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Didascalia: Il colonnello Romano Manzutto
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in seguito, chiese ed ottenne ali passare osservatore nelk Squadriglia di Gorgo-Grado a più riprese per ricognizioni, bombardamenti e combattimenti. si ebbe tre encomi semplici e una decina di encomisolenni. Sostenne nel cielo dì Trieste un ama. combattimento contro due pansehi da caccia. uno dei quali pilotalo dal famoso asso austriaco Banfield, ricevendo la medaglia di bronzo al V. M.
Fu osservatore nel primo aeroplano che iniziò i voli notturni e. durante tale volo, assieme al sonora, Minciotti, incendiò le officine Falegnami dello Stabilimento Tecnico Triestino. Azione per la quale venne premiato con la medaglia d'argento al V. M. Nel corso di queste sue numerose ricognizioni sulla costa istriana, più volte apparve con l'ala tricolore sopra la sua Umago, ove, con coraggiosa serenità, sorvolava l'abitato e rasentava la sua casa seminando nel giardino dei messaggi di saluto.
Ebbe importantissime informazioni da parte dei volontari concittadini, i quali, sfidando imparidi ogni insidia tesa loro dal nemico, riuscirono a raggiungere lo scopo. Gli sarà di valido aiuto in questa preziosa opera, anche il fratello Girolamo, che appena quindicenne in unione a Litigi de Privitelio e Mario Quadranti, dopo una perigliosa e drammatica traversata, riuscirono ad approdare con la loro fragile imbarcazione sulle patrie sponde.
Il 12 giugno 1916 lo troviamo che partecipa con D'Annunzio al bombardamento di Parenzo. Sul c.t.. «Zaffiro» comandato da Ciano si trova pure, come pilota pratico del i luogo, Nazario Sauro. Qui la beffa da Sauro giocata al nemico è ben nota: sbarca sul molo, prende un gendarme austriaco e di peso lo porta sullo «Zaffiro»; ciò gli farà dire più tardi: «Sono felice perchè ho toccato la mia terra». Qui i nostri caccia proteggono le navi parche portino a compimento la loro non facile impresa, e costringono gli idrovolanti nemici a ritirarsi.
Nel secondo volo notturno, Manzutto fu ferito, essendosi l'aeroplano sfracellato contro i pali telegrafici della diga di Grado.
Dopo altre difficili operazioni, verso la metà del 1917, . passa al comando di un «Mas» della Squadriglia di Rizzo. Fu un periodo intenso di azioni e di combattimenti: dragò, sotto il fuoco nemico, il banco di mine ove si trovava affondato il sommergibile «laica»; posò, con una torpediniera elettrica, parecchie mine, alcune delle quali, a 150 metri dall'imboccatura del porto di Pirano. Salvò metà dell'equipaggio di un dirigibile precipitato nel Golfo di Trieste, ove ferito e in procinto di annegare. si trovava il figlio del generale Porro. Il 17 maggio, durante il bombardamento della costa nemica eseguito da monitori inglesi, in mezzo a continuo fuoco, con grande abilità, distrusse un idrovolante austriaco nei pressi delle dighe di Trieste facendo prigionieri gli aviatori, Al combattimento era presente l'ammiraglio Thaon di Revel, che personalmente lo premiò con medaglia d'argento al V. M.
DOPO CAPORETTO
Durante il doloroso fatto di Caporetto, alle dipendenze del comandante Guido Pò, con due motoscafi, dopo la ritirata delle nostre troppe, mantenne per quattro giorni ancora il paese di Beva.zona, alle foci del Tagliamento, pur fortemente attaccato dalle pattuglie austriache: si ritirò, dopo aver fatto brillare le chiuse del fiume ritardando l'avanzata nemica.
Da qui, con il comandante Rizzo, fu inviato a proteggere la ritirata delle nostre truppe disperse sulla riva del Si-le, uno dei settori più delicati del basso Piave, prodigandosi instancabilmente alla distruzione dei natanti che avrebbero potuto servire al nemico per transitare il fiume. A metà novembre, da Capo bile, fu trasferito a Cava Zuccherina a protezione di quella «lista di ponte». La notte del 17 dicembre 1917 ricevette l'ordine di risalire il Sile con due «Mas» fra le trincee nostre e le austriache onde distruggere una passerella di cui i vomici avevano iniziato la costruZialle. Protetto da tutte le artiglierie del settore e dalle mitragliere della nostra sponda, attraversò la zona maggiormente battuta dal fuoco manico e col suo »Mas» raggiunse e distrusse la passerella, mentre l'altro «Mas» colpito, s'incendiò. Sotto il fuoco dell'avversario concentrato nella zona rischiarata dall'incendio del «Mas»
sci, dopo lunghe manovre ostacolate fortemente dalla corrente e dalla strettoia del fiume, a portare a sal.' variano, l'equipaggio del motoscafo incendiato, rimanendo per quasi un'ora nella sa del fuoco, Di questa coraggiosa operazione ne parlò il bollettino del Comando supremo e venne diramato anche dalla Regia Marina un conunicato speciale.
