IL PITTORE GINO DE FINETTI Da Pisino a Corona via Monaco e Berlino - Maria Teresa Micovilovich - foto

foto Didascalie: «Tuffi a Brioni» di Gino de Finetti (quadro di proprietà della nipote del pittore, Lori de Finetti Marussi, residente a Trieste) Maria Teresa Micovilovich si è laureata con 110 e lode in materie letterarie presso l'ateneo triestino discutendo la tesi «Il pittore Gino de Finetti nell'anno accademico 1984/85 Gino de Finetti nacque a Pi. sino d'Istria, anche se le origini dell'antica famiglia de Finetti seno ascrivibili nella più lontana regione della Toscana. Il padre. Gino Battista de Finetti, si trovava a Pisino per la costruzione di ora linea ferroviaria (era ingegnere) quando Il 9 maggio del 1877 rEcque il figlio. Dopo una infanzia vagabonda ma spensierata, la famiglia de Finetti si statoilì definitivamente a Trieste; qui Gine ottenne il diploma presso i! Liceo-Ginnasio. Unitamente agli studi scolastici, il futuro pittore frequentava l'atelier del pittore. Scomparini che lo introdusse allo studio dei disegni ded'Hulbein. Verso i 18 anni de Finetti si trasferì in Germania, e più precisamente a Monaco. dove s'iscrisse alla Facoltà di architettura. Ben presto abbandonò questa Facoltà per frequentare l'accademia delle belle arti. 0, ebbe modo di seguire il corto di pittura ,pleinarist condotte dal pittore tedesco Von Ztiegel. un maestro severo e rigoroso che richiedeva la massima dedizione alle teorie fisiche e ottiche necessarie a ottenere ogni effetto di luce. L'eccessivo rigore dell'insegnamento stancò l'allievo cha. esiliando dalle lezioni, si ritirò nella selva boema per dedicarsi alla pittura dal vero. Terminato il periodo di ritiro spirituale, Gino de 'inetti iniziò a partecipare ai primi concorsi per cartelli pubblicitari. ex libris, ecc. ritteneede alcuni premi. Assolto il servizio militare in Austria, tornò a Monaco nelle vesti di cartellonista e collaboratore grafico per alcune riviste monacensi quali il «Simplicissimus e lo Jugend. Nel t904 si trasferì a Berlino come illustratore di copertine di libri per gli editori Ullstein e Scherl, collaborando fra l'altro con le rivi ste berlinesi Lustige Blaetter Dame». Berliner Illustrierte e Zeitung Berlino si presentava, allora, come una città più attive culturalmente di Monaco: qui de Finetti prestò la sua collaborazione a Max Reinhardt per gli allestimenti scenografici del lessino Theater e il Deutscher Theater. Durante il periodo berde Finetti fece due important viaggi e Parigi. Nel 1911 lavorò accanto al celebre coreografo russo Diaghilev, fondatore della prestigiosa compagnia dei Ballete russes di Parigi. Tornato a Berlino nello stesso anno, sposò Marta Bermann. donna bellissima, originaria di Hannovei e che più volte servirà da modeiir al pittore. Nel 1812 iniziò a partecipare alle mostre èHa Fterliner Secession, continuando ininterrottamente fino al 1933. Dal punto di vista pittorico il periodo berlinese è da ritenersi il più proficuo, dipinse molti clii tra i quali più fa-musi sono il ritratto del padre, tuffi a Brioni (suo preferito), cavalli alle sbarre, concorso ippico sul prato, scherzo. Le sue opere verranno esposte anche elle Biennali di Venezia (1920, 1928, 1932. 1934); nel 1924 fu presente alla prestigiosa mostra di Milano della Bottega di poesia con una lusinghiera presentazione di Carlo Carrà. Espose inoltre (e più volte) a Trieste, Berlino. Amsterdam e alla Quadriennale di Roma. Nel 1934 I coniugi de Finetti lasciarono Berlino in seguito all'ascesa e al pericoloso affermarsi del nazismo. Gino e Marta de Finetti si trasferirono a Corona presso Gorizia, nella loro piccola e amena villa di campagna. Qui iniziò per loro una vita completamente diversa da quella condotta nella movimentata metropoli tedesca; tuttavia de Finetti continuò la sua ari tività di pittore e cartellonista sia per editori italiani che tedeschi. Dal 1935 al 1938 è stato presente alle esposizioni di pittura a Varsavia, Cracovia, Bucarest, Sofia, Budapest e a Napoli. Della gente di Corona l'uomo de Finetti è ricordato come una persona tranquilla, arguta, di una precisione tutta tedesca, che applicava anche fuori dal lavoro come ad esempio nel magnifico giardino della villa, ricco delle più pregiate specie di piante di cui il pittore andava orgoglioso. L'amore che sempre nutrì per i cavalli (soggetti prevalenti dei quadri) non venne mai meno neppure in una delle sue ultime opere -Londra», il nome che aveva dato alla sua puledra, alla quale dedicò il quadro. Le impressioni che i due coniugi de Finetti suscitarono nella gente del luogo furono senz'altro positive, circondate peraltra da un alone di originalità derivante dal loro fare aristocratico e cortese che probabilmente sapeva d'altri tempi e d'altra società. Gino de Finetti morì a Gorizia nel 1955: stava percorrendo le scale dell'ufficio postale per imbucare un ennesimo lavoro per un editore tedesco quando fu colpito da un infarto improvviso. Cinque anni dopo fu seguito dalla moglie. Maria Teresa Micovilovich

Dal numero 2484

del 04/04/1987

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