Didascalia: Nel numero scorso abbiamo pubblicato le foto di Lucia Aiello sul convegno di Treviso; questa
volta riproponiamo una immagine del ritrovarsi dei liceali nel 1994 (o '95?) a Bologna
Quand'ero piccola mio padre mi ripeteva spesso: «Non avere fretta che le cose accadano,il bello sta nell'attesa: poi, quando esse si compiono, tutto e finito: ma te ne rimane il ricordo». Già il ricordo. Ede proprio quello che rimarrà in me per molto tempo: il ricordo di un incontro voluto tenacemente dagli ideatori Nini Bradini e Tullio Paparella, che si erano messi in contatto con me all'indomani del miniraduno dell'ultima terza liceo. II ricordo di tanti volti sorridenti, di mani che stringevano calorosamente altre mani, e perché no, anche di qualche occhio lucido che scrutava i vecchi compagni di scuola.
Eravamo in 56 a Treviso in una belle giornata di sole; nei caffe, sotto la vecchia Loggia dei '300, si sentiva parlare soltanto il nostro dialetto, in un intreccio di richiami, di saluti, di abbracci. Purtroppo, all'ultimo momento ci sono state alcune defezioni, comprensibili quando si pensa agli impegni che tutti noi abbiamo, alle distanze e anche agli acciacchi. Ci dispiaciuto moltissimo che il nostro direttore non abbia potuto partecipare all'incontro. Lo prenotiamo senz'altro per la prossima occasione. E' stato un vero piacere scorgere tra i convenuti la figura del prof. Cattonaro, al cui nome sono legati tanti episodi della nostra vita scolastica, conclusasi con quell'eccezionale esame di maturità nel gennaio 1947. II suo non era un insegnamento nozionistico e pedantesco: egli sapeva trasmettere l'interesse per I'argomento trattato e il coinvolgimento della classe era totale. Altrettanto gradita la partecipazione di Francesco Biasuz (la sorella Lia purtroppo non é potuta venire), non soltanto perchè egli a persona squisita con Ia quale si vorrebbe poter conversare a lungo, ma anche perché il suo nome fa parte, e quale parte, della vita del nostro liceo. Chi non ricorda la severe ma umanissima figura del Preside Biasuz, presente ogni mattina all'ingresso della scuola, a firma-re diari, a controllare che tutto si svolgesse ordinatamente? E quando, alla fine del trimestre, entrava in classe con il fedele Bregant che teneva sottobraccio le pagelle? Per ognuno di noi sapeva trovare le parole adatte, sia che dovesse rimproverare per lo scarso impegno allo studio, sia che potesse elogiare. Sull'onda dei ricordi, e ce ne sarebbero tanti, ho trascurato tema iniziale. Encomiabile, come sempre, Lucia Aiello, che ci ha raggiunti della lontana Chiusano S. Domenico. lo credo di dover rivolgere un elogio particolare alla classe 1924 (chiedo venia per aver rivelato Petei), che si presents sempre compatta e solidale ai raduni. E' un esempio da seguire. Molti sono stati coloro che per la prima volta hanno preso parte all'incontro: di buon auspicio per i prossimi raduni. Validissimo il contributo dam da Angelo Far* a cui va il merito di saper essere sempre presente e disponibile per ogni esigenza. E se, ai tempi delle nostre interminabi I i passeggiate «su e zo» per i giardini di Port'A urea, i giovani liceali di allora sapevano rivolgere alle fanciulle frasi gentili, non molto galanti si sono rivelati, oggi, quegli stessi liceali, offrendo alle signore presenti un omaggio reale: un gesto che e stato particolarmente gradito.
Ma l'emozione pie grande ce l'ha riservata il prof. Cattonaro, quando, nel silenzio generale, ha letto una sua composizione dedicate al nostro «Carducci» a quella che per noi sere sempre e soltanto «scola nostra». Otto anni di vita trascorsi tra quelle mura: uno sguardo al busto del poeta che ci guardava attraversare l'atrio, una corsa lungo le scale per entrare in classe e poter scambiare qualche parole con i compagni prima che il suono della campanella inducesse tutti al silenzio, l'ansia di conoscere il nome del condannato (interrogato) di turno, il profes sore che teneva tra le mani i nostri compiti e non si decideva a consegnarli. E poi l'intervallo, con Mario il bidet lo che distribuiva panini e sorrisi, la ressa degli studenti attorno alla bacheca che alla fine del l'anno scolastico racchiudeva i risultati delle nostre fatiche.
