LO SPORT A POLA I NEROSTELLATI DEL GRION - ERNESTO DURIN - foto

- foto Didascalia: La squadra di calcio del Grion con l'allenatore Piccaluga Nel, primo dopoguerra, la strada del calcio venne proseguita e percorsa no in fondo con nobiltà d'intenti e le società, pur passando attraverso le strettoie di crisi non sempre risolte in maniera definitiva, puntavano . a seminare molto nell'orticello della speranza per poter mietere bene nell'arroventato regno del pallone rotondo. Esistevano 'notte difficoltà, come superar. Dopo la presa in considerazione delle preminenti ragioni sportive per un Minore potenziamento delle forze giovanili c'è stato un fervore di idee, di pro getti, di programmi. La stessa fondazione del glorioso sodalizio intestato ad un valoroso figlio di Pola, Giovanni Grion, Ufficiale dei bersaglieri, che immolò la sua giovane vita sull'altipiano di Asiago il 16 giugno 1916, portò un valido contributo all'opera di elevazione dell'educazione fisica e dirigenti atti, e appassionati chiamati alla guida del Grion ne potenziarono tutte le sezioni sportive, dal calcio alla ginnastica, creando una società che lu tra le più forti e valorose della Venezia Giulia. Le altre società palesi dovettero a loro volta studiare te debite trasformazioni di struttura e della specialità agonistica e lo stesso anziano Veloce Club Polene segui la nuova strada, cambiando denominazione in Unione Sportiva Polene. Lo sport ciclisti-ce non poteva estinguersi: la tradizione aveva il suo valore, i ricordi del passato vittorioso erano sempre vivi, ma gli appassionati aumentavano e si doveva passare al rinnovamento sociale con la formazione di ulteriori attive sezioni: calcio, atletica leggera, palla-canestro, pugilato e ginnastica. Poiché la città difettava di impianti sportivi e i pochissimi esistenti furono distrutti durante il conflitto, le società di calcio ebbero ospitalità sul campo Thaon di Revel (dove avvenivano esercitazioni militari) mentre per l'atletica leggera l'U.S. usufruivaper organizzare i suoi tradizionali Meeting pasquali», dello spazio interno della verdeggiante Rotonda del bosco Stana. In una regione dalla grande vitalità giovanile. conte era appunto la nostra romana città, accendere la fiamma dello sport del calcio costituiva un fatto di immediata realizzazione ed era anche segno di concordia e di buon auspicio. Il 27 febbraio 1921 fu proclamata l'annessione di Polo alla Madre Patria. Iniziò rosi un risveglio insperato delle attivita e attraverso le belle battaglie disputatesi molti atleti palesi ebbero campo di brillare di viva luce. Nel 1922 si svolse, a favore delle Olimpiadi, una partita di calcio tra la formazione dell'US.P. e la fortissima squadra della Reggenza del Carnaio, nelle cui file militavano giocatori di fama quali Repetto e Guagnino del Genoa. In palio la Coppa del Re: fu vinta dai polesi per 2 a zero. Gli inebrianti fermenti dell'ambiente sportivo cittadino portarono ben presto ad una vivace rivalità tra le maggiori compagini locali, l'undici «lilla» unionista e i baldi «nero-stellati» del Grion, i quali nell'atmosfera luminosa della redenzione poterono — dopo l'episodio degli undici giocato. del 1914 — far brillare la stella bianca in campo nero. Poi ci fu, oltre il Mt. Maggiore, portatavi da un acamion» a Fiume, la dura trasferta dell'Unione Sportiva nell'incontro finale del Torneo Giuliano con la compagine di ispirazione dannunziana, la Juventus-Enea. Risultato vittorioso per i polesi fuori casa: 2-2. Si susseguirono lotte interessanti del Grion, nel giro toscano per incontrarvi le migliori squadre e poi Bologna. Per alcuni anni, prima dell'ammissione di Pola ai campionati nazionali, come provincia annessa, si svolsero partite di rilievo specie contro le dure squadre fiumane che ebbero in Gloria» e .Olimpia. rappresentanti di alta classe di superiore tecnica. Polo, si affermava con valore, e nella volontà di salire con atleti temprati ad ogni fatica plasmava i migliori campioni per le lotte future. Nel frattempo furono lanciati