Didascalia: Panorama di Ragusa
stazione ferroviaria. D'ordine dell'ammiraglio si statoilisce che nessun viaggiatore possa entrare nella città senza preventiva autorizzazione, mentre per contro si dà ampia facoltà all'ufficiale comandante la stazione per l'esodo dei non italiani che desiderassero partire. Altro reparto di fanteria si reca a prendere possesso del deposito d'armi a Valgalante e dei depositi di artiglieria siti presso l'Arena. Un terzo reparto di fanteria è inviato a guardia dei magazzini di sussistenza in Via Siana. Cominciano a venire notizie di numerosi furti, di asportazioni di mobilio e bestiame e di devastazione di ville e di case isolate, di manomissioni di materiali presso le stazioni di idrovolanti di Santa Caterina e di Puntisella. L'elemento croato, agendo direttamente e indirettamente sobillando la parte più bassa della popolazione, incita al saccheggio e fomenta disordini. Il tenente dei carabinieri assume l'incarico della polizia militare della città. Sono poste sentinelle di fanteria alle aperture dei reticolati che cingono la città e pattuglie di fanteria sorvegliano la cinta stessa. Nel pomeriggio si occupano i forti di Punta Cristo, Torre Grosso e della polveriera di Val Maggiore e di Fisella. I carabinieri occupano l'antica caserma dei gendarmi di Monte Zaro e vi si trasferiscono.
9 novembre Nella mattinata reparti del genio prendono possesso della centrale telefonica di marina e assumono la sorveglianza della centrale telefonica della fortezza, per regolare il servizio delle comunicazioni telefoniche che funziona malissimo. Reparti distaccati dai forti Maria Luisa e Musil, occupano i forti di Stoia, Ovina, Signole, Capo Compare. Il comandante che è di guardia alla polveriera di Vallelunga distacca dalla sua compagnia dei reparti, che prendono possesso delle stazioni idrovolanti di Santa Caterina, di Puntisella e di Cosada, presso le quali si sono verificati furti e manomissioni di materiali.
10 novembre Il comandante militare marittimo di Rovigno fornisce le seguenti notizie al comando militare marittimo di Parenzo: «Rovigno è tranquillissimo, ma l'essere chiuse la maggiori industrie, e cioè la distilleria (circa 500 operai), per mancanza di materie prime, e la fabbrica dei tabacchi (circa 1.300 operai), per mancanza di materie prime e perché sono stati asportati i macchinari, sono causa di disoccupazione che a lungo andare potrebbe divenire pericolosa. Il locale comitato di saluce pubblica non dispone di mezzi perché il Comune, molto povero prima della guerra, tirava avanti con sovvenzioni governative non sufficienti a coprire le spese correnti, ed in questi giorni per pagare gli impiegati del Comune ha dovuto prelevare l'importo necessario dal fondo di approvvigionamento. I lavori «del porto non possono essere intrapresi se non vengono le materie prime, ma tuttavia potrebbesi fare qualche riattamento, servendosi degli introiti che verranno ricavati dalla vendita dei viveri che verranno provveduti dal Regio Governo. Ieri giunsero da Pola, inviati da una nostra nave, 25 quintali di farina da pane, 60 quintali di carbone, é barili di benzina».
10 novembre Arrivano a Albona 50 uomini della Regia Marina per ordine del Comando di Po-la (sbarcati a Fianona, provenienti da Venezia). lo novembre Alle ore 12.10 il contrammiraglio Koch della marina jugoslava consegna le corazzate «Prinz Eugen» e «Tegetthoff» a S. E. il vice ammiraglio Cagni, quale rappresentante delle Potenze alleate e degli Stati Uniti d'America.
10 novembre La situazione a Pola si presenta sotto un aspetto non esente da preoccupazioni.