E' vero, prof. Cattonaro, quel I i sono stati «i ani pie bei passadi a Pola», come dice nella sua poesia, anche se gli ultimi sono stati funestati della guerra, dalle improvvise corse nel rifugio: ma lo spirito studentesco talvolta aveva il sopravvento e di fronte allo spauracchio di un'interrogazione, con poco senso di rispetto per la divinità recitavamo: «Ave Maria. gratia piena, fa che fischi la sirena» Forse, proprio nelle parole pronunciate da Enrico Cattonaro sta la spiegazione della felice riuscita dei nostri incontri. Divisi dal le vicende della vita, lontani per esigenze di lavoro e di sistemazione, quando il tam-tam suona e sparge la notizia del raduno, come d'incanto sbuchiamo fuori dai diversi luoghi di residenza: il nostro liceo rimane un preciso punto di riferimento, a lui ci unisce un invisibile legame fatto di ricordi, di nomi, di esperienze: nel nostro ritrovarci a come se ognuno di noi ritrovasse quella parte di se rimasta laggiU, in quel «...grande e bel liceo». Fides Vites Poliak
Iera una volta se poi dir adesso -una scola per grandi, un bel Liceo
bianco, elegante, con us grande ingresso, Ira i palassi de Pola iera el meoi Tut'intorno un giardin, con tanti fiori,
che ghe dava un .senso de alegria, anche se, deniro, a voile i professori doveva tormentar la mularia...
Se studiava sul serio in quela scola (0 Dior pmprio sempre... mi no digo) e se scoltava atenti ogni parola perché dopo, se no, iera caligo
nele interogassion, fora del banco. ca i to ciamava a far la ciacolada, e ti in piedi, suds, palido e stance), co la fifa de dir qualche monada...
E nei compiti in classe, le versioni dal latin o dal grego. malignasil
i to dava i autori phi... tesioni
e i le diseva, duri, Scrivi e tasi
Mi, se iera Salustio, me rangiavo, ma bastava che fossi Cicerone,
za no capivo un ostriga e copiavo co podevo, ris'ciando l'espulsione.
L'italian me piaseva, specie Dante, anca filosofia (Cartesio, Locke); matematica me iera assai pesante (equassioni capide: assai poche),
co po' sentivo di,aseno» e ecosenoa per mi no iera trigonometria,
pensavo a altro... Ma adesso lassemo, lassemo i schersi dela fantasia...
Ricordemo el Liceo e i professori, e i ani pica bei passadi a Pola. Passadi, si, sti maledeti i cori,
ma sempre In mente resla quela scolai Col presidente Bisoffi, deco oCoco», e po' Biasuz, simpatico e bonario,
e Craglietto, oCagnara», per un poco, ma iera za l'inissio del calvario...
Go ianti nomiin testa, ma purtropo (anti ormai manca e xe ma/inconia... se li nomino ris'cio cite me intopo pensando a quei che ne .re andadi via.
lets una voila un grande e bel Liceo a lu se semo 'nil afessionadi,
Ira i palassi de Pola iera el meo,
restado là, Ira i beni abandonadii Se ciamava oCarduccio, si el poor,
(e ghe iera el suo busto bel in mostra), ma per noi, per dirla pmprio s'cieta,
per noi quel nome xe solo... «Scola nostra»
Enrico Cattonaro
Hanno partecipato all'incontro: Livio Argentini, Lucia Aiello, Silva Bilucaglia, Lina Belci, Licia Belci, Nini Bradini, Francesco Biasuz, Licia Bilucaglia, Libera Bacia e marito Primo Clementi, Nedda Bilucaglia, Gianmaria Biasi, Renzo Benvenuti e signora, Enrico Cattonaro, Marilena e Egidio Cerri, Lia Penco Cleve, Licinia Craglietto, Maria Di Barbora, Lilli Duda, Adelmo Dobran e signora, Angelo Farad, Lucà e Claudio Fontanive, Livia Fonda, Gusti Grubissa, Aldo Grillantini, Anna e Germano Germanis, Cici Gelletti, Mariella Mattessi, Carmen Mitts, Ada Memi, Maila e Ennio Puchar, Tullio Paparella, Anita e Dino Robba, Ermanno Rocco, Nidia Rismondo, Gottarda Serreli, Renato Trupiano e signora, Germans Ursini, Aldo Venutti e signora, Silva Vassili, Fides Vites, Dario Vidali, Silvana Vidali, Valletta e signora, Lucille Zannantoni, Etta Zompi.