diversi appelli ai giovani sportini ,lesi, e non pochi i tentativi fatti per l'avvicinamento delle forze locali in un unico amplesso di energie. Poi prevalse Io sport antagonismo locale, giacché talvolta la rivalità cittadina lu più croce che delizia per il calcio. la fusione delle due maggiori società ebbe grande valore per quella questione dí prestigio che tanto stava a cuore alle autorità e ai dirigenti locali. D'alto: parte sarebbe stato assurdo cercare di nascondere la realtà delle cose anche se, esse potevano a volte essere sgradevoli; era necessario che l'ambiente sportivo polene evitasse illusioni e vane speranze che a breve scadenza sarebbero state destinate a cadere, come foglie secche, in un autunno avanzato. Solo tenendo fede a questi principi si evitò la grande crisi dello sport locale che avrebbe indubbiamente portato i due forti sodalizi calcistici alla cocente umiliazione, che e propria dei vinti, costretti ad ammirare i progressi fatti da altre città senza poterle emulare e accontentandosi solo dei ricordi di un pur glorioso passato. La storia del calcio istriano fu scritta nelle lappe successive agli anni 1927-28 quando parallelamente al Grion debuttarono nel campionato nazionale dì serie e l'Ampelea di Isola d'Istria e nel girone veneto-giuliano la bianca squadra dei minatori di Arsia, dopo l'inaugurazione del nuovo Comune che traeva il nome dalle sue inconfondibili origini romane e la Libertas» di Capodistria, che si battè con pari valore occupando sempre una posizione di rilievo nella classifica della 1 Divisione. Dopo le nubi che stavano per passare sul cielo... stellato durante il precedente campionato di seconda divisione nel quale il Grion ebbe una torte crisi finanziaria che mi, se in pericolo la sua attività futura, la presidenza (animatore Bilucaglia Luigi) sanò la precaria situazione ottenendo dalle autorità governative un largo contributo che permise in modo notevole il cammino dei grioni. A bandiere spiegate, con la ritrovata fiducia stimolata dalla sagace azione dei dirigenti, il Grion fu autore di sensazionali prodezze nei campionati 1928-29 e 193031. A prescindere dalle sue lotte nel campo calcistico, il Grion va ricordato pecche nelle sue Vile si plasmò la migliore gioventù sportiva e studiosa; non si deve dimenticare che la magnifica preparazione spirituale del sentimento nazionale degli istriani si affermò nella maniera più fulgida sui campi di battaglia, dove essi versarono il loro sangue generoso. Furono gli sportivi che guardarono a questi indomiti combattenti .n sentimenti di gratitudine e di amore, e poi intestarono i loro nomi gloriosi alle orgogliose associazioni cittadine e istriane. I trascorsi smaglianti che portarono il Club a grande notorietà furono dovuti alla scelta in tutti i settori di elementi di provata capacità, esemplare sotto il profilo atleti., e soprattutto di un vigore fisico superbo. Il non dimenticato «biondo» Vittorio Zucca, calciatore di grande nome, centrattacco ancora ai tempi del C.S. Olimpia nel 1917, è stato un vena padre tra i giovani atleti. Fu uno dei rappresentanti più forti, più valorosi dell'atletismo italiano. E' stato un campione che conquistò — ad onore e vanto dell'Istria nostra — uno dei record più ambiti e più difficili, l'alloro assoluto sui 100 metri piani e fu «recordman», per molti armi, sulla stessa distanza. Mai una vittoria così fulgida ed apprezzata fu, fino allora, riportata da un giovane venuto fuori dal calcio! Ci ricordiamo questa frase, dopo il suo trionfo: «Quando mi consegnarono lauree premio, i miei occhi luccicavano più dell'oro!» Fu prescelto poi quale azzurro. della staffetta veloce alle Olimpiadi. Quando il calcio è forza viva e possente la vittoria non può sfuggire a chi ardentemente la persegue: i nero-stellati, animati da spirito garibaldino, dopo avere terminato brillantemente il girone eliminatorio, si aggiudicavano la vittoria nel girone finale. Un prezioso punto strappato sul munito campo del Forti — ritenuto allora inespugnabile — e con