Dovendosi, a mezzodì, prendere possesso delle navi austriache «Tegetthoff» e «Prinz Eugen», il vice ammiraglio Cagni dispone perché i marinai del Raggruppamento ed i soldati del 225o fanteria si tengano in caserma pronti, in previsione di possibili dimostrazioni ostili da parte degli jugoslavi. Però tutti i militari disponibili a stento raggiungono qualche centinaio di uomini. Da Altura, da Pomer, da Barbarigo si richiede la sollecita occupazione delle opere militari site presso quelle località, poiché gli jugoslavi che le armano hanno fatto sapere che le avrebbero subito abbandonate e che quindi le popolazioni avrebbero potuto devastarle. Da Albona giunge una deputazione riferendo che sono scoppiati disordini presso le miniere di carbone e invocano soccorsi. Viene inviato colà mezzo plotone di fanti non essendovi altra forza disponibile. E' evidente che dappertutto, sotto mano, gli jugoslavi stanno cercando di intorbidare la situazione sobillando la parte peggiore della popolazione. Fortunatamente nel pomeriggio giungono a Pola il «Rossarol» ed il «Pepe» con a bordo 600 marinai. Vengono alloggiati alla caserma Landwehr.
11 novembre Alle ore 9 si celebra nella cattedrale di Pola un Te Deum per l'onomastico di S. M. il Re. S. E. l'ammiraglio Cagni interviene alla cerimonia, alla quale sono presenti anche l'ammiraglio Koch e tutte le autorità. Un reparto jugoslavo ed un reparto cecosìovacco sono a completare la guardia d'onore. Nel frattempo un plotone del Raggruppamento si porta a Barbariga con un cacciatorpediniere per prendere possesso di quel gruppo di forti e per impedire che continuino i furti di materiali e di bestiame che ancora si verificano in quella zona. Da Sissano giunge notizia che croati di Medolino e di Lisignano stanno devastando le opere di Monte Madonna. Si sollecita l'invio di truppe colà e ad Altura, dove sembra che altri croati abbiano già saccheggiato le batterie. 11 novembre Il comitato nazionale di Pola invia a S. M. il Re il seguente telegramma: «Con profonda commozione, con inesprimibile giubilo Pola Redenta unisce ai voti che salgono da tutta la nazione il suo riverente e fervido augurio per la prosperità e la gloria di Vostra Maestà. Possa novella figlia d'Italia trovare nella devozione alla Vostra amatissima Casa la forza per mostrarsi degna della gran Madre».
11 novembre Con lo «Zenson», il «Racchia» e il «Riboty» sono giunti a Pola 40 carabinieri, 1.100 soldati, 1.800 marinai, materiali e viveri. Si è provveduto all'approntamento dei dragamine, già austro-ungarici, per iniziare il dragaggio della rotta centrale e la rimozione degli sbarramenti più pericolosi per il traffico normale. E' stato disposto inoltre che siano approntati i fanali per il segnalamento delle coste, cominciando da quelli interessanti l'atterraggio di Pola. Si è ottenuto che domani siano consegnati tutti i forti del fronte a mare e parte di quelli del fronte terrestre; che siano consegnati tutti i sommergibili e relativa stazione, 4 tipi «Tatra», 12 torpediniere da 200 tonnellate, l'affondamine «Camaleon». Si è pure ottenuto che siano disarmate tutte le altre unità (ammainando la bandiera jugoslava). 12 novembre Stamane è giunta a Pola la Brigata Arezzo (225o e 226o fanteria) al comando del maggior generale Bonnaini da Cignano nobile Riccardo. Si sono anche fatte disarmare le seguenti torpediniere e cacciatorpediniere che hanno ammainato la bandiera: torpediniere a turbine n. 90, 86, 91, 98, 99 e 80 ormeggiate alle banchine di Scoglio Olivi; la 95 in bacino per riparazioni; le n. 75, 85, 92, 94, 81, 74 in prossimità degli ormeggi per esploratori. Inoltre i cacciatorpediniere «latra», «Orjen», «Balaton» e l'esploratore «Saida».
12 novembre A Pisino la popolazione accoglie entusiasticamente il distaccamento di carabinieri, comandato dal capitano Cucco, che prende possesso della città. Nel teatro un'enorme folla inneggia all'Italia. Vengono inviati telegrammi al Re, al generale Diaz e al governatore Petitti.
12 novembre A Capodistria esce il primo numero del quotidiano «L'Istria Redenta» diretto dal prof. Arturo Bondi.
13 novembre Alle ore 12.30 la silurante italiana «Rossarol» salta in aria per l'esplosione di una mina in prossimità di Capo Merlera; scompaiono 93 uomini tra ufficiali e marinai dell'equipaggio.
14 novembre Giungono a Albona circa 350 bersaglieri ciclisti che fanno un giro per l'Istria a scopo di propaganda.
14 novembre A Pola ha ripreso le pubblicazioni il quotidiano «Giornaletto di Pola».
