LACRIME D' ESILIO - foto

Piero Valles Venerdì 13 giugno 1969 si è spento dopo mesi di sofferenze il dott. arch. Piero Valles. Nato a San Giovanni di Brazza 16 luglio 1911, dopo la prima guerra mondiale con la famiglia prese residenza a Zara dove frequentò le scuole medie per poi iscriversi all'Istituto superiore di architettura di Venezia. Volontario di guerra e decorato al valor militare, dopo il 1945 si statoilì, unitamente ai suoi cari, a Trieste. Quale architetto si meritò la stima nell'ambiente edile del capoluogo giuliano per le sue virtù, per il suo valore e per le sue doti di uomo non disgiunte dalle sue capacità professionali. Lo scorso é novembre 1968 rimase vittima di un grave infortunio sul lavoro, dal quale non potè più riprendersi. La morte dell'ara. Vallee ha profondamente colpito la comunità zaratina di Trieste ed in particolare gli amici del Circolo «Jadera», del quale lo Scomparso era socio fondatore e sostenitore. Cordoglio ed affetto fraterno hanno circondato l'inconsolabile moglie Guerrina, nata Fattovich, che per sette mesi gli è stata costantemente vicino nella lunga malattia, i figli dott. Paolo e Marco ed i parenti tutti. Numerose le persone ai funerali per porgere l'estremo saluto ad un amico, ad un concittadino, ad un professionista che rimarrà sempre vivo nel ricordo di tutti, per il suo particolare modo di interpretare le umane cose, per il suo spirito sempre incline alla comprensione ed alla bontà, per l'inflessibile amore verso la propria terra. Andreina Baissero - foto Si è spenta a Trieste Andreina Baissero, da Buie d'Istria a 23 anni dopo lunga malattia. Una grande folla di buiesi si è raccolta attorno ai genitori Maria e Benedetto Baissero, alla sorella Anna Maria e ai parenti e ha manifestato la più profonda partecipazione al grande dolore. Alle esequie, che sono state officiate da don Giovanni Albonese con l'assistenza di don Antonio Dessanti e clon Luigi Rainer, hanno partecipato l'on. Giacomo Bologna, il direttivo del Circolo buiese «Donato Ragusa», di cui Benedetto Baissero fa parte da tanti anni, e numerosi esponenti delle comunità istriane. Arcangela Bonanno ved. Grassi Largo rimpianto ha destato tra gli umaghesi la morte, avvenuta a Trieste il 7 giugno, di Arcangela Bonanno ved. Grassi L'Estinta era l'ultima delle quattro sorelle Bonanno che godevano della generale simpatia degli umaghesi. Figure che si distinsero per la bontà d'animo, la larga cordialità e l'esemplare affettuosa unione che le legò tra loro tutta la vita affrontando insieme gioie e dolori. Molto popolare e nota pure alle migliaia di turisti che Umago ospitava, fu la sorella Antonia ved. Favretto, proprietaria della bella cartoleria con rivendita tabacchi e giornali esistente nel centro cittadino, nei locali sotto il Municipio. L'Arcangela, che dopo l'esodo venne accolta in casa delle nipoti Lucia e Anna Favretto, da loro amorevolmente assistita fino alla fine, fu una donna retta interamente dedita alla famiglia, molto provata dalle malattie che accettò serenamente con il consueto suo spirito religioso e bonario sorriso. Con lei scompare un'altra delle caratteristiche figure della vecchia generazione umaghese, che lascia detro di sé un caro e duraturo ricordo. Ai nipoti e alle cognate, la Famiglia Umaghese porge i sensi del più vivo e solidale cordoglio cui si associa il nostro giornale. Ezio Mizzan Si è spento a Rawalpindi l'ambasciatore d'Italia Ezio Mizzan, nato a Trieste nel 1905 da una famiglia di ceppo istriano, di origine pisinota. Dopo essersi laureato in giurisprudenza all'ateneo di Roma ed aver compiuto studi di perfezionamento all'estero, era entrato, nel 1932, nella carriera diplomatico-consolare. Era stato quindi uno dei primi triestini ad avviarsi verso quella che è considerata una delle più difficili ed ambite carriere dello Stato. A parte alcuni non lunghi periodi trascorsi al Ministero degli esteri a Roma, Ezio Mizzan aveva svolto soprattutto la sua attività all'estero. Negli anni '30 aveva prestato servizio consolare dapprima a Rio de Janeiro e poi a Bona in Algeria, per assumere quindi incarichi diplomatici presso le ambasciate a Bucarest, Bruxelles, Berlino e Parigi. E' nella capitale francese che lo coglie il fatale 8 settembre 1943 ed è lì che egli si rifiuta di rimanere in servizio alle dipendenze della Repubblica Sociale. Internato a Vittel dalle autorità di occupazione in Francia, viene quindi trasferito a Salsomaggiore e verso la fine del 1943 può finalmente raggiungere Roma. Negli anni difficili e grigi della ricostruzione, egli si occupa al Ministero degli esteri dei problemi connessi alla Venenia Gìulia, i cui destini dovevano essere decisi dal trattato di pace, dimostrando una conoscenza preziosa di uomini e di situazioni. A metà del 1946 Mizzan parte per la Cina, nominato console a Hankow e inizia il ventennio da lui trascorso in Asia: primo segretario d'ambasciata a manchino, consigliere d'ambasciata a Nuova Delhi, ambasciatore a Bangkok ed infine ambasciatore nel Pakistan. Fra Giulio Rella Da più parti mi hanno sollecitato a scrivere un necrologio per il diacono del santuario di Maria Madre e Regina di Trieste, Giulio Rella, amico e nostro conterraneo. Fra Giulio — tale è rimasto per noi del Quartiere giuliano di Roma —lavoratore modesto, povero, amava la semplicità, non gradiva lodi. Per questo mi astengo dal mettere assieme — per quanto sentiti — quattro periodi che ne decantino le lodi, tanto più che, per noi, fra Giulio non è morto, così come non sarà mai morta la chiesetta di San Marco che, ancora per non molto tempo, accoglierà tra le sue modeste navate, abbellite dalla fatica e dall'amore di fra Giulio, i fedeli del «villaggio» romano, perché anche la chiesetta è destinata a morire. Un povero frate laico, diventato diacono, ed una chiesetta: un unico amore; un unico rimpianto; un unico ricordo. Ritengo, quindi, di sostituire al necrologio l'invito a rileggere l'articolo che Gli dedicai anni fa, che lo divertì e lo commosse, e che apparve sotto il titolo «Le campane di fra Giulio». (L'Arena n. 11 del 17 marzo 1964). Bepi Nider Giacomo Luciani La Società Operaia di Mutuo Soccorso Albonese compie il mesto dovere di comunicare la morte del rag. Giacomo Luciani, nipote del compianto mons. prof. Luciano Luciani. Il decesso è avvenuto all'ospedale di Monfalcone dopo una breve malattia. L'Estinto ha lasciato nel dolore cinque figli. Luciani ricordava sempre Albona tanto è vero che aveva insistito presso il Comune di Monfalcone affinché la via ove egli abitava da molti anni, fosse intitolata a Albona. A tutti i parenti le più sentite condoglianze. La mattina del giorno 19, all'età di 84 anni, si è spento il nostro caro papà ARTURO SOTTO CORONA Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto Lo annunciano dolorosamente i figli Plinio, Giovanni, Egle ed il fratello Paolo insieme alle loro famiglie. La sua sobria e operosa esistenza, la sua dignitosa serenità saranno per noi nobile esempio. Bolzano Palermo, 21 giugno 1969

Dal numero 1675

del 23/06/1969

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