le vittorie in casa su Foggia e Salernitana, i giocatori palesi acquistavano il diritto alla promozione nella Divisione dei cadetti. Venne più tardi inaugurata una opera sportiva molto attesa: il magnifico Stadio comunale, con una vasta tribuna, ed altri servizi sportivi, sul quale si erano disputate le partite più attraenti ed avevano portato molto in alto i baldi atleti in maglia nera. Nell'annata 1932-33 il debutto — finalmente — nella Divisione nazionale (Serie B). Dopo la cessione di alcuni giocatori, tra cui Bonivento, Vojak, Cidri e Ostroman a squadre naziónali, il Grion fece acquisto di un allenatore di valore, l'.azzurro. Piccaluga di Vercelli (nella fotocon la compagine di quei tempi), Le avversarie temibili si chiamavano Brescia, Livorno, Modena, Sampierdarena, Novara, Cremona, Como, ecc. Ci voleva una preparazione formidabile: le batoste erano salate e mentre tutto sembrava perduto, ecco un saliente episodio di tale campionato. Parte il Grion per Modena, non completo! Il pericolo sveglia il morale: colpo da moschettiere e vittoria per 3 a 2! Scongiurata la retrocessione. Più tardi, nel campionato 1933-34, l'allargamento della nazionale B decretata dalle nuove carte federali fece entrare (nel n.. girone B) molte squadre tra cui le retrocesse. In questo «girone di ferro» il Grion vinse diverse gare, tra cui quella col Bari che contava nelle sue file Cubi, Bonometti, Ferrero, Marchionneschi e l'occhialuto ',rossi (attualmente D.T. della Triestina). Uno dei migliori giocatori fu il tentino Duimovich (23 anni) che proveniva da Lussino, e che poi passò al Padova. Ma la compagine fu perseguitata dal malocchio. Verso la fine del campionato un increscioso episodio arbitrale nella gara con Pistola, che vedeva il Grion in vantaggio per I a 0, fece degenerare il gioco e scatenare la folla per la concessione discutibilissima del gol del pareggio degli ospiti, da parte dell'arbitro di Savona. Fu salvato a stento dall'invasione dei tifosi sul cani, e portato al sicuro dai dirigenti grionesi negli spogliatoi. Fu davvero il più triste episodio della vita calcistica della nostra città, per le draconiane sanzioni federali e sospensione del campo. La squadra dovette ritirarsi dalla competizione del girone B. Più tardi si riprese col campionato di serie C, e fu continuato fino alla stagione 1941-42 prima cioè che la bufera della guerra mettesse fine all'attività dei diavoli nerostellati». Dopo una così lunga chiaccherata ci sembra di avere esaurito l'argomento e per il lettore che ha avuto la bontà di seguirci scriviamo ancora qualche nota di rilievo — e la coincidenza ci appare doverosa — per il ricordo del contributo offerto da tutti i giocatori palesi alle conquiste di tante mete sportive. Con la lotta hanno faticosamente assegnato un posto di primo piano allo sport. La bravura ha riscaldato la fede dei suoi ardenti giovani ed ha indorate di pura luce i gonfaloni e le gloriose bandiere delle nuove e vecchie società sportive dell'Istria. In omaggio a questo contributo il nostro ricordo è sempre rivolto ad un figlio generoso di Pela: Aldo Fabbro. Un tragico destino lo volle tolto all'affetto dei vivi nel gennaio 1944, unitamente alla mamma ed alla nonna, troncato da un micidiale bombardamento aereo. Gli sportivi di Pela ricordarono il giovane centrosostegno che era passato all'A.C. Napoli, con la deposizione sulla terra istriana, clic ricopre la sua salma, di una lapide commemorativa. A Napoli fu organizzata «La Coppa Fabbro» in onore e nel nome del caduto che immolò la sua giovinezza mentre si stava schiudendo un avvieni. re radioso all'artefice di tante vittorie sull'erboso tappeto dell'Ascarelli. Lo spirito di Aldo aleggiava sul campo. Era uno sportivo di razza, lo ricordiamo con viva .commozione perchè portò alto il nome della sua nativa città, travolta anch'essa nel travaglio della guerra e vittima di una ingiustizia internazionale senza precedenti! ERNESTO DURIN

Dal numero 1469

del 20/04/1965

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