14 novembre L'ex cine Edison, ribattezzato «Nazario Sauro», apre oggi con lo «Sparviero», dramma in 4 atti, interpretato dal celebre poliziotto Sherlok Holmes.
19 novembre Con «decreto del Regio Governatore della Venezia Giulia è stata sciolta la Commissione amministrativa provinciale dell'Istria ed è stato nominato Regio commissario civile per la Provincia l'avv. Innocenzo Chersich.
19 novembre Arriva improvvisamente a Pirano il Duca d'Aosta in visita al Municipio.
19 novembre Giunge a Pola dall'Italia il piroscafo «Karlsbad» con un carico di farina.
19 novembre Viene istituito in Pola il Comando in capo dell'Alto Adriatico. S. E. il vice ammiraglio Cagni ne assume la carica.
20 novembre Arrivano ad Albona circa 100 fanti della Brigata Catania, al comando del generale Angelo conte di Martinengo; si statoiliscono presidi anche nei dintorni (comandante di Albona il colonnello Cavicchi).
20 novembre Oggi è stato attivato un servizio regolare con la costa istriana tra Trieste e Po-la. I piroscafi toccheranno Pirano, Salvore, Umago, Cittanova, Parenzo, Orsera, Rovigno e Fasana. Per Pola non vengono accettati passeggeri civili né merci private.
23 novembre Lascia definitivamente Pola l'ammiraglio jugoslavo Koch.
24 novembre La sede del Comando in capo della piazzaforte di Pola si è trasferito dalla R. N. «Pisa» sullo vacht «Miramare», che si trova ormeggiato dinanzi al palazzo dell'Ammiragliato.
26 novembre Il governatore nomina sindaco di Pinguente Eugenio Bigatto, ex internato e confinato dall'Austria. Di antica famiglia istriana. Un suo avo fu nominato dal doge Morosini nel 1643 capitano del castello di Raspo. Suo padre, Antonio Bigatto, era stato l'ultimo podestà italiano dì Pinguente.
27 novembre Gli aderenti al Fascio Giovanile Istriano e dell'Edera sono invitati questa sera alle 19 nella sala maggiore del «Caffé Secession» per costituire il nuovo Fascio Giovanile «Giovanni Grìon».
30 novembre Giunge a Pela il comandante della III Armata S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia. La popolazione polese gli tributa entusiastiche accoglienze.
4 dicembre Si ricostituisce il «Veloce Club Polese».
6 dicembre Nuova nomenclatura delle vie di
Pola. In seguito all'incarico avuto dalla Giunta comunale amministrativa, la commissione speciale per la nuova nomenclatura delle vie della città ha presentato un elaborato in cui, a completamento dei cambiamenti nella nomenclatura delle vie, si aggiungono quelle vie e piazze, i cui nomi vennero sfregiati dalle autorità austriache allo scoppio della guerra con l'Italia e riprenderanno la loro denominazione primiera. Così abbiamo nuovamente la via Dante, la via Carducci, la piazza Carli, la piazza Verdi, la via Besenghi, la via Carlo Defranceschi, la piazza Alighieri ecc.
7 dicembre Il tenente di vascello Petelin ha indirizzato all'ammiraglio Cagni, comandante della Piazza di Pola, la seguente nota: «Ho l'onore di comunicare a V. E. che il Governo della Polonia mi ha incaricato di salvaguardare gli interessi del popolo polacco in caso di liquidazione della ex flotta austro-ungarica.
Siccome il popolo polacco, ugualmente alle altre nazioni della ex monarchia austro-ungarica, ha partecipato alle spese per la costruzione e la conservazione del materiale di tutta la ex Marina, esso crede di aver diritto alla parte corrispondente del valore del materiale. Prima di partire da Pola per rimpatriare, vorrei comunicare alla V. E. l'ordine ricevuto dal mio Governo con la preghiera di voler gentilmente prendere nota delle richieste e comunicarle ai Governi alleati».
18 dicembre Si costituisce a Pola il Fascio Nazionale Femminile alla presenza dell'ammiraglio Cagni.
21 dicembre Sotto la direzione del farmacista Quinto Unich si riapre la farmacia Cech, sita in via Arena, che durante il periodo della guerra è rimasta chiusa.
28 dicembre Inizia il servizio marittimo Pola- Bari.