“Cesare Rossarol” I Caduti dimenticati - SALVATORE PALERMO - foto

Il“Cesare Rossarol” era un moderno cacciatorpediniere italiano. Varato nel 1914 dai Cantieri Ansaldo di Sestri Ponente, portava il nome di un eroico colonnello napoletano, morto in battaglia sul Forte Marghera, nella strenua difesa di Venezia contro l'esercito austriaco. Affondò poche settimane dopo la fine della I Guerra Mondiale, il 16 novembre 1918, alle ore 12:55, quando, lasciato il porto di Pola, stava dirigendosi, per una missione urgente, verso la città di Fiume. Doppiato Capo Promontore, giunto al largo della costa, nei pressi di Lisignano, la nave urtò una mina galleggiante. Ne conseguì una violenta esplosione che spezzò lo scafo in due tronconi: la prua andò a picco immediatamente, mentre la sezione di poppa rimase in assetto e proseguì la navigazione ancora per qualche minuto. Unità della Marina ed imbarcazioni civili giunte immediatamente sul posto per prestare soccorso riuscirono a trarre in salvo poco più d'una trentina di uomini. I naufraghi furono recuperati ed alloggiati nella caserma Tegetthof a Pola; i feriti furono ricoverati nell'ospedale della Marina. Le testimonianze dei sopravvissuti consentirono di documentare la sciagura. Il mare inghiottì 96 uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai, compreso il Comandante. Al Comandante, Ludovico De Filippi, venne conferita la medaglia d'argento alla memoria, con la seguente motivazione: “Comandante del Regio esploratore Cesare Rossarol dimostrava bella serenità di animo nell'incoraggiare l'equipaggio della nave che stava affondando. Mirabile esempio di sublime sacrifico, cedeva il suo salvagente ad un marinaio che non sapeva nuotare e nell'atto generoso, perdeva la vita I resti della nave giacciono su un fondale sabbioso ad una profondità di 49 metri. La prua è capovolta e si trova a circa 300 metri dal troncone di poppa, che invece è in assetto di navigazione ed è ancora in buone condizioni: il cannone poppiero è ancora in posizione. La parte centrale è stata distrutta dall'esplosione. Nel corso del I° Conflitto Mondiale il Mare Adriatico fu teatro di guerra, con combattimenti ed affondamenti. In particolare, all'inizio della prima guerra mondiale, l'impero austro-ungarico aveva predisposto su tutti i fondali istriani, a difesa delle coste, una rete di campi minati che causò la perdita di numerose imbarcazioni militari e civili, talvolta anche “amiche”. L'esatta dislocazione delle mine era a conoscenza dei soli “alti comandi” ed anche a conflitto finito non si provvide ad una completa opera di bonifica delle mine. Così, ancora oggi, i fondali istriani sono disseminati di relitti, dovuti ad operazioni di guerra e per urto accidentale con questi vecchi ed insidiosi ordigni. La R.N. Cesare Rossarol, esploratore della Regia Marina Italiana, non fu, successivamente all'armistizio, che una delle loro numerose vittime. Dopo il conflitto, in ricordo di quella tragedia, nel territorio del Comune di Lisignano, al traverso del punto dell'affondamento, a circa 150 metri dal mare, fu eretto un piccolo monumento con àncora in ferro, piantata su una pietra bianca e una lapide in bronzo con i nomi dei 96 marinai deceduti nel naufragio. Durante il periodo italiano il monumento fu affidato alle cure di una persona a ciò designata e annualmente una messa in suffragio delle vittime veniva celebrata nella chiesa della Madonna di Cuvi. L'ultima commemorazione ufficiale si tenne il 16 novembre del 1942. Poi, gli eventi bellici e la successiva cessione dell'Istria alla Jugoslavia di Tito, hanno portato all'abbandono del luogo; il monumento, piano piano, è stato invaso dalle erbe ed eroso; i nomi si sono staccati dalle piastre o si sono ossidati, le colonnine e le catene perimetrali sono state divelte. I “resti” sono oggi immersi in … un campo di “cavoli”. Sarebbe opportuno, direi doveroso, che per ridare dignità al ricordo di questi nostri Caduti dimenticati il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra, o qualche altra nostra Istituzione, si facesse carico di un qualche progetto di recupero del sito o, quantomeno, della ridislocazione della targa che ricorda i nomi dei caduti, nel Cimitero della Marina di Pola, laddove si ricordano i Caduti italiani. SALVATORE PALERMO

Dal numero 3283

del 28/03/2007

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