Far politica dopo il 1945 Gli ultimi mesi - foto

La tessera per fruire dei pasti alla mensa allestita dalla pontificia commissione di assistenza di Udine per quanti erano trattenuti a Pola, nella fase dell'esodo, dagli obblighi d'ufficio e che pertanto, partite le loro famiglie, e chiusi pressoché tutti i ristoranti, non avrebbero avuto altrimenti modo di vivere ín città; quella mensa divenne così il luogo di ritrovo quotidiano degli ultimi rimasti a Pola per sentirsi ancora uniti e per rincuorarsi in quei mesi di angosciosa solitudine nella città sguarnita per un abbandono volontario; furono otto mesi, da febbraio a settembre, di lenta agonia d'un corpo vitale, vissuti dai pochi rimasti con intatto spirito di fraternità e solidarietà polesana per l'ultimo anelito di sopravvivenza del modo di essere d'un ambiente inconfondibile condannato al completo dissolvimento All'inizio del 1947, la popolazione dí Pala affrontò l'esodo. Sí sguarnì così anche la redazione del quotidiano «L'Arena di Pola». Il direttore se ne andò alla ricerca d'una sistemazione, ma non fece più ritorno nonostante le sollecitazioni. Perciò con Corrado Belci presi a dedicarmi al giornale, passando le nottate nella tipografia Rocco, dove erano state lasciate le attrezzature essenziali, per far uscire regolarmente il foglio che dava a quanti non erano ancora partiti e agli impiegati dichiarati «indispensabili», e quindi trattenuti fino all'ultimo In città, il conforto d'una presenza per molti versi essenziale. Alloggiati in camere ammobiliate, dopo la partenza delle nostre famiglie, e dopo il tentativo impossibile per i nostri orari di rientro, di essere ospitati nel convento di San Francesco (quando non riuscivamo a svegliare il custode, dovevamo tornare in redazione per un precario riposo), trascorremmo con i tipografi nottate di cordiale cameratismo. Si costruiva il giornale (due pagine soltanto) pezzo per pezzo, scrivendo sui banchi tipografici. Ma quanta la gioia nel constatare il gradimento che il giornale incontrava sempre, dando la sensazione che non ci si era ancora arresi del tutto all'ineluttabile. In estate però si dovette dar corso al trasferimento del macchinario, per non correre il rischio di perdere l'ultima opportunità di trasporto. Decidemmo allora di stampare una edizione trisettimanale a Trieste che portavamo con la nave a Pola. Dopo il 15 settembre, fissammo la redazione a Gorizia, accolti nella ex sede del CLN goriziano in Corso Roosevelt 36, e dando al giornale cadenza settimanale. Si dava così avvio a quella fase del dopo-esodo che continua tuttora. P.D.S.

Dal numero 2192

del 30/05/1981

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