PROFILI Lele Depicolzuane - foto

il Grion PROFILI Lele Depicolzuane - foto Lele Depicolzuane è stato uno dei giocatori più rappreseritativi del calcio polese della vecchia guardia; il popolare «Lele», dopo qualche apparizione in squadre di liberi («Allievi Sportivi Polesi», corre l'anno 1920), fu ingaggiato dal Grion nel 1922 che lo relegò fra i rincalzi (c'erano già: Cerdonio, Di Torna,Ambon, Chierighin, Fortunato, Defranceschi, Paliaga il e altri). Ma fu per poco perché già l'anno successivo lo troviamo titolare di uno dei cinque ruoli dell'attacco nero-stellato. Era un giocatore eclettico, buono per tutti i posti dell'attacco e anche della mediana. Un giocatore di classe, insomma. Il suo ruolo preferito era però quello di mezz'ala di punta: tecnico, veloce, dotato di un buon tiro, trovava frequentemente la via della porta avversaria con grande gioia dei compagni, dei dirigenti e dei . . . tifosi. Le sue ultime apparizioni nel Grion, al quale rimase sempre fedele, risalgono alla stagione 1929-30 (I Divisione). Poi si ritirò, prematuramente, dall'attività agonistica cedendo il posto ai nuovi talenti (Marini, Gasperutti, Brenco,-Dicovi, Bonessi, ecc.). Allegro, faceto, un po'mattacchione, volente o nolente era sempre al centro di episodi semiseri o francamente comici come quello di cui fu protagonista nel corso di un'amichevole giocata dal Grion a Zara il 20. 5. 1928 e che coinvolse gli incolpevoli Tomich e Colussi (vedere a proposito il profilo di quest'ultimo). I bontemponi, i burloni, i mattacchioni in una squadra di calcio ci vogliono anche per contrapporli ai seri, ai taciturni, ai musoni. E «Lele», oltre che un buon giocatore, era anche un buon compagno nella vita. I fratelli Wifling Nell'epoca in cui s'italianizzavano i cognomi cosidetti «impuri», anche i fratelli Wilfling non sfuggirono a questo invito, che in pratica era un obbligo, e si trasformarono in Villini. Mario e Severino Villini vennero alla ribalta nel corso della stagione 1922-23 nelle fila dell'U. S. Polese. Mediano e mezz'ala il primo, tecnico, ben impostato fisicamente, più anziano di qualche anno nei confronti del fra tello (ecco perché veniva chiamato anche Wilfling I), punta (centravanti o ala) il secondo (Wilfling II, appunto), portarono una inconfondibile impronta tecnico-agonistica nelle squadre in cui militarono. Mario Villini, dopo qualche stagione nel Grion, approdò al Padova e poi alla Triestina «A». Quindi intraprese la carriera di allenatore (lo ricordiamo tecnico dell'Arsa in Serie e e più tardi della Triestina) ma senza molta fortuna. Attualmente vive in Germania. Severino, del 1901, era una punta, preferibilmente centravanti, molto interessante: dribbling, scatto e tiro, sembrava un giocatore destinato a mete eccelse invece fu ridimensionato da un grosso difetto: timore nei confronti degli avversari. Giocò nel Grion fino al termine della stagione 1927-28, e quindi fu acquistato dal Pro Gorizia, nella cui squadra ultimò la carriera, lasciando peraltro un ottimo ricordo come uomo e calciatore. Vive tuttora a Gorizia. Didascalie: Mario Villini con la maglia rosso-alabardata della Triestina nella stagione 1928.29 (è l'ultimo a destra contrassegnato dalla freccia). Il secondo da sinistra è Rudà Ostromann, il settimo Rigotti Severino Villini (II) nelle fila grionesi nel corso dell'annata calcistica 1926-27 (III Divisione). E' quello contrassegnato dalla freccia

Dal numero 1968

del 21/12/1976

pagina 395