La manifestata italianità dell’attrice irrita gli ultranazionalisticroati
Molte furono, in momenti diversi, le sale cinematografiche che si aprirono nella Pola italiana di allora; molte, s'intende, in rapporto alla popolazione residente ma, comunque, indicative dell'elevata propensione verso le piu progredite forme di attivita culturale di cui era permeata la popolazione polese. Un'effervescenza artistica, quella cittadina, sottolineata anche dal sempre stracolmo Teatro Ciscutti, con le sue seguitissime rappresentazioni, e dalle magiche atmosfere serali che lo scenario unico dell'Arena, antichissimo e storico monumento di un'ultrasecolare civilta ed al contempo perfetto e moderno contenitore per apprezzare immortali arie operistiche, regalava agli abitanti del capoluogo istriano. Di grande cultura e costante attenzione al progresso si vantava, dunque, la nostra Pola. Ai celebratissimi Giardini, il Cinema Nazionale, l'Impero e la Sala Umberto si offrivano accoglienti per le nostre ore di svago; a questi si affiancavano in Corso (la via Sergia) il famosissimo cinema "Pistola" - Ruggero mi chiarisce che si trattava dell'Eden - e, piu avanti in direzione Foro, un altro cinema - e qui Ruggero non mi chiarisce niente - dove ricordo, come fosse ieri, di aver visto “Ombre rosse”, rabbrividendo alla visione di scatenati pellerossa all'inseguimento di una diligenza. Infine, proprio affiancato all'Arena, un ultimo cinema frequentatissimo dai residenti di quel quartiere. Indubbiamente tanti! Poteva allora una citta con una cosi alta vocazione cinefila non gloriarsi per aver dato i natali ad un'attrice di universale fama mondiale quale la dolcissima Alida Valli? Ed anche ad una bellissima Laura Antonelli ella pure internazionalmente nota? E poteva questa stessa citta, pur in un contesto etnico e sociale completamente mutato, esimersi dal ricordare appropriatamente, magari con la semplice intitolazione alla diva - come in effetti e stato - di una sala cinematografica, la grande personalita artistica di Alida Valli? Certamente no, se non altro per il prevedibile ritorno d'immagine per la citta tutta. Cio non di meno, la radicalmente mutata realta locale ha fatto si che, in occasione dell'inaugurazione dell'unico cinema oggi esistente in citta, si manifestassero, pur considerando l'indiscutibile positivita dell'evento, non poche contrarieta nei confronti del “personaggio Valli”, accusato di aver rilasciato sprezzanti dichiarazioni di odio nei confronti della sua “slavizzata” citta natale. Tuttavia, come riferitomi dal Maestro parentino Mario Gasperini, amico di famiglia e personale dell'attrice, presente a Pola alla cerimonia dell'inaugurazione del nuovo “Cinema Valli” (Kino Valli), il programmato cerimoniale, nonostante le pesanti polemiche dei nazionalisti croati dell'HDZ, si e svolto regolarmente e senza particolari momenti di criticita. La presenza poi di Cristopher Lee e del figlio della Valli, Carlo De Mejo e del nipote Pier Paolo, hanno conferito maggior rilievo, anche mediatico, all'evento polese. Sin qui la cronaca, ma certamente per noi di maggior interesse la copia, trasmessami dal Maestro Gasperini, di una lunga intervista che l'attrice rilascio (probabilmente nel 2005 e, dunque, poco prima di lasciarci) al giornalista Enrico Groppali del settimanale “Oggi”, peraltro pubblicata anche sulla “Voce del Popolo” e agli atti della Redazione della nostra “Arena”. Da questa intervista stralcio, condensandoli, soltanto pochi passaggi, per evidenziare lo struggimento della Valli per il proprio vissuto di esule. In essa, in particolare, l'attrice: si rammarica di non aver scelto di fare la maestra di scuola nella sua citta, rinunciando cosi alla possibilita “... di inculcare sin dall'infanzia ai suoi alunni ed ai bambini di Pola l'orgoglio e la dignita di essere italiani…”; dichiara di aver trovato la sua citta, in occasione di una visita fatta nel 1957 e, quindi, parecchio tempo dopo l'esodo, “distante, ostile, estranea…” e avvertito “…un'angoscia che e peggio della morte e la deportazione (l'esodo?), come una condanna a vita”; racconta che, in occasione di una successiva ed ultima andata a Pola (nei primi anni 2000), ricevette dai “nuovi padroni della sua terra” l'incredibile offerta di cittadinanza onoraria di artista croata. Che dire? Rifacendomi al titolo di un noto film, una proposta indecente, alla quale la Valli rispose, con inequivocabile fermezza, “che troppe volte, come la sua citta, aveva cambiato pelle, ma che era nata e sarebbe morta italiana. Scrivetelo sulla mia tomba”. Lapidaria e senza possibilita di replica la conclusione della sua intervista Alla luce di questi antefatti, le reazioni negative di parte dell'opinione pubblica croata possono anche apparire logiche ed inevitabili ma non giustificate, poiché nelle parole della Valli non c'e assolutamente nulla che non rispecchi la realta. Anzi, le predette nobili espressioni di una delle piu grandi artiste che l'Italia abbia mai avuto meritano la massima considerazione. Sono esse attestazione fermissima di un'indiscutibile appartenenza etnica e culturale della quale nessuno avrebbe mai dovuto dubitare; semmai offensiva e quasi oltraggiosa appare la proposta rivolta all'attrice dalle autorita croate. Ma tant'e! Quanto successo non e che l'ennesima manifestazione dell'affannosa ricerca del mondo slavo di appropriarsi, manipolando e falsando la realta delle cose, di importanti protagonisti delle piu svariate attivita artistiche e culturali di altre nazionalita (di quella nostrana, in particolare) in mancanza o carenza di glorie proprie