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Didascalia: In prima fila da sinistra: Adelma Tulliani, Maria Bonaparte, Luciana Zaratin, Franca Cimmino, Claudia Pecene, Livia Del Treppo, Silva Lodes, Eleonora Villa. In secondo piano: Nedda Scopini, Lucilla Berne, Claudia Benedetti, Maria Grazia Bendoricchio, Clara Forest', Alda Farinella. In ultima fila: Sonia Salvi, Nidia Rossi, Marcella Mazzani, Marisa Di Zord, Lilla Fabretto, Lucia Franco, Lella Riva, Lidia Manzi», Nadia Benci, Maria Grazia Vodopla. Al centro il prof. Attilio Craglietto
Nelle mie giornate trovo sempre un momento per quello che chiamo l'angolo della nostalgia. ed e quello che riservo alla lettura dell'Arena oppure. come sto facendo in questi giorni, quando riordino tutti i numeri dello scorso anno. Cerco con lo sguardo gli articoli, i nomi, le foto che particolarmente risvegliano quei ricordi cosi nascosti nelle pieghe del tempo e della memoria, da essere ogni volta una sorpresa infinita. (Cara Luciana Zaratin in Baroni, anch'io come te ho provato la sensazione di avere la memoria in poltiglia, come se una invisibile barriera fosse calata sul mio passato, isolando tutto quanto riguardava Pola dal resto della realtà della vita. Ciao Luciana, che piacere averti risentita al telefono...) Ecco la fotografia «quelle della quinta A della scuola Dante Alighieri; sì, ci sono anch'io, e rileggo con vivo piacere quanto hanno scritto Nadia Benci e Marisa Carpenetti, che è andata a trovare la maestra Marchetti. (Brave. brave ragazze!). La maestra Marchetti che ci aveva preparato quell'anno con grande scrupolo all'esame d'ammisione alla scuola media: quante poesie imparate a memoria, riassunti, problemi... Con la frequenza delle scuole medie era però anche incominciata la guerra; dopo un primo inizio alle scuole Giusti, alcune classi vennero in seguito spostate presso il Museo Archeologico. Di quel periodo ho un ricordo confuso e caotico; si faceva lezione in compagnia di numerose statue romane e reperti archeologici, che avrebbero dovuto fare da classica corona ai nostri studi; non potevamo però apprezzare completamente quell'irripetibile occasione, disturbati dai continui allarmi aerei; ricordo però un anno in cui tutta la classe era stata colta da un grande entusiasmo per l'Iliade e tutti avevamo soprannomi pescati dal poema omerico e «troiani. e «greci» si inseguivano in grandi manovre per i giardini e le vie di Pola. Nonostante il periodo denso di preoccupazioni e di paure, non si mancava di vivacità. nei limiti consentiti dalla disciplina di quel tempo notoriamente ferrea. (Ti te ricordi, Nadia Baraci, le schizzade de inchiostro ' sulla giacca bianca del preside Fiorella?) Si viveva di piccole cose quotidiane e banali, delle gite a
Fasana, andando in «clapa al Bianco in bicicletta, o alla grotta dei Colombi, o a trovare la Silva Lo-dee a Monte Paradiso (saccheggiando frutta verde e acerba degli orti vicini, rischiando pericolose indigestioni se non il tifo!) Cosi la nostra adolescenza cresceva ignara che sarebbe presto stata dispersa e divisa dalle conseguenze di quella guerra che continuò a lungo a lasciare il suo segno sui nostri destini. Con molte delle ragazze della quinta A ci saremmo ritrovate al Ginnasio e poi al Liceo Carducci. Con alcune ci siamo incontrate (grazie Nidia Rossi!) in quei mini-raduni di ex-liceali con i muli e mule di anni felici, con una gioia timorosa all'inizio, ma che via via trovava calore e simpatia che pensavo perduti per sempre. Ed in ricordo dei nostri anni verdi invio all'Arena la foto della prima Liceo (anno 1946-47 interrotto forzatamente per l'esodo), in cui l'obiettivo ha fissato le nostre immagini sulla scala d'ingresso del nostro amatissimo Liceo Carducci.
Franca Cimmino Pavonello