NOTIZIE FLASH

Fiume d’Italia: 90 anni dopo Milano ha degnamente celebrato il 90° anniversario di Fiume d’Italia e dell’Impresa di Gabriele d’Annunzio, che rese possibile il primo abbraccio dell’Italia con la citty “Olocausta”. Il merito va all’University delle Tre Ety UNITRE, che ha organizzato per il 30 novembre 2009 un convegno scientifico su “L’impresa di Gabriele d’Annunzio e l’Arditismo”, con la collaborazione del Libero Comune di Pola in Esilio. È stata anche allestita una mostra con l’esposizione di 50 documenti originali e reperti d’epoca, tra cui una pregiata edizione de “La Nave” autografata da d’Annunzio nel 1917 e l’eccezionale medagliere con 242 medaglie d’oro. Hanno presenziato numerose autority civili e militari. Originali e di elevato livello storico-scientifico sono stati gli interventi dei numerosi relatori, frutto della rivalutazione in atto del valore morale dell’impresa fiumana nel suo complesso e del comportamento di tutti i suoi attori: d’Annunzio, i “Legionari” e i cittadini di Fiume che anelavano all’unione con l’Italia. Fra le nitide ricostruzioni storiche, l’esame del comportamento dei nostri diplomatici dell’epoca, la passione della rievocazione dei momenti più gloriosi e più tragici dell’impresa, sono emerse in particolare l’importanza sociale e la straordinaria modernity della “Carta del Carnaro - Disegno di un nuovo ordinamento dello Stato Libero di Fiume”. Nell’occasione è stato distribuito un “Numero Unico”, composto dal nostro Vice sindaco Tito Sidari, contenente alcune delle relazioni giy disponibili ed un importante “Commento alla Carta del Carnaro”, gentilmente messo a disposizione dal dott. Carlo Montani, esule da Fiume. Tutte le relazioni verranno pubblicate appena possibile sul sito internet di UNITRE - Milano. Tra gli interventi, particolarmente significativo un passaggio dell’esule fiumano Romeo Cociancich, che ha così sintetizzato l’epopea fiumana: «Agli inizi della sua carriera cinematografica, il grande regista svedese Ingmar Bergman diresse un film dal titolo: “Ha ballato una sola estate”. Il film narrava la vicenda di una giovane danese che attende l’amore della sua vita. Anche Fiume, se mi consentite, dopo secoli di lotte per la propria autonomia e per l’italianity della citty, questa piccola citty di frontiera dal grande cuore italiano si congiunge finalmente all’Italia, nel febbraio 1924. Dopo soli 19 anni, l’unione appassionata con la Madrepatria termina bruscamente nel settembre del 1943, quando Fiume cade nelle grinfie del Terzo Reich e viene occupata dalla Wehrmacht. La sconfitta del nazismo coincide con la fine della guerra ed i popoli europei si apprestano a rivivere una vita libera. Fiume invece nel maggio 1945 viene invasa dagli aguzzini di Tito e precipita in un mondo di barbarie. I nuovi occupatori non si sono limitati al possesso della citty, tuttora nelle loro mani, ma hanno infierito sugli abitanti italiani, tentando di distruggere la loro cultura, le tradizioni millenarie ed hanno reso loro la vita impossibile, avendo assassinato almeno un migliaio di cittadini nei primi cinque anni della tirannide e del dispotismo slavo-comunista. A fine guerra Fiume aveva una popolazione di circa 65.000 abitanti. I fiumani italiani che con grande stoicismo e dignity hanno abbandonato per sempre la propria citty sono stati quasi 50.000. Essi sono oggi dispersi in patria ed in alcuni paesi ospitali, dove la vita può es-sere degnamente vissuta». “Futurismial confine orientale” È stata inaugurata venerdì 4 dicembre nel Museo della Cultura Istriana, Fiumana e Dalmata di Trieste la mostra “Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime”, che rimarry visitabile fino al 21 febbraio 2010 dal lunedì al venerdì fra le 10 e le 12.30 e fra le 16 e le 18.30, il sabato e la domenica fra le 10 e le 13. Il percorso espositivo propone oltre trecento coloratissime locandine, cartoline, cartelloni e copertine di libri e riviste firmate da un centinaio di artisti che fra gli anni ’20 e ’40 furono attivi nella Venezia Giulia, applicando alla grafica le loro intuizioni e innovando profondamente l’approccio all’illustrazione e promozione di opere ed eventi. Questi pittori, grafici, scultori, scenografi e illustratori seppero mediare e talvolta anche confondersi tra Futurismo, Deco, Cubismo e Costruttivismo. Fra loro si segnalano Guido Marussig, Marcello Mascherini, Tullio Crali, Ugo Cary, Urbano Corva, Marcello Claris, Ferruccio Demanins, Edoardo Ricci e Bruno Angheben. Una sezione è