Quarta parte
11 24 aprile 1938 il Camerra su «La Vedetta d'Italia. scrive: .Fra le mostre d'arte apertesi in questi giorni ad Abbazia richiama al "Quarnaro" il favore del pubblico la personale del giovane pittore di Pola Romeo Marsi che rivediamo qui a distanza di tre anni per la terza volta. Abbiamo detto in altra occasione parlando del Marsi come fascia sempre piacere visitare le mostre dei giovani; di solito esaminando la loro produzione ci si sente prendere da un senso di freschezza che reca all'animo dolci sensazioni, come quando ci si trova dinanzi a cosa che nasce e si rinnova. Romeo Marsi vuole emergere nel campo artistico con quadri di figura, preferibilmente i nudi e di grande composizione: concetti che consentono con una certa facilità l'ottenimento di effetti ma che ammettono profondita di cognizioni artistiche, vigorosita tecnica, raffinata sensibilità psicologica. Non di meno, diciamo subito, il giovane pittore si fa molto onore in questi suoi dipinti: "Sonno di Ninfa", "Fantasia", "Bianco e Nero", "Notturno", "Solitudine", "Nebbia", "La Chiesa del Villaggio", "Colline", "La Strada", "Quiete", "Sorge il Sole", "Prima Luce", "Vallata" ecc. La mostra di Romeo Marsi e quindi una manifestazione artistica che valorizza l'arte del giovane pittore e gli apre ampi orizzonti di sempre nuove affermazioni consentendogli di prepararsi con tutta tranquillita per la prossima personale al-Festero,
G. Matteo Campitelli dell'«Osservatore Romano. il 29 settembre 1935 cosi si esprime: «Del Marsi c'e un Crocifisso, ad olio, pacato, discreto. Un altro olio, Al-la Prima Messa, che ci conferma quanto di lui abbiamo gia detto, ma che ci fa ammirare altre sue doti: nell'aria di misticismo ben sentito che si sprigiona dal quadro, dal movimento delle figurine e dal brio della composizione tutta, possiamo formulare Ic migliori speranze per l'avvenire dell'artista..
Nel 1939 Silvio Benco su .il Piccolo. di Trieste scrive: «Chi vede le parecchie pitture esposte dall'artista polese, alcune di due anni fa, altre recentissime, si accorge tosto d'un progresso costante sopra una determinate linea. Questa non muta; ma le opere sempre più acquistano valore. E giusto ripetere che il Marsi, come preparazione all'arte non tome confronto con alcuno dei giovani artisti giuliani; disegnatore bellissimo, equilibrato nel comporre ed armonico; occhio sicuro nelle valutazioni del colore e nella sensibilità ai suoi passaggi più fini e piCa delicati. Molte cose amiamo di questa mostra d'un giovane, che ha gia tan lo conquie tato da poter affermare a pieno diritto la sua volonta di divenire qualcuno.. Concludo questa rassegna di critici con quanto scrive Lina Galli sul «Corriere Istriano. del 9 giugno 1940: «Giova mettere in rilievo che Romeo Marsi anche nella pittura reste un poeta, e che egli concepisce il quadro come il mondo trasfigurato in una visione poetics. Eccelle l'artista nella delicatezza della flessuosità, nella plasticita dei nudi, dimostrando nello stesso tempo spiccate qualità di paesaggista. Nei più recenti paesaggi istriani si notano atmoslere vaporose e fan tastiche, che fan-no del quadro una cavità nell'aria, e eerie finezze croma fiche nei grigi piovosi, che testimoniano una grande sensibilità Questa ricca
messe e fru t lo di una passione assoluta per l'arte, sostenuta da una volonta che non indietreggia di fronte qualsiasi ostacolo, sentita da uno spirito meditativo che si abbevera alle fonti classiche dell'aureo '400 italiano. In de si manifesto l'anima istriana di Romeo Marsi che, rifuggendo da ogni esotismo, si riallaccia con purezza al-la grande tradizione nazionale.. Leggere questi giudizi provochera certamente rimpian lo in chi (compreso il sottoscritto) trovandosi in quell'epoca a Pola, non ha visitato le mostre del concittadino Romeo Marsi, scomparso prematuramente.
Dino Calabrò