LACRIME D'ESILIO - foto

I nostri morti Il 21 agosto 1935 e Stancato a Torino, dove si era trasferiti, dopo l'esodo GIUSEPPE (BEN) BIASI - foto Era nato a Pola il 26.I2.1912 e in Istria tornava sempre, da pensionato, a trascorrere d'estate. Proprio nella sua terra è stato colto dalla morte e per sua volontà è stato sepolto nel cimitero di S. Lorenzo d'Albona, pianto dalla moglie Angela, dai figli Mandi, Bruno, Sergio e Massimo, dalle nuore e dai nipoti, dalle sorelle Merici ed Elvira e dagli amici tutti. [Era un nostro affezionatissima abbonato e generoso sostenitore. L'amore per l'Istria lo aveva trasmesso ai figli, anche a quelli nati dopo l'esodo in Piemonte. Seguiva attentamente il giornale e ci scriveva spesso. Ora ha raggiunto lassù gli amici di cui aveva pianto la scomparsa, ricordato tra noi con l'affetto di sempre.] MICHELE FORMICA Si è spento improvvisamente a San Terenzo (La Spezia) il 30 dicembre l'esule da Pola Michele Formica. Ci telefona angosciato la notizia Guglielmo Belli che lo aveva incontrato il 15 al raduno di Pisa e l'aveva citato nella sua cronaca. Alla moglie Anita e ai parenti tutti le nostre condoglianze. Il 15 dicembre 1985 presso l'ospedale di Fossa. (Cuneo) si è spento a 64 anni PIERO MELLANO - foto ex marinaio del Battaglione E Marco che fu in servizio anche a Pola dove sposò nel 1946 Maria Giachin che ha lasciato in profondo dolore con i figli Mirvana col marito Roberto e Giorgio con la moglie Silvana, e i nipoti Cristiana e Gabriele che tanto amava. Il caro Piero, piemontese della Granda, amava tanto da nostra gente e la cara Polo; appena poteva tornava a rivederla, per rinverdire i ricordi del passato assieme alla moglie Maria. L'estate scorsa, pur già sofferente, ha voluto ugualmente andarci quasi presago che sarebbe stata l'ultima volta per riaccostarsi a Valcane, a Monte Zaro e ai tanti luoghi amati che lo commuovevano fino alle lacrime. Ha lasciato ora a noi, come ha chiesto, di portare il suo saluto alla città tanto amata. (M. OSCAR ZUSTOVICH - foto Fianona, porto di mare, fu culla di prodi capitani e di ottimi marinai, te cui file si vanno assottigliando. A New york si è spento Fil 18 novembre il vecchio lupo di mare, padrone marittimo, Oscar Zustovich, lasciando nel più profondo dolore la moglie Eleonora, le figlie Pia e Gemma, la sorella Emilia ed il fratello Giulio e parenti. Era nato a Fianona 1'11 gennaio 1901 da antica famiglia di padroni marittimi. FMite le scuole elementari, il padre se lo prese a bordo del veliero «Mater Purissima» di sua proprietà, come mozzo. In seguito, a Lussinpiccolo, superò l'esame di padrone marittimo. Poi assieme ai fratelli col trabaccolo «Giulia solcò il Quarnero e l'Adriatico; faceva spesso il tragitto per Venezia con carichi di legna da ardere; si ormeggiava alle briccole di Punta della Madonna della Saluce. Affrontò spesso nel suo lavoro l'imperversare di temporali ed i mari agitati. Dopo l'infausto trattato di pace, per i sentimenti italiani, scelse con la famiglia la via dell'esilio, per non sottostare all'occupatore. Dapprima si trasferì a Treviso; in seguito con la famiglia emigrò a New york, ove prese impiego nel porto, sempre laborioso, assiduo e tenace sul lavoro. Con tutte le sue possibilità sostenne la propria famiglia cui era molto affezionato. Per il suo carattere adamantino, leale e affabile con tutti. è stato molto stimato e benvoluto dai compaesani e da quanti lo conobbero. La Famiglia Fianonese inchina reverente il proprio labaro alla memoria del caro defunto e porge alla famiglia e ai parenti le più sentite condoglianze. (Mario Niccoli] MERI DEPANGHER-MANZINI VED. DE DOMIZIANI Nata ad Albona il 12 febbraio 1905 ed appartenente ad antica famiglia del luogo, la nobildonna Meri si è spenta a Pordenone il 15 novembre 1985. Dopo essersi statoilita nel maniero avito di Glavar, la famiglia Depangheri Manzini agli 'inizi del secolo provvide a costruirsi una nuova casa a Fianona, aprendo al pianoterra un negozio di manifatture ed un altro di generi alimentari. Alla morte nel 1929 del padre Giulio, podestà di Fianona in carica a seguito della nomina avvenuta nel 1923, Meri subentrò nell'attività commerciale assieme al marito Vittorio de Domiziani, che assunse altresì l'incarico di podestà. Sotto la sua gestione comunale, durata fino al 1932, furono eseguiti i lavori della galleria per il prosciugamento e la bonifica del lago d'Arsa. Nel 1945, dopo un periodo di incarceramento, Vitto. rio assieme alla moglie abbandonò il paese occupato dagli slavo-comunisti per stabilirsi in Friuli. Donna di nobili sentimenti italiani, tenace e laboriosa, fu moglie e madre affettuosa. Affabile e caritatevole, era tanto benvoluta dai fianonesi. Alla figlia Giulia, alla nipote e alla sorella Romanita, la presidenza della Famiglia Fianonese porge sentite condoglianze. [Mario Niccoli] Il 27 dicembre 1985 è improvvisamente deceduta a Monfalcone WILMA LAUDANI IN CALUSA - foto d'anni 69, nata a Pala, che aveva lasciata con l'esodo trasferendosi a