Didascalia:L'assemblea unitaria a Trieste dì tutti gli organismi capodistriani che come prima iniziativa comune ha organizzato la celebrazione della festa della Madonna della Semedella; al tavolo della presidenza accanto a Mario Del Conte, che sta parlando, l'avv. Ponis, don Giorgio Bacci e Ranieri Vergerio
Un comitato capodistriano, alla cui presidenza è stato designato il sacerdote don Giorgio Bacci, è sorto a Trieste con lo scopo di coltivare in fraternità d'intenti e comunità di propositi le iniziative di carattere religioso, patriottico, culturale e folcloristico dei profughi capodistriani.
La costituzione del comitato è stata preceduta da una serie di incontri ai quali hanno preso parte i rappresentanti delle organizzazioni capodistriane che operano a Trieste, e precisamente il consigliere regionale Del Conte e il consigliere comunale avv. Ponis per gli aderenti alI'ANVGD, Lonza ed il consigliere comunale Ranieri Vergerio per gli aderenti all'Associazione delle comunità istriane, il dott. Della Santa e Mariella Maier per la Fameia Capodistriana aderente all'Unione degli istriani, e il signor Grio.
A seguito di tale iniziativa si sono riuniti tutti i capodistriani affollando la sala del Teatro di S. Maria Maggiore. Conservare il patrimonio patriottico, religioso, culturale della città di Capodistria legato alle tradizioni romane, venete e italiane fra i profughi che oggi ne costituiscono la parte viva è lo spirito che ha permeato l'incontro. Al tavolo della presidenza i
promotori dell'incontro. Ha diretto i lavori don Bacci chiamato a presiedere il comitato unitario.
A rendersi interpreti del desiderio dei capodistriani di trovarsi riuniti per una feconda e costruttiva comune collaborazione delle organizzazioni che a Trieste raggruppano varie migliaia di persone si sono dichiarati concordi tutti gli oratori, ed il consenso pieno ed entusiastico è stato manifestato dall'intera assemblea. I capodistriani — è stato detto — vogliono riunirsi e ritrovarsi al disopra di strumentalizzazioni politiche o di parte, per la difesa di un patrimonio che appartiene alla civiltà italiana e cristiana e che dovrà essere ereditato dalle generazioni più giovani.
La volontà di arrivare a questo traguardo è stata espressa negli interventi del dott. Della Santa, il quale ha elogiato la iniziativa, e di Del Conte. «E' con un senso di profonda commozione — ha detto Del Conte — che mi rivolgo a voi, per porgervi un saluto fraterno ricordando con passione e con dolore la nostra amata città. In questa sala che è stata ideata e costruita dal padre Vigillo Pitschelder, già superiore dei francescani del convento di Capodistria, ci siamo riuniti, per riannodare e rafforzare ll vincolo dl amicizia esistente fra coloro che hanno origine dalla stessa città. I capodistriani hanno dimostrato nella loro lunga e ricca storia di possedere in grado elevato l'attaccamento alla loro terra e lo spirito unitario nei momenti decisivi. L'incontro di oggi è un fatto positivo perché è una dimostrazione di volontà e di concordia, che elimina tutte le incomprensioni che per tanto tempo hanno ostacolato l'unità di partecipazione alle comuni iniziative di carattere religioso, patriottico, culturale e ricreativo. A trent'anni dalla fine della guerra e a vent'anni dal grande esodo, che ha lasciato tracce profonde e indimenticabili di strazio e di dolore nei nostri animi, dopo aver abbandonato le nostre case e quanto avevamo di più caro per restare liberi nella nostra Patria, dobbiamo fare un atto di meditazione per verificare se abbiamo fatto quanto ppssibile per rimanere fedeli sull'esempio dei nostri padri, all'attaccamento ai valori immortali della religione, della civiltà, della democrazia e della giustizia sociale. Vorrei citare alcuni nostri concittadini scomparsi che hanno sofferto con noi lontani dalla nostra terra e hanno dato tutta la loro vita a favore della comunità capodistriana e che oggi ci assistono in ispirito. L'ultimo parroco, mons. Giorgio Bruni, che ci ha assistito fino all'ultimo giorno della sua vita pastorale con la sua parola e con la sua opera, e mons. Edoardo Marzari, che dopo aver lottato contro la tirannide sia fascista che comunista sopportando torture e ogni sorta di sopraffazioni, ha dedicato la sua azione a favore dei giovani e dei suoi conterranei. Sull'esempio di questi uomini e di tanti altri che ci hanno lasciato per sempre, dobbiamo raggruppare tutti i capodistriani che sono rimasti, dobbiamo tendere ogni sforzo per avvicinare i nostri figli all'amore della nostra Capodistria, partecipando a tutte le iniziative che samno dirette a conservare e a valorizzare l'amicizia e l'unità di tutti i capodistriani».
Ranieri Vergerio si è poi soffermato sulla convergenza di opinione per l'unitarietà di tutte le componenti capodistriane. L'avv. Ponie il quale ha fatto appello alla «capodistrianità». E' intervenuto pure l'avv. Sardos-Albertini e appassionati suggerimenti — che hanno sottolineato l'importanza ed il valore di questo incontro a ragione definito ricco di sviluppi futuri — sono venuti dagli interventi della prof. Maria Parovel e di Ranieri Ponie mentre Marino Lescovelli ha auspicato un rilancio dell'attività illustrata da Grio e che come prima iniziativa prevede la celebrazione della festa della Madonna della Semedella tanto cara ai capodistriani. A concludere la manifestazione (rallegrata dal complesso mandolinistico triestino diretto dal maestro Hollzinger) è stato don Giorgio Bacci che ha definito l'incontro siccome voluto dalla grazia di Dio.