PER LA CATTURA DELLE SARDINE Le sacaleve a Orsera - Antonio Masseni - foto

foto Orsera. esendo sul mare, non era solo un paese di contadini. ma anche di pescatori, e la maggior pane di essi non possedevano solo batane e batanelle, (barche a fondo piano) ma anche barche di grosso calibro, non come i bragozzi ma quasi. Il mare di Orsera era molto pescoso. di ogni ge nere di pesci, ma in special modo di sardoni (alici) e sardelle. Nei mesi di luglio-agosto-settembre. quando c 'era .scuro de luna> (luna nuova), era il tempo di vendemmia per i pescatori. Caricavano le loro grosse barche con reti chiamate .sacaleve>'. grandi reti atte alla cattura di molti quintali di sardine: se avevano fortuna. alle volte arrivavano anche fino ai cento quintali di pescato. Quelle reti non erano grossissime come le odierne che ti rastrellano l'intero oceano, ma avevano il loro bel volume: eravamo ai primordi per le grosse reti. Sulle batane mettevano i <demi" (le lampare), perché di notte i pesci vanno dove c'è la luce. e la lampara e fatta apposta per attirarli emanando una luce intensissima. Terminati i preparativi, via al largo. nelle zone scelte da ciascun capo barca. Era bello, nelle sere d'estate, vedere dal .ponce di comando” tutte quel le luci sul mare: sembrava che in-ere costellazioni fossero scene a fare il bagno al largo di San Zorzi della Longa. 1 pescatori orseresi avevano contratti con I. Ampelea. una società con diverse fabbriche sulla costa istriana e veneta che inscatolavano le sardine pescate nel I 'alto Adriatico. A tal proposito era stato deciso di costruirne una anche a Orsera. il posto scelto per la bisogna, fu vicino alla vecchia chiesa di marina, ma dopo i primi scavi fu scoperto un bel mosaico di epoca romana. forse il pavimento di qualche villa dell'epoca: era somigliante a quello della basilica di Aquileia. Della cosa si interesse subito la sezione polesana delle belle arti; fu posto il veto al proseguimento dei lavori e la fabbrica sfumò. Non ho mai assistito a una pescata di sardelle con la sacaleva, ma il mio amico Paolo. figlio di pescatori. che era andato diverse volte, mi raccontava che quando le sardine incominciavano a radunarsi sotto i <<ferai,,. il mare sembrava diventare d'argento. Quando il .ciapo” cominciava ad ingrandirsi sempre più, veniva tutt' intorno calata la sacaleva, che aveva la proprietà di chiudersi in Tondo, dopo aver circondato tutte le sardine, perciö aveva quel nome (saca-leva). Man nano che veniva sollevata con I. argano le sardine imprigionate cominciavano ad agitarsi e il mare sembrava una pentola ribollente. Con dei grossi retini venivano prelevate e travasate nella stiva della barca, che, se i quintali arrivavano a cento, come in precedenza accennato, rischiava quasi di affondare. Doveva arrivare in porto plan pianino per non imbarcare acqua. ma i pescatori. felici come pasque, per quella volta vendevano le sardelle sottocosto (prezzi stracciati) ai compratori del paese. Antonio Masseni

Dal numero 3026

del 14/03/1998

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