Monfalcone. La piangono inconsolabili il marito Renato, il figlio Giuliano con la moglie Laura e l'adorato nipotino Christian, i fratelli Livio e Mario con .le rispettive famiglie e parenti tutti. Le nostre più sentite condoglianze ai parenti tutti. LEOPOLDO DORIGO - foto 11 10 dicembre 1980 si e spento in Tolmezzo dopo breve malattia il ragionier Leopoldo Do-rigo. Nato a Pala nel 1908 crebbe, ultimo di otto fratelli, tra la malaria del Ponte. Ottenuto d diploma presso l'Istituto Tecnico «Leonardo da Vinci» si impiegò presso la Cassa di Risparmio di Pola ove rimase sino all'esodo con esclusione della parentesi bellica che lo vide impegnato come ufficiale del 56o Regg. Fant. «Marche» a combattere in Albania e Jugoslavia. Rientrato a Pola dalla prigionia in Germania si preparò subito a ripartire esule per ricominciare una nuova vita a Belluno e una nuova carriera presso la Banca 'Popolare di Novara. un uomo sensibile e buono, un genitore esemplare e premuroso, un funzionario di banca apprezzato da superiori e colleghi. Lo ricordano e piangono i figli, i nipoti e i parenti 1Dorigo, Debeuz e Rosso, cui porgiamo le nostre condoglianze. MARIA MARESI Dalla fredda citazione del dato necrologico abbiamo appreso che è morta a Gorizia a 62 anni Maria Maresi. Era stata dopo l'esodo la colonna portante dell'Arena, colei che provvedeva a tutto con rara intelligenza e perizia, sempre discreta e precisa, puntuale e affabile con tutti nella prima redazione di Corso Italia. Quando pensò a sistemarsi statoilmente, impiegandosi nella amministrazione statale, lasciò un grande vuoto. Fu un distacco che fu totale per il suo rinchiudersi in se stessa e nei rapporti famigliari. Dopo qualche sporadica occasione d'incontro, la gentile, affabile Maria si tenne lontana dalla comunità degli esuli, come se volesse farsi dimenticare dopo l'intenso legame con il giornale. Piangiamo adesso la scomparsa d'una creatura tanto dolce e comprensiva con il tormento di non aver potuto o saputo coprire in qualche modo il vuoto che ad un certo momento s'era aperto nel rapporto con lei e con la grande dedizione con cui s'era occupata del giornale quando la redazione era affollata di collaboratori ed amici. Nel ritrovato ricordo con il definitivo distacco terreno, riviviamo una parte importante nella vita del giornale attraverso quanto Maria si è prodigata e ci ha insegnato. E ci scusiamo con lei per non aver colmato la lontananza con la cordialità d'un tempo, come lei sapeva fare con tanta cortesia e col sorriso che l'accompagnera in eterno Spenta la voce di Biagio Marin Martedì 24 dicembre moriva a Grado il poeta Biagio Marin, il cantore delliisola d'oro, ma cantore soprattutto degli affetti familiari e della piccola patria, della vita dell'uomo, dei suoi ideali, delle sue sofferenze e fatiche, dei suoi tormenti e delle poche gioie; cantò il lavoro della sua gente, i pescatori instancabili; cantò la sua laguna e la grandezza di Grado patriarchina; cantò la grandezza, la bontà, la misericordia di Dio. Amò tanto la sua Grado, ma amò anche l'Istria, che visitò fin da fanciullo col padre e che spesso ebbe presente nelle sue liriche. Pianse l'esodo degli istriani, ai quali portò la sua parola di conforto. Anch'egli soffrì tanto quando si trovò lontano dal suo paese ed a ricordo di quel suo profondo sentire, che per noi è diventato quasi una seconda natura, scrisse alcuni testi di grande valore poetico. [M. Z.] GIGLIOLA COGGIOLA Con questo motto di lieto auspicio «ritrovarsi sempre allegramente» fu suggellato il mio incontro dell'anno scorso a Rimini con le compagne di scuola: Maria Madruss., Romà Griinberger, Inee Dessardo e Gigliola Coggiola. Non lo fu certamente per Gigliola che in novembre ha lasciato questo mondo. La notizia della sua scomparsa appresa dall'Arena mi ha lasciata quasi incredula e mi sembra davvero impossibile che, dopo averla persa di vista con l'esodo e ritrovata a Rimini a distanza di 40 anni, sia uscita dalla nostra vita. Seguiranno altri raduni ma il pensiero che non rivedrò la gaia e sorridente Gigliola mi riempie di tanta tristezza; quando la salutai per congedarmi da lei non sapevo di darle l'ultimo addio. Mi associo al dolore dei suoi familiari e della sorella Marcella. Ricordo dl Draboni Anche Drabeni se n'è andato. Lino, dalmata, primo presidente dell'Anvgd, amico sin dal 1950 o giù di lì. Al nostra ultimo incontro, qualche mese fa, si sentiva stanco; realmente da lui non si sprigionava l'energia di un tempo, ma dl morale era sempre alto. Aveva affrontato tempeste, era stato discusso, il suo operato era stato criticato; invidie e rancori lo avevano amareggiato. Tutto questo non mi interessai era uno dei nostri, uno che aveva dato tutto se stesso per la nostra causa, non aveva esitato mai, aveva sempre agito per il bene della comunità degli esuli. Ai suoi famigliari il mio più sincero cordoglio; a lui dico: addio Lino, addio amico! Fulvio Farba

Dal numero 2422

del 11/01/1986

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