Le Pagine Istriane - Celso - foto

foto Didascalia:Jolanda Ballarin L'Arena (olio del 1939) Un fascicolo doppio, grosso e illustrato, apre la quinta serie delle Pagine Istriane, rimaste l'unica rivista di cultura viva a Trieste. Sono cessate da tempo «La Porta Orientale» e «Umana», mentre a livello erudito annualmente si presentano i ponderosi volumi degli «Atti e Memorie» della Società istriana di archeologia e storia patria e l'«Archeografo Triestino». Perciò sono sempre benvenuti i fascicoli eleganti e vari di una rivista letteraria, artistica e storica come le «Pagine Istriane». Oggi la rivista inaugura la sua quinta serie, dopo le prime due uscite a Capodistria fra il 1903 e il 1914 e il 1922 e il 1923, e la terza e la quarta rinate a Trieste, che ininterrottamente durano dal 1949. Da allora sono scomparsi purtroppo molti valenti collaboratori, l'ultimo in ordine di tempo Giovanni Quarantotti, eminente storico e critico, morto a Venezia in gennaio, quasi centenario. Ma sul vecchio tronco si innestano voci nuove, come nel numero odierno, quelle di Bepi Nider, di Biancamaria Mazzoleni, di Mariuccia Comite Coretti . Un'altra gradita novita è la copertina colorata, tratta da una veduta di Orsera: una fotografia del valente e ben conosciuto Livio Del Pino. Eccoci agli articoli. Trent'anni dopo è la commossa e nostalgica rievocazione dell'esodo dei Polesani, nei ricordi e nelle riflessioni del generoso Bepi Nider, il caro nostro collaboratore che troviamo ora fra i collaboratori della rivista. Segue un saggio critico di alto livello, dedicato da Bruno Maier a La poesia di Umberto Saba, venti anni dopo la morte ,del Poeta. Quindi Biancamaria Mazzoleni, sulla traccia di memorie e documenti inediti, rievoca l'interessante storia dell'attività teatrale filodrammatica a Trieste negli anni intensi fra il 1830 e il '50. Nella consueta rubrica linguistica, Mario Doria chiarisce l'origine .dei toponimi Mante Calvo e Monte Taiano, nati per uno strano ma non infrequente errore da una lettura frettolosa di carte topografiche. Un intermezzo poetico: sono questa volta le «voci» di tre delicate poetesse: il Ritorno di Lina Galli, amaramente intenso; le scabre immagini di Val Rosandra della Miccoli; la sconfortata indagine sulla città di Mariuccia Comite Coretti. Nelle «varietà» troviamo anzitutto una novellina popolare di Cherso, Date il denaro ai poveri... , raccolta sulla bocca dei contadini di Caisole da Antonio Cella (circa sessant'anni fa), poi la breve storia della cultura a Muggia, elaborata da Edoardo Guglia nel se,to centenario dalla fondazione dello «Studio di Gramma'ica». Infine un profilo umano ed artistico di Jolanda Ballarin, pittrice polese di grande forza di penetrazione e di innato gusto coloristico, è presentato da Sergio Cella, con ricco corredo illustrativo. Brevemente, ma con completezza, vengono ripercorsi gli studi e le tappe dell'itinerario artistico della Ballarin, autrice di ritratti, di nature morte e di paesaggi veneziani, nella scia della grande scuola veneta. Nelle ultime sue rubriche, le «Pagine Istriane» ci ragguagliano su alcuni libri recenti. Abbiamo le recensioni di libri di narrativa, come gli ultimi romanzi di Marcello Fraulini e di Fulvio Tomizza (ad opera rispettivamente, di Ennio Emili e di Fulvio Monai, critici di tutto rispetto); l'analisi d'un difficile libro, in chiave strutturalistica, sullo Svevo, condotto da Irene Vsintini (lo studio della Lauretis); e ancora Lino Vivoda riferisce sul grosso volume, dedicato da Franco Belci ed altri, al Nazionalismo e neofascismo nella lotta politica al confine orientale (1945-1975), dove secondo un cliché conformistico ogni iniziativa patriottica di difesa d'interessi nazionali è bollata come «fascista». Ampio spazio è dato alle notizie di cultura, con le quali la rivista compie un'importante opera di informazione e di documentazione, poiché ci fornisce, selezionati, dati da ricordare. Il fascicolo si conclude con i necrologi: sono qui brevemente ricordate le figure — per molti di noi ben vive — di Ugo Schilke, Dino Benussi, Mimì Corelli, Bruno Lokar, Bruno Crevato Selvaggi, Claudia Del Pino, mons. Camozzo, Renato Bulian, Giovanni Maier, Luigi D'Andri e Marcella Sinigaglia Mayer — scomparsi nella seconda metà del 1977. Celso

Dal numero 2024

del 07/03/1978

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