ADRIATICO Navi gigantesche costruite a Monfalcone - A. I. - foto

foto Didascalia: La turbonave «Lily Prima» di 137.000 tn. costruita nei cantieri di Monfalcone per la Società di navigazione Elios, del gruppo Lauro Il battesimo del mare per la turbocisterna «San Giusto», uscita in questi giorni dallo scalo-bacino del cantiere navale di Monfalcone dell 'I t alcan ti eri , segna una tappa importante per l'armamento italiano. Quasi contemporaneamente infatti ha lasciato il cantiere per iniziare le prove in mare l'unità gemella «Anita Monti» che fra breve andrà a raggiungere la «Caterina Monti» sulle rotte del petrolio. Tutte e tre queste navi hanno una portata lorda di 228.000 tonnellate e sono le più grandi della nostra flotta. Tappa fondamentale perché i nostri cantieri, con queste gigantesche costruzioni, si sono inseriti nel «cast» dei venti cantieri navali più importanti del mondo. Le costruzioni di navi di questa mole a Monfalcone proseguono ormai a ritmo costante: già una quarta costruzione di identiche caratteristiche è iniziata allo scalo bacino. E' la numero 4253 commissionata dalla Società per azioni Santa Cristina di Palermo; ne verranno poi altre di identiche dimensioni. L'era dei colossi, iniziata dai cantieri giapponesi, e stimolata per i nostri da necessità contingenti, è quindi ormai decisamente avviata anche per l'armamento italiano. L'inserimento in questa nuova, rivoluzionaria, politica 'dei trasporti, via mare, ha comportato, per il cantiere di Monfalcone un oneroso e complesso lavoro preparatorio; le vecchie attrezzature sono state completamente rinnovate ed in parte sostituite dai nuovi impianti che comprendono una completa linea di costruzione, interamente automatizzata, e lo scalo-bacino che con le sue dimensioni (350 metri di lunghezza, 46 di larghezza e 11,3 di profondità) consente la costruzione di navi fino a 320 mila tonnellate di portata. La costruzione di navi nello scalo-bacino costituisce da sola una piccola rivoluzione nella tradizione dei cantieri navali; terminata la costruzione infatti la nave non viene più fatta scorrere in mare sullo scivolo ma semplicemente fatta galleggiare con l'immissione nel bacino dell'acqua di mare. Al. trettanto rivoluzionaria è la linea di costruzione: un enorme complesso di capannoni che sorgono 'su un'area di 170.000 metri quadrati dove la nave viene praticamente prefabbricata in grosse sezioni. In questo avvio alle costruzioni gigantesche, appare interessante esaminare i dati relativi alla produzione (impostazione e consegne) 'del 1969 notevole in rapporto con le navi costruite in Italia e nel resto del mando. L'Italcantieri l'anno scarso ha impostato negli scali dei suoi cantieri navi per complessive 580.643 'tonnellate di portata lorda ed ha consegnato navi per complessive 237.408 tonnellate di portata lorda. Si tratta di dati relativamente modesti in quanto si riferiscono all'avvio delle costruzioni giganti; negli anni prossimi, è già nel 1970, queste cifre saranno largamente superate. Per quanto riguarda le navi impostate, otto in tutto, si tratta di quattro turbonavi, tre motonavi e una turbocisterna. Sono precisamente le seguenti: t/c «Anita Monti» da 228.500 tonn, di portata lorda, t/n porta-contenitori .da 19.710 tpl, t/n «Lily Prima» da 137.000 tpl, m/n cargoliner_ «Gazzella» da -13.003 tpl, m/n cargodiner «Tigre» da 12.660 tpl, la t/n «Annalisa Lolli Ghetti» da 137.200 tpl, e la m/n cargoliner «Capriolo» da 12.660 tpl. Le navi consegnate, sempre nel 1969, sono state sette, oltre all'incrociatore «Vittorio Veneto» e precisamente la t/n metanica Esso Brega da 25.397 tpl, la m/n «Kastav» per carichi generali e le gemelle «Bakar» e «Pazin» da 8.713 'tpl ciascuna, la m/n bulk carrier .Ziemia-Kielecka» da 26.517 tpl, la m/n per il trasporto dì minerali «Pleiades» da 79.681 tpl e la m/n «Vela», sempre per il trasporto di minerali da 79.674 tpl. A. I.

Dal numero 1713

del 11/11/1970

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