandanti, la bellezza dei I uoghi, lo splendore dei luoghi, l'ebbrezza che di il vento suite acque, sono lievito per una altezza morale che irradia il fascino suo fino ai marl più lontani. Orazio Pedrazzi (Dal giornale Resto del Carlino). Anno 58 -Numero 275 Nel 1941-42)

Dal numero 2926

del 16/03/1996

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