La Chiesa fu consacrata a Polo nel 1898 Alla Madonna del mare - Guglielmo Belli - foto

foto Didascalia: Chiesa della Madonna del Mare e Famedio del Marinaio italiano a Pola (Foto ristampata da Mino Milotti) L'ideatore incontrastato e principale realizzatore della chiesa denominata Madonna del Mare che, dall'alto del Colle di Veruda, domina il porto di Polo, è l'ammiraglio barone Maximilian Dubliesky von Sterneck, comandante in capo della i. r. marina austro-ungarica. L'uomo, profondamente religioso, patriota, strenuo difensore della Monarchia, militare dalla mente aperta e buon politico, volle trasformare in un'opera che vivesse nel tempo gli ideali del carattere e della personalità che gli erano propri. Promosse l'erezione del tempio con l'intento di innalzare — nella maggiore piazzaforte militare marittima dell'Impero — un sacro palladio, destinato a divenire centro motore di idealità patriottica e religiosa, intorno al quale avrebbe ruotato l'anima marinara dei popoli della Monarchia, che ne avrebbero tratto incitamento novello a stringersi vieppiù all'Imperatore. Guasto ideale nascondeva a malapena l'evidente fine di porre in essere una affermazione, del tutto politica. di dominio sul mare Adriatico, auspicando per la i. r. marina absburgica, le migliori fortune verso la sua affermazione marinara. Dobbiamo notare come, per la Corte di Vienna, la Chiesa cattolica ebbe sempre un significato idealistico latino-italiano. A maggior prova di ciò, citiamo che nel corso della celebrazione dei funerali dell'ammiraglio von Sterneck — la cui salma riposa tuttora nella cripta sottostante il presbiterio — lo stesso imperatore Carlo I, presente alla cerimonia svoltasi durante la prima guerra mondiale, ebbe a richiamare un altissimo Ufficiale di Marina, che traduceva in tedesco il nome della Chiesa, ordinando che fosse conservato il nome italiano di Madonna del Mare». Il tempio, nel pensiero di von Sterneck, doveva diventare parrocchia per il personale della I.R. Marina, ovunque dislocato, e per le famiglie dei Marinai. A progettare l'impresa, von Sterneck chiamò l'architetto Natale Tommasi, trentino, consigliere edile dell'Impero (chiamato dopo il 1918 a reggere l'Ufficio di architettura del commissariato civile di Trento; deceduto nel 1924). Per la costruzione venne scelta la collina di Veruda, dominante il porto di Pola e non lontana dal luogo ove sorgeva il monumento all'ammiraglio von Tegetthoff, riunendo in un solo pensiero il ricordo di Lissa e l'auspicio di nuove feconde imprese marinare. Il governo concesse il terreno demaniale, e stanziò 60 mila corone per la costruzione; l'Arsenale di Pola venne autorizzato a fornire materiali e mano d'opera gratuiti. I ministeri dell'Istruzione e del Culto erogarono complessivamente 11 mila corone per l'erezione delle cinque statue della galleria posta sul frontale della facciata, che furono eseguite dalla I.R. scuola d'arte di Horick, in Boemia. Venne aperta una sottoscrizione alla quale aderirono gli equipaggi delle Navi, gli ufficiali e gli impiegati civili della I.R. Marina, le società di navigazione, i municipi delle città costiere, gli statoilimenti industriali della Venezia Giulia e privati cittadini. Perfino il vicerè d'Egitto donò quattro colonne di agata cotognina, che dovevano reggere il baldacchino di marmo dell'altar maggiore, ma che, alla fine del conflitto, si trovavano in lavorazione alla Scuola di Horick e andarono perdute. Il 29 giugno 1891, si procedeva alla solenne cerimonia di posa della prima pietra, in una cornice di autorità militari, civili, ecclesiastiche e di numerosa folla. Dopo circa sette anni, il 2 dicembre 1898, la chiesa venne aperta al culto. in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario di regno dell'imperatore Francesco Giuseppe, malgrado mancasse molto all'ultimazione dei lavori, non completati peraltro neanche all'epoca dell'armistizio. Il progettista architetto Natale Tommasi si ispirò allo stile romanico-bizantino, volendo richiamare il gusto di Roma e Bisanzio riportandone novella testimonianza sull'Adriatico. La chiesa, rivestita esternamente di marmi bianchi e rossi dell'Istria e con il tetto in rame (sostituito con zinco durante la guerra 1914-18), è lunga metri 30,50 — compresa l'abside — e larga metri 19,90. E' composta di tre navate; quella centrale è divisa dalle laterali da cinque colonne. La navata centrale sfocia nell'abside, rialzata su tre gradini, sulla quale è posto l'altar maggiore. L'abside è rivestita inferiormente in carta-tela dipinta uso marmo, ed un solo mosaico — dei diversi progettati — esiste nel catino sovrastante. A proposito di questo mosaico, composto a Venezia poco prima del 1914, venne posta una interpellanza al Parlamento di Vienna per protestare sia perché il lavoro era stato commissionato all'Italia, sia in quanto l'ammiraglio von Sterneck vi si era fatto rappresentare in ginocchio. In seguito a questa levata di scudi l'immagine dell'ammiraglio venne tolta dal mosaico. In un locale separato dalla chiesa, sorse il Battistero, trasformato successivamente dalla R. Marina italiana. in Cappella Votiva; un locale vicino è adibito a sacrestia. Le pareti laterali della chiesa sono senza decorazioni né altari; vi sono murate alcune lapidi che ricordano incidenti mortali avvenuti su navi a.u. Un bel portale romanico decora la facciata ed è sovrastato da una galleria che, in apposite nicchie, contiene cinque statue di Santi. Il campanile è alto metri 30, privo di acroterio, ed e sormontato da un angelo di bronzo dorato. Dello stesso stile della chiesa. sorge a lato di questa, alla destra di chi guarda, leggermente arretrato rispetto alla facciata: è congiunto alla chiesa da un piccolo locale, adibito a Battistero dopo la nascita della Cappella Votiva. Guglielmo Belli I dati storici e descrittivi contenuti in queste brevi note, sono stati desunti da una pubblicazione del comandante conte Mario Nani Mocenigo, edita nel 1929 per la Libreria Emiliana Editrice, in Venezia, su note fornite dal già rettore della chiesa, mons. Aleramo Cravosio, e da scritti dell'ammiraglio d'armata marchese Lorenzo Cusani Visconti. Per brevità sono stati omessi per la maggior parte i nomi dei moltissimi personaggi di ogni rango, militari, civili, ecclesiastici, membri dell'aristocrazia e delle istituzioni governative, che hanno contribuito ín vari modi sia ai lavori di ultimazione del Tempio che alla realizzazione della stupenda Cappella Votiva del Marinaio.

Dal numero 2313

del 29/10/1983

pagina 3