ARIA DI CASA NOSTRA Le opere di bonifica e ilsistema dell'Arsa - foto

Una panoramica su Fianona, appollaiata a sinistra sulla dorsale dei Caldiera, sulla sua valle attraversata dal «canalone» di bonifica e sul fiordo famoso che lambisce nel Quarnaro la non meno famosa «punta Pax Tecum». E' stata eseguita da E. Circovich sulla fine del 1928 quando i lavori del «canalone» potevano dirsi ultimati e pronti a far defluire nel mare le acque del lago d'Arsa: dovranno però trascorrere quattro anni: quelli necessari al traforo della galleria, punto chiave di tutta la bonifica dell'Arsa E' un documento fotografico inedito, curioso ed interessante: proviene dalla fonte inesauribile intestata al compianto Ernesto Circovich che ebbe a scattarla nel mese di giugno del lontano anno 1933 quando il Duca d'Aosta si portò nella piana prosciugata del Lago d'Arsa per visitarne gli impianti ed avviare ufficialmente i lavori del quarto lotto. In un gioco d'equilibrio, al seguito del Duca, sono gli ingegneri Di Drusco e De Simon. Sovrastante la immensa distesa del fondo lago, la superba mole del Monte Maggiore, a buona guardia L'inconfondibile figura del Conte Giuseppe Lazzarini su uno dei cantieri di lavoro di bonifica della Val di Carpano, nella zona delle miniere di carbone dell'Arsa. La personalità del Conte Lazzarini rifulse particolarmente in Istria dopo la prima guerra mondiale L'anno chiusosi di recente s'è portato via una data che pur avremmo dovuto sottolineare: quella relativa al cinquantesimo dalla nascita della Bonifica dell'Arsa. Risaliva infatti al gennaio 1928 lo storico colpo di piccone che il Conte Giuseppe Lazzarini, da tre anni Presidente del Consorzio di bonifica e di sistemazione idraulico forestale del «sistema dell'Arsa», librava sul terreno vallivo di Fianona esultando ai primi vagiti dell'opera che, successivamente, sarà considerata la sua «creatura». Dai primi passi della trincea-canalone a quelli più grandi della galleria di scarico, a quelli grandissimi del prosciugamento del lago d'Arsa e lavori di appoderamento annessi, la bonifica delle valli contermini e della grande valle di Carpano, il grande progetto ai cui studi attesero i primi tecnici di oltre due secoli fa, poteva dirsi rivolto, oramai, a certa conclusione. Non molto tempo fa il confratello quindicinale triestino ha voluto dedicare notevole spazio al ricordo dell'ex lago traendone spunto poetico-nostalgico per le lontre che da esso traevano motivo di vita, ma mettendo contemporaneamente in evidenza l'opera di risanamento compiuta e gli uomini che ad essa diedero il loro diuturno impulso. Ed è anche a noi gradito accomunare al nome del Conte Lazzarini quelli degli ingegneri Giuseppe Di Drusco, Vincenzo De Simon, Bruno Bidoli, dell'architetto Virgilio Balestra che attesero con passione di tecnici all'evolversi del grande piano di trasformazione idraulica ed agraria di quella parte orientale dell'Istria, un monumento che ha per pilastri quei nomi e che, in sintesi, può essere rappresentato da questi dati: superficie valliva del comprensorio ettari 4870, canalone trincea 1500 metri, galleria di scarico delle acque del lago 4500 metri, 103 chilometri di canali, 34 chilometri di argini, 27 di strade, 94 fra ponti e ponticelli, 281 briglie, una diga a mare lunga 600 metri, paratoie, chiaviche, due impianti idrovori, case di guardia e fabbricati rurali dell'Ente di Rinascita Agraria. Non siamo a conoscenza degli ulteriori sviluppi che, con l'esito dell'ultimo conflitto e la conseguente cessione di quel territorio, l'opera di rinascita abbia conseguito; certamente sarebbe interessante poterne rilevare le strutture attuali anche attraverso gli organi della nostra stampa e trarne, magari, motivo di analisi consuntiva di un progetto che ebbe, a suo tempo, il crisma dell'arditezza. Enrico Valdini 24 agosto 1912 Esce ad Albana un numero unico, «senza pretese»; — si regala per 25 centesimi — editore Antonio Rustia, stampato presso la tipografia Amati e Donelli succ. Trieste

Dal numero 2070

del 27/01/1979

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