ABBAINO Aspettando I' "Ulisse„ di Luigi Dalla Piccola - ELIO PREDONZANI - foto

FOTO: La signora Eulambio, presidente del Madrinato di Trieste, attivo in tutte le istituzioni dell' Opera a favore del l'infanzia. Con la riapertura del teatro alla Scala. milanese, si aspetta il giorno ìn cui nel tempio sempre vivo dell'arte lirica musicale andrà in scena l'«Ulisse», la nuova opera di Luigi Dalla Piccola. Il Maestro che ricordi giovanili e giocondi, non meno che ricordi tragici legano all'Istria, si sa che oggi ama ispirarsi in quella sua seconda patria che è diventata per lui Firenze. Ma ciò non nuoce al suo sentito affetto per quella sua Pisino e per quel-1' Istria che sta sempre alta nei suoi pensieri. E di ciò gli siamo particolarmente grati, e sappiamo gioire quando lo vediamo farsi vivo con gente della sua terra dì origine, e con la comunità dei pisinoti in esilio. L'«Ulisse» era stato battezzato l'll ottobre del 1968 a Berlino in edizione tedesca ed ora avrà dunque la sua prima esecuzione in edizione italiana. Luigi Dalla Piccola è da dire per piú motivi uomo di valore internazionale. La sua conoscenza della musica tedesca, fra le altre, lo colloca nel novero dei compositori che hanno avuto linfe dai terreni, oltre che italiano, europei. Inoltre ha una vera conoscenza di parecchie lingue, delle quali all'occorrenza agevolmente si serve. La sua non rara presenza in teatri oltre che italiani europei ed extra-europei fa di lui una figura che si eleva ad altezze non comuni, europee e insieme mondiali. Si può dire che I' Istria non sia stata mai assente alle voci musicali del mondo, se pensiamo a quell'autore di Frottole e stampatore, che è stato nel Cinquecento Andrea Antico -da Montona, del quale appena da una ventina d'anni la critica ha incominciato ad occuparsi molto seriamente. Se pensiamo poi al Tartini, che diede gloria al Santo di Padova. Se pensiamo ad Antonio Smareglia del quale verrà giorno in cui si riprenda una vera riesumazione. Ed eccoci tornati infine a Luigi Dalla Piccola, del quale parlarono ieri soprattutto musicisti tedeschi, e domani parleranno — o, per meglio dire, riparleranno — con foga accresciuta, gli italiani. Agli inizi, sentita era l'ispirazione della terra d'origine nell'animo di questo Compositore: in certe sue opere per voci ed orchestra, nel lavoro «Dalla mia terra», nella «Canzone del Quarnaro» ed altre. Ma sono piú conosciute altre sue creazioni, come «Canti di prigionia» od i piú recenti «Volo di notte», «Job», «Il Prigioniero», che sono realizzazioni ormai conosciute da tutti i