Fu proposto, dal generale Allievi, per la medaglia d'argento, ma ebbe invece la terza croce di guerra dal Comando in capo di Venezia. Negli ultimi mesi della guerra, troviamo il Manzutto in Ancona e S. Remo, al comando di una sezione di motoscafi antisommergibili. Cessate le ostilità pilotò a Trieste un convoglio portante il secondo scaglione di truppa di occupazione. Nella città di S. Giusto prestò servizio al Comando militare del Porto fino al congedo avi, nato nel 1919.
Ma non possiamo chiudere se non mettiamo in evidenza un'altra tappa importante della vita di quest'uomo, che non pago delle rinunce e dei sacrifici fin qui compiuti, non appena si eleva il grido accorato di salvare Fiume all'Italia, indossa la divisa di legionario e tutto si dona all'impresa fiumana. Il compianto Federico Pagane., suo compagno darmi, di lui scrisse: «Valorosissimo marinaio e aviatore, tempra d'istriano sullo stampo di Nazario Sauna».
Lo riconoscerà lo stesso D'Annunzio nelle numerose lettere scritte al Manzutto —che con riserbo che lo onora gelosamente custodisce — che lo elogia e definisce: «Listareco degli uscocchi», per le nobili, disinteressate piraterie compiute nell'Adriatico, ove con una piccola schiera di audaci (fra cui il cugino professar Andrea Benedetti) aveva fermato delle navi facendole dirottare verso nume per recare viveri e rinforzi. Nel maggio 1920, a Fiume, non c'è più pane. Lo provvederà il Nostro con un'ape-, razione da corsaro.
Sarebbe cosi di continuare a lungo per enumerare i suoi gesti rischiosissimi fatti come legionario, ma consci che meglio di ogni nostra parola serve e assume viva testimonianza ed alto valore il rapporto di Gabriele D'Annunzio, lo riproduciamo integralmente:
«Il tenente di vascello Romano Marmitta. passato al-I' Aeronautica, è oggi mio Aiutante di volo: eletto a questo ufficio da una mia richiesta diretta, per avere io lungamente esperimentato in guerra e in pace le sue qualità esemplari, riconosciute dai Comandi con gran numero di encomi, con medaglie. al valore e con croci di guerra, e — sopra tutto — con una costante designazione ai compiti più rischiosi. «Tralascio di noverare le sue imprese di motonauta, e di osservatore aereo, incominciate prima della dichiarazione di guerra, fin dal gennaio 1915, quando egli non era ancor ventenne. Conte egli col suo M.A.S. mi fu scorta ne' miei bombardamenti notturni di Pola, così mi fu compagno di squadriglia nel mio bombardamento di Parenzo, così mi fu temerario compagno di corsa nel Camaro, provveditore infaticabile di vettovaglie al popolo di Fiume, preparatore ed esecutore insuperabile di quei "colpi di mano" che — vilmente vituperati [lel tempo vile — oggi a me e ai miei legionari sono titoli di gloria ne' Fasti dell'Ambre.
«Dopo il Natale di Sangue, egli mi restò devoto e prossimo. Nelle mie diverse e difficili vicende, mi parve che le sue qualità essenziali si rafforzassero ed acuissero. La sua resistenza alle fatiche eguaglia la sua sagacità nello studiare gli uomini e gli eventi. La sua devozione sicura eguaglia la sua rispettosa franchezza. Come nella guerra il suo coraggio fu pacato e vigile, così nella pace la sua volontà è risoluta ma prudente, pronta ma cauta, forte ma agile. Motonauta, aviatore, fante marino, oggi mio "Aiutante di Volo", egli ha compreso meglio . ogni altro il significato di quelle mie due parole che sono un fierissimo insegnamento: "Vita strategica".
«Penso che possa essergli affidato un comando importante, e che — capitano fin dal 1919 — egli sia meritevole di promozione. Anzi aggiungo che la promozione gli è dovuta. E ne sono mallevadore. N. Vittoriale 13 luglio 1930. Gabriele D'Annunzio, Comandante di Divisione Aerea».
Sul petto di Romano Manzutto spiccano oggi le seguenti medaglie e ricompense: 2 medaglie d'argento e I di bronzo al V. M.. 3 croci di guerra; medaglia d'oro di Rauchi, 2 medaglie di bronzo al valore civile. Per meriti civili fu nominato Commendatore della Corona d'Italia, Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica e Cavaliere dei Santi Maurizio e I avaro. Dopo quanto abbiamo scritto, certo assolutamente inadeguato a lumeggiare la nobile e multiforme opera dell'ex combattente Romano Manzutto, gli diciamo il nostro grazie per averci consentito di penetrare un po' nel «sacrario delle sue memorie,. Memorie e ricordi che ritornano vivi e palpitanti in quest'anno del Cinquantenario della Vittoria, a onore di lui e a gloria della cara Umago.
LUCIA MANZUTTO