LACRIME D'ESILIO - foto

Improvvisamente è mancata all'affetto dei suoi cari la PROF. MADDALENA IVALDI VEDOVA COL. AMERIO Venticinque anni di vita e di lavoro trascorsi nella sua indimenticabile Pola hanno costituito il ricordo più caro dell'Estinta e tale rimanga per coloro che l'hanno conosciuta ed amata. Bra, P giugno 1976 E' deceduta a Gorizia il 17 maggio CESIRA TUNIS - foto nata a Fasana d'Istria il 9.6.1902 Lascia nel più profondo dolore il marito Ermanno ed il figlio Ovidio con la nuora e i parenti tutti. MARIO CATTONAR - foto E' deceduto improvvisamente il 9 giugno a Gorizia nella propria abitazione il prof. Mario Cattonar, insegnante di educazione musicale presso la scuola media statale «Virgilio». Nato a Pola nel 1918, si era diplomato in violino presso il Liceo musicale di Padova, e nella città istriana, prima dell'esodo, aveva svolto 'intensa attività, partecipando a varie manifestazioni culturali, e svolgendo anche concerti in complessi e come solista. Nel 1947 si era statoilito a Brescia, dove si era sposato con Scilla Furlani, e successivamente aveva preso residenza a Gorizia, dove abitava in via Pola 8, chiamato a far parte dell'orchestra cittadina diretta dal M. Lipizer, come primo violino. Aveva anche costituito un quartetto con i signori Gianoni, Forcessin e Seghizzi, ed era stato promotore di iniziative culturali nell'ambiente degli esuli. Entrato nei ruoli por l'insegnamento dell'educazione musicale nelle scuole medie, aveva prestato la sua opera a Grado, Monfalcone e Gorizia, ovunque apprezzato per la sua competenza e per le capacità professionali. Il presidente del Comitato provinciale dell'ANVGD, Pasquale De Simone, ha espresso il cordoglio per l'immatura perdita del prof. Cattonar, a nome di tutta la comunità degli istriani. Era venuto a Gorizia richiamato dalla musica, Dal campo profughi di Brescia s'era trasferito alle Casermette, lieto di mettere a profitto le sue eccelse qualità di violinista nell'orchestra statoile goriziana. Alla fine degli anni quaranta potemmo così ritrovarci a Gorizia in un gruppo di amici che discutevano d'arte e di rapporti umani con grande cordialità, parti colarmente nei dopo-concerto nei locali attorno al Castello. Poi l'orchestra finì ingloriosamente la propria esistenza, per insanabili contrasti interni (vennero perciò rifiutati finanziatnenti già assicurati), e Cattonar si rinchiuse amaramente nel proprio mondo. Partecipò ancora a qualche serata musicale, alle audizioni di Don Brandolin, ma non fu più quello d'un tempo. Si dedicò all'insegnamento, ebbe una casa dove con la moglie Scilla Furlani e la figlia ricostituì l'unità familiare. Ci rivedemmo poche volte. L'ultima volta fu tre anni fa quando ci trovammo con Danilo Colombo. Poi le occasioni furono sempre più sporadiche. Pochi giorni prima della morte improvvisa, ci salutammo al Collegio Filzi per la manifestazione di chiusura dell'anno scolastico. Ora una bara, quella d'un uomo che ha vissuto in solitudine, frustrato nell'esodo nella speranza di trarre dal violino i frutti della perizia d'un figlio del popolo dedicatosi allo studio con intensa passione. Aveva una grande somiglianza con l'attore Carlo Ninchi; è stato sempre cordiale, disponibile ad offrire un'amicizia cui non potemmo offrire sempre i riscontri desiderati. E' un altro figlio di Pola che scompare con il carico di delusioni provocato dalla dispersione. A Polo poteva offrire tante cose. Fuori dal suo ambiente non ha avuto modo di esprimersi appieno. L'estremo saluto l'ha avuto nella chiesa di Campagnuzza tra una folla di etnici, di colleghi, di studenti. Se n'è andato un animo sensibile, pianto da quanti hanno capito —forse troppo tardi — tutto il suo tormento di uomo e di artista. ALBINO GORLATO Dopo lunga e penosa malattia si è spento a Monfalcone, il 27 maggio 1976, Albino Gorlato, nato e sempre vissuto a Pala fino ai giorni dell'esodo. Sin da giovane, assieme al fratello Andrea (Uccio) aveva partecipato all'attività del padre Domenico Gorlato, commerciante in acque gassate molto conosciuto. Egli era un rampollo dell'antichissima famiglia dei Gorlato, che aveva abbandonato la natia Dignano d'Istria nel 1890, trasferendo la sua attività in vari campi nella città di Pala. Dopo la morte del padre egli e il fratello continuarono ad esercitare l'attività paterna. Gorlato era persona stimata ed aveva trovato larghi consensi nella cittadinanza palese. Giovane esuberante, di costituzione atletica, di spirito aperto e gioviale, era benvoluto da tutti e particolarmente dai molti suoi amici; aveva pure una grande passione per la caccia. Dopo l'esodo i due fratelli trasferirono la loro attività prima a Montebelluna e quindi a Manfalcone. A Man-falcone trovò nano stuolo di vecchi e nuovi amici, che lo seguirono fraternamente anche nella lunga e dolorosa malattia. Ai suoi funerali, che si svolsero a Monfalcone, dove fu sepolto al Cimitero Nuovo, parteciparono molti amici e conoscenti. Alla sorella Olimpia Gorlato ved. De Mori e alla cognata Nina Sorgo ved. Gorlato, nonché ai parenti tutti esprimiamo le nostre più sentite condoglianze. GIUSEPPINA BATTIGGI VED. BAXA Giuseppina Battiggi ved. Baxa si è spenta a Trieste il 27 maggio scorso. La scomparsa ha suscitato vasto e sincero eco di estimazione e di rimpianto perché l'Estinta ha lasciato un largo patrimonio di umanità e di sentimenti. Era molto buona, molto semplice e nobile. Quanto dolore, forte e lungo, ha dovuto sopportare per Giorgina e per Tina, sue dolci e adorabili creature che il destino ha voluto carpire dalla vita terrena in giovane età. La cara Peppina è stata chiamata ad elevarsi attraverso il patire, portando una croce pesante. Tutto il paese di Fianona te è stato vicino. E' stata cara a tutti, per tutti aveva parole e azioni di tanto bene ed a cuore aperto. E' andata a raggiungere quelli che l'amarono e ad attendere quanti l'amano. Peppina, assieme a Giorgina, a Tina, a Romano, a Mariuccia e agli altri ancora suoi cani defunti riposa nella pace e nella gloria di Dio. Vivamente rattristati, ci inchiniamo commossi alla sua memoria, e con l'estremo saluto preghiamo Iddio perché colmi dei suoi doni un'anima tanto nobile. Mario Gerbini

Dal numero 1942

del 15/06/1976

pagina 192