Siparietto Una serata polesana - Nives Cardone Saitti - foto

foto Mando alcune fotografie scattate durante il veglione svoltosi al solito ristorante, a Tessera, il 17 febbraio, a metà carnevale. E' stata la serata caratterizzata da: FASOI E ORZO «Attenzione: self-service: chi vuole fasoi e orzo si accomodi al tavolo di distribuzione». Questo invito, fatto alle due di notte, non poteva essere rivolto che a «una ditta de polesani» — come quelli della canzone — i quali dopo aver ballato, saltato, cantato, ma ancora pieni di brio e di energia, erano pronti per degustare la minestra tipica della nostra terra. Il cenone, organizzato dal Comitato di Venezia nel ristorante che già ci aveva accolto per San Tomaso, è stato caratterizzato dalla più viva e schietta allegria, grazie anche all'ottima organizzazione, allegria arrivata al suo acme quando diverse «mascare» si sono presentate in sala. La ballerina in tutù bianco, tutta aerea e saltellante, robustotta anzichenò, quanti kg. Cavalier?, non parca nell'esibizione delle sue grazie che tutti volevano controllare con mano; ed ecco cappuccetto rosso con la cesta piena di crostoli, seguita dalla sua nonna nella cui pancia già doveva esserci il lupo — al contrario della favola — data la mole della pancia stessa, vero Robba? Qua arriva un frate tutto compunto e serissimo col suo saio fatto su misura e che ad un tratto si scatena con la fisarmonica, vero Devescovi? Signori, abbiamo un rappresentante del KluKlux-Klan, serioso e funereo nella lunga tonaca nera e cappuccio a cono che arriva quasi al soffitto, si fa per dire. E poi? Poi tante altre mascherine e mascherone piene di verve e di brio, per divertire, per far ridere, per far «gheto» tutti insieme. Non manca la distribuzione dei regali estratti a sorte, offerti dal Comitato organizzatore: — signore, venite a pescare, leva tu, no leva tu, qua si fa bottega, ma chi vinsi, ma chi no vinsi, va in malora che ragno nero in stà sorpresa, cavilo che go paura, ma che paura, el xe finto no ti vedi? Signori, compre stele filanti se no ne tosa portarle indrio, e la scatola pesa (voce del Vice). Ti sa che ora che xe? No so e non me ne importa perché qua stago ben e me diverto e vedo che anche per i altri xe lo stesso. Balla mulo. ... Ciò vecio, te vedo serio, cos-sa ti ga? — Mi? gnente, no go gnente. Stago solo pensando ad un altro veglion, l'ultimo de Pola, al Ciscutti, ti te ricordi? Quanto che gavemo sigà quela note, tutta la nostra passion con tutte le nostre bandiere che sventolavimo sotto il naso de quei che fora stava in agguato. E quanto che gavemo balà, perché savevimo che iera l'ultimo baio in casa nostra... —Si vecio, me ricordo tuto, con ti... Bon, lassa star, magna un piato de orzo e fasoi, adesso. Nives Cardone Saitti

Dal numero 2076

del 10/03/1979

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