ISTRIA Pisino millenaria - foto

Rotonda del Castello Montecuccoli a Pisino Ecco Pisino, quietamente adagiata nella sua conca, una conca davvero d'oro come qualcuno ha voluto definirla, parafrasando la lontana località sicula; eccolo al centro della penisola istriana, il caro borgo che quattro anni fa ha celebrato il millesimo anniversario della sua esistenza. Con ampio margine ne ha parlato Nerina Feresini non alle prime armi in tema di rievocazioni e riesumazioni, certamente unica fra i figli di quella città a poter cantare la storia, che in qualche caso acquista valore di leggenda, cosi ricca di fatti tanto lontani nel tempo e tramandarne le molteplici gesta a quelli del duemila ed oltre. «Una città, un millennio è squisitamente un compendio di ricerche difficili ed appassionate verso cui l'autrice ha richiamato la sua penna ed affidata la sua mano per condurre il lettore in un campo vasto di conoscenze, ai più ignote, documentate con dovizia di particolari bibliografici e rilevamenti fotografici. Fulcro della cittadina millenaria rapportato a tempi più moderni, è stato con uguale forza e concomitanza l'apporto di tre distinti — vorrei così definirli — movimenti: movimenti che hanno sollecitato la mia impressione sin dal primo mio contatto con quel «baso., come teneramente e famigliarrnente viene denominata la conca: per primo la Foiba, il torrente misterioso fonte di una abbastanza ricca letteratura, il suo abissale scomparire; secondo il Castello dei Montecuecoti e la viciniora Casa Rapicio, ambedue strapiombanti sul Foiba, terzo la Scuola, il Ginnasio rioè, fucina sorta agli inizi del secolo e assopitasi, purtroppo, per gli eventi, ormai noti e conseguenti il secondo conflitto. Nel quarantennio dell'esodo questo rapporto millenario con la città perduta acquista un pegno di maggiore portata che la gente di Pisino riconosce in se stessa ed un viatico per le generazioni future che ne tramanderanno — è indubitabile — le generosità, l'operosità, i sacrifici.

Dal numero 2506

del 19/09/1987

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