Quale futuro per il quartiere di Campagnuzza - foto
Didascalie:
Le autorità alla posa della prima pietra In Campagnuzza
Il vescovo mons. Ambrosi benedice la prima pietra della chiesa
E' molto difficile indovinare quello che sarà il futuro. Vogliamo soltanto dire perché si può essere ottimisti, basando però questo ottimismo sui segni che già oggi si vedono. Ad un primo sguardo non sembrerebbe fondata una speranza per il futuro: basti pensare al massiccio abbandono della pratica cristiana, oppure alla lontananza della grandissima maggioranza dei giovani dalla Chiesa, tanto che si possono definire una nuova terra di missione. Ma dobbiamo pensare alla stanchezza che è inevitabilmente frutto del consumismo, ad un rinnovato interesse per le realtà di fede, (alle volte dettato però da superficiale curiosità). Pensiamo ancora al desiderio che da maggior parte della gente ha di stare insieme (se ne è avuta la prova con la massiccia affluenza alla sagra). Va riconosciuto che alcuni giovani hanno una grande capacità di impegno volontario. Come persone di fede occorre credere inoltre all'efficacia nel bene di tante preghiere e sofferenze nascoste: tanti di noi probabilmente conoscono qualche vecchietta che passa il tempo pregando per le necessità di tutti, ed e talmente ben fondata nella sua fede da dar lezione anche a chi ha studiato e crede di non aver bisogno di dedicarsi alla preghiera.
Naturalmente ciò non toglie la necessità di lavorare duramente: pensiamo soltanto alla difficoltà per un prete solo di visitare e conoscere a fondo 700 famiglie, senza contare gli altri impegni. I limiti quindi ci sono e ci saranno sempre. Ma dai segni che oggi si vedono è ragionevole pensare che la parrocchia sarà un punto di riferimento anche negli anni duemila, non solo per i praticanti (che probabilmente caleranno dl numero), ma anche per tutti gli altri. Dove gli uomini semplici e di buona volontà potranno trovare una speranza autentica? Dove possono essere sicuri di non venire strumentalizzati?
Papa Giovanni diceva che da parrocchia è come la fontana del villaggio, che dà acqua a tutti, senza gelosie e senza porre condizioni. Forse ai giorni nostri molti avranno creduto di trovare altrove un'acqua più buona; ma è un'illusione di cui si accorgeranno presto. Ma la fontana è là, aspetta senza premura, pronta a dare a chiunque lo voglia la sua acqua, che poi è la stessa dl cui parla Gesù nel Vangelo, una sorgente che zampilla per la vita eterna.
Dal numero 2370
del 22/12/1984
pagina 1