interamente dedicata a Edoardo Ricci. La mostra è stata promossa dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata (IRCI) e dalla Famiglia di Grisignana dell’Unione degli Istriani, in collaborazione con la Provincia di Trieste, il Comune di Trieste - Assessorato alla Cultura e con il contributo del Governo Italiano (legge 72/2001), della Regione autonoma Friuli - Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e di Esatto. Ideatore e curatore artistico è lo stesso direttore dell’IRCI, Piero Delbello. Progetto e allestimento, in stile futurista, sono invece di Athos Pericin. Per informazioni: irci@iol.it; tel.040/639188. “Immagini in armisul confine orientale” Si è svolta dal 5 al 15 dicembre 2009, presso l’Unione Ginnastica Goriziana, la mostra fotografica “Immagini in armi sul confine orientale”. Curata dall’Associazione Culturale Novecento e dal Centro Studi Carlo Alfredo Panzarasa di Trieste, con la collaborazione della Lega Nazionale e dell’ANVGD di Gorizia, l’iniziativa ha illustrato l’attivity svolta dalle truppe della Repubblica Sociale Italiana per difendere le province del Litorale Adriatico sia dall’ingerenza tedesca sia dalle mire jugoslave. Sono state esposte una cinquantina di fotografie, in gran parte inedite, introdotte da pannelli storici, oltre a documenti d’epoca e cimeli storici. Un gran numero di scatti riguarda la Decima Flottiglia MAS, che cercò invano di stringere un accordo con il Regno del Sud per stabilire un comune piano difensivo volto a salvaguardare la sovranity nazionale della Venezia Giulia e della Dalmazia e, nel gennaio 1945, fermò alle porte di Gorizia l’ avanzata del IX Korpus sloveno, sacrificando a Tarnova 86 suoi uomini del Battaglione “Fulmine”. Discutibileripartizionedei contributifinanziari governativialle Associazionidegli Esuli da partedella Federazione Apprendiamo dalla lettura de “Il Piccolo” che la Finanziaria 2010, in corso d’approvazione, contemplery il rifinanziamento della legge relativa ai contributi governativi per le attivity culturali delle Associazioni degli esuli e della minoranza autoctona d’oltreconfine. Il rifinanziamento, se-condo le competenti autority, è certo; in discussione, invece, l’ammontare, che dipendery dal gettito dello scudo fiscale. A tale proposito, il presidente della Federazione, Codarin, ha espresso la speranza che il contributo per gli esuli sia pari a quello dello scorso anno, ovvero circa 1,4 milioni di euro, confermando così la riduzione del 10% dei finanziamenti pre-crisi; i rappresentanti della nostra comunity nazionale in Croazia e Slovenia, Radin e Tremul, hanno d’altro canto espresso la speranza che il contributo loro destinato ripristini i livelli precrisi, ovvero i circa 3 milioni di euro, eliminando così totalmente la riduzione del 33% che li aveva riguardati nel corrente anno. La cosa non può che far piacere, tuttavia non possiamo esimerci dal formulare una considerazione. La riduzione dei finanziamenti governativi alle Associazioni degli esuli per il 2009, come confermato da Codarin, è stata del solo 10%; la riduzione applicata dalla Federazione al Libero Comune di Pola in Esilio in sede di ripartizione, invece, rispetto al biennio 2007/2008 (rispettivamente € 42.000 e 40.000) è stata, ammontando il contributo concesso a soli € 25.000, del 40%. Tale riduzione, in particolare, ha comportato il mancato finanziamento della terza ed ultima fase del progetto d’informatizzazione del nostro giornale, finanziata nel biennio precedente al 50%. Perché? Il Sindaco Benco ne ha chiesto, per lettera, ragione allo stesso Codarin ed a Brazzoduro (responsabile della materia a livello federale), non ottenendo risposta. Alla protervia, per una ripartizione quantomeno discutibile dei contributi governativi da parte della Federazione, si aggiunge così una evidente, e ricorrente, dimostrazione di maleducazione. Perché i Savoiaabbandonaronogli istrianifino al 1914? Giovedì 21 gennaio 2010, alle ore 17.00, presso la Sala Chersi dell’Unione degli Istriani in via Silvio Pellico 2 a Trieste, il giornalista Paolo Radivo, consigliere del Libero Comune di Pola in Esilio e redattore de “L’Arena”, terry una conferenza dal titolo: “Come e perché i Savoia abbandonarono fino al 1914 gli istriani e gli altri italiani dell’Impero asburgico?”. L’ingresso è libero. L’incontro, il secondo di una serie dedicata ai rapporti fra Istria e Italia nel Risorgimento, è organizzato dal Gruppo Giovani dell’Unione degli Istriani.

Dal numero 3316

del 30/12/2009

pagina 2