PROFILI Bruno Vucini e il gioco di testa - EL. To - foto

PROFILI Bruno Vucini e il gioco di testa - foto Didascalia: Vucini incontrato a Pola nel novembre 1975. nel giardino di casa nell'ex via Sissano Bruno Vucini, stagione 1926-27 Iniziò a dare i primi calci — quelli seri, naturalmente — nei Giovani Calciatori, a 17 anni. Poi passò all'Edera, nelle cui fila giocò un anno solo. Indi, dopo lo scioglimento della società, finì al Grion (1926-27) nel quale giocò fino al termine della stagione 1933-34. Il «pompiere» Bruno Vucini (Vucich), nato a Pola il 19.2. 1907, riprese l'attività agonistica, in Serie C, nel 1936-37 dopo un grave infortunio al ginocchio, ma la lunga assenza dai campi di gioco e l'affermazione clamorosa di Aldo Fabbro nel difficile ruolo di centro-mediano, indussero il «vecchio» Vucini (a 30 anni!) a ritirarsi dalle scene calcistiche. Mediano laterale alle origini, poi centro-mediano, Vucini fu per lunghi anni una colonna della seconda linea nero-stellata e contribuì validamente alla prestigiosa promozione in Serie B del Grion nel 1931-32. Atleta solido e deciso, discretamente impostato dal punto di vista tecnico, Bruno Vucini si distingueva particolarmente nel gioco di testa, sia in fase difensiva che in proiezione offensiva. Chi non ricorda i suoi gol su azione di calcio d'angolo? Arrivava dalle retrovie, il pallone spioveva nel mucchio, e se aveva la fortuna di capitargli sulla fronte lo trasformava in un proiettile che il portiere raccoglieva in fondo alla rete. Talvolta colpiva il pallone con una potenza tale che sul campo s'udiva un «ciac», caratteristico e rimbombante. Ci si chiedeva se il pallone si fosse fatto male... L'ho incontrato a Pola, dove vive, un mattino di novembre del 1975, nella stia casa dell'ex via Sissano, subito dopo l'Ospedale Civile. Affiorano nell'individuo una disponibilità grave e austera e una riservatezza naturale che non pregiudicano i rapporti dal lato umano, anzi li sollecitano, nell'intento di fissare il personaggio in un parametro prestabilito. E la conversazione fluisce, un po' contenuta, ma cordiale. Ricorda gli anni del Grion con velato distacco (o è solo impressione?) rimpiangendo forse, più della gioventù, la saluce che a 68 anni è fonte di qualche preoccupazione (oh, lieve!). Veniamo al dunque: episodi da raccontare. Capisco che l'ho preso alla sprovvista. Ci pensa un po' poi narra di tanto in tanto sbirciando il taccuino. «Nel giugno del 1933, prima d'incontrare il Livorno, andammo a Roma a giocare un'amichevole. Avevo la barba lunga e chiesi all'allenatore il permesso per andare dal barbiere. Il massaggiatore Bogneri, che ci accompagnava, mi disse: "Ma dove vuoi andare? Vieni qua che ci penso io". E in quattro e quattr'otto mi gettò su una sedia e mi buttò addosso un asciugamano. Di lì a poco arrivò con una bacinella, il sapone e il rasoio. L'insaponatura andò bene, ma quando incominciò ... a lavorare il rasoio incominciarono i guai. Un taglio di qua, un taglio di là e così Via. "Scusa, sai..." "Stai fermo..." "Se sono una statua ...", alla fine fui sì sbarbato, bene o male non ricordo, ma la mia faccia era ridotta a U11 colabrodo i cui buchi erano di lunghezza e profondità diverse. Il bello è che poi il Bogneri, messo alle strette di fronte a quel ... capolavoro, confessò candido candido che era la prima volta che si cimentava in quel campo. Quando tornai a casa, mia moglie stentò a riconoscermi: "Ma chi te ga consà cussì?"» «Altro?» «Ricordo un viaggio a Cagliari (17 dicembre 1932 N.d.S.) e il traghetto da Civitavecchia a Sassari. Partimmo alle sette od otto di sera, mi rammento bene, e sul vaporetto stettimo tutti male per il mare mosso, eccetto Nico Poiani che continuò a mangiare (e... a bere)». La moglie, che assiste al nostro colloquio, ascolta, di tanto in tanto intervenendo per precisi, re o arricchire qualcosa, poi lui mi porta alcuni' vecchie foto, che andranno a ingrossare il mio album. Ci salutiamo. Il sole mite e tiepido di novembre irrora le cose che ci circondano nella quiete esaltante di strutture che appaiono fuori dal tempi EL. To

Dal numero 1920

del 13/01/1976

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