La voce di Carlin - C.U.B. - foto

- foto Il 30 aprile ricorreva ti primo anniversario della scomparsa del tenore Mario Carlin. Nella sua Fasana d'Istria (che gli aveva dato i natali il 13 giugno 1915) lo chiamavano «el nostro gardellin perché cantava sempre lungo l'incantevole litorale istriano. Solo per la ferrea volontà (che lo ha poi sempre caralle rimata) e grazie ad enormi sa. critici, l'umile pescatore è diventato un artista lirico commiato: la sua dolcissima voce tenorile intonava le parti a lui più congeniali con grazia e signorilità d'accento, qualità che gli hanno fatto conoscere fama e successo indiscussi. Lo ricordiamo nostalgico Federico nall'Arlesiana di Cilea, malizioso Arlecchino noi Pagliacci di Leoncavallo, misurato Ping nella Turandot di Puc. cini, giovanile Cassio nell'Otello verdiano, banditesco Dancairo nella Carmen di Bizet; con finezza cesellava il ricco repertorio settecentesco e con intuito di vero intenditore non sdegnava accostarsi a quanto di veramente valido offre il repertorio moderno. Direi che la sua dote più evidente era proprio la finezza interpretativa, qualità che lo ha reso estatico interprete della venezianità in musica, quale Filippetto ne «I quatro Rusteghi» di Ermanno Wolf-Ferrari, miracoloso Mozart del Novecento, e nel repertorio cameristico. La sua cultura vastissima, poggiata soprattutto sulla personale esperienza, 'lo portava verso gli autori meno conosciuti dal vasto pubblico: avrebbe desiderato cambiare i destini di un nostro conterraneo, il misconosciuto Sanareglia, «autore dimenticato» (così lo definiva Carlin) delle brillanti «Nozze istriane». Voglio ricordare con 'simpatia la cena di una serata trevigiana quando, parlando appunto di Smarcg11,, e dell'ingiusto oblio nel quale e stato relegato, Carlin intonava la Serenata che Lorenzo canta a Marussa. I maggiori direttori di orchestra (tra i quali Gui e Simonetta) lo ricercavano espressamente per i ruoli che, pur di brave spazio, esigevano finezza di interpretazione insieme a sicura competenza tecnica e 'perfetta intonazione, dando così testimonianza della sua intelligenza musicale. Né, in questo breve ricordo, può essere trascurata la sua attività didattica: allontanatosi dal palcoscenico (grazie alla sua straordinaria longevità canora) solo negli ultimi anni, Carlin, ricordando i suoi difficili esordi, arrivato al successo, genermamente aiutava i giovani che in lui trovavano sensibilità umana e bontà, unite ad entusiasmo sincero e profonda conoscan. delle voci che a lui si affidavano. Al momento della scomparsa, avvenuta in seguito ad un attacco cardiaco, unanime è stato il cordoglio; illustri nomi del mondo 'lirico si sono stretti in reverenze omaggio all'uomo e all'artista. Lo ricordiamo nella dolorosa ricorrenza assieme alla moglie Elena ed al figlio Enrico. C.U.B.

Dal numero 2391

del 25/05/1985

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