Gli anni con i «filzini» - Tullio Gabrielli - foto

foto Firenze, campo profughi di Sant'Orsola, via Guelfa, primi di settembre del 1948. Sono qui da un anno e mezzo. Col «Toscana» da Pola a Venezia, due giorni alla Caserma Sanguinetti e poi via col treno fin qui. Ho fatto otto esami alla Facoltà di Lettere in piazza San Marco, ho lavorato gratie presso il Comitato giuliarto del conte fiorentino Boggiano Pico e della fiumana signora De Caro, ho costituito il centro ricreativo del campo, ho dato vita coll'amico Biasoni all'Unione Sportiva Esuli Istriani (USE!) («bei usei che sentir», disevimo) costruendo un campo di pallavolo ed una squadra che andò fino a Napoli (e ritorno) senza biglietto (scondendose chi qua chi là par gli scompartimenti o nei cessi) per le finali di promozione alla serie B. Ho fatto, soprattutto, tanta fame e tanta miseria morale e spirituale. Mi arriva da Clemente, da Roma, il telegramma di assunzione, in qualità di istitutore, presso il Convitto «F. Filzi» di Gorizia. Mi precipito. A Gorizia nessuno ha mai sentito parlare di questo Collegio. Cerca di qua, cerca di là e finalmente l'amico Laurini, in corso Roosevelt, mi fa: «Macché a Gorizia! Ti devi andar a Grado, parché la sede no xe ancora pronta!» « benon», digo e lazo apena in tempo a ciapar la Gradese. A Belvedere scende il terzultimo passeggero e restiamo in due. Guardo l'ultimo compagno di viaggio e gli chiedo se all'arrivo a Grado potrà gentilmente indicarmi l'ubicazione del «Filzi». Mi fa: «E tossa so mi, anche mi vado là, vegno de Padova, son dele isole de nerso e me ciamo Domenico Bon». «Tullio Gabrielli? da Pola? nato nel 25?» mi fa il direttore Prandi all'Albergo Excelsior, sede finalmente scoperta dell'Istituto. Si, gli dico, perché? Perché — mi risponde — mi aspettavo un mio alunno del Convitto Nazionale di Pisino, stesso nome, stesso cognome, stesso anno di nascita! (Qualche anno dopo ci siamo presentati, a Trieste, alla Birreria Dreher, credo). «Bene — dice Prandi — adesso a cena e poi su nelle stanze a preparare i letti e ad allestire gli studi (?!?!) perché con domani cominciano ad arrivare i ragazzi!» Ne verranno un centinato, poi divisi in quattro squadre: prima squadra (la mia) di seconda e terza media, seconda squadra (Bon) di prima media, terza squadra (Renato Zele) in seconda o terza d'avviamento, quarta squadra (Viscovich) in prima avviamento ed elementari. (Guerrirto Malirsà, supplente) Quanto impegno, quanto amore, quanta pazienza per questi nostri fratellini minori! Bisogna essere per loro padri, madri, fragtelli, amici, insegnanti, educatori, compagni di gioco e di studio. Bisogna abituarli a scrivere a casa Come vi ricordo tutti ancor oggi: Sossi, Garcovich (l'attore Gianni Garko), Host, Antonelli, Maiazza, Visintin, Lazzarovich, Nanni, Gelsi, Dorini, Manzoni, Vecchia ttini, Ranzato, Cecconi, Mene gatti, Poso, Maiani, Millini, Danielis, Faraguna... Vi ricordate la recita e la famosa battuta: «Non mi dica, seccante cavaliere,...» invece di «non noi dica seccante, cavaliere...» E vi ricordate le quotidiane passeggiate con i tre itinerari invariabili: diga, spiaggia verso la Rotta, direzione Belvedere? Vi ricordate la «preparazione» della squadra di pallacanestro, alle é del mattino, per... perdere coi «gemelli» del Sauro del direttore Robba e dell'istitutore Germanis? Vi ricordate la gita per «laguna» ad Aquileia? E, sempre ad Agitileia, la visita alla tomba del Milite Ignoto? E l'inaugurazione del Villaggio dell'esule a Grado? e di quello di Gorizia? E la visita sulla goletta militare a Grado? E poi le due estati trascorse a Sappada, prima al preventorio «Dalmazia», poi alla colonia «Istria»? E le gite alle sorgenti del Piave, al Passo Di. gola, al Passo del Mulo? E il fantastico saggio ginnico-canoro al Parco «Filzi» da noi ripulito ed assestato con l'esecuzione dell'Inno a Sappada a tre voci per la musica del maestro Milossi e su parole del sottoscritto? Tanti e tanti altri sono passati per il «Filzi» dopo di voi. Tanti ne ricordo fino a quando, nel '52, ho lasciato il Collegio per passare all'insegnamento: Cederleo, Radizza, Marchich, Museo, Mazzanti, Labate, Saxida, Moro, Marino... Tanti sono stati quelli che, filzini, ho avuto come miei alunni nelle scuole in cui ho insegnato: Cane-vari, Aquilante, Schira, Coos, Gambaletta, Merchich, Fabiani, Ferlich... Vi rivedrò tutti a Grado il 3 e 4 settembre? Lo spero con tutto il cuore! Tullio Gabrielli

Dal numero 2554

del 03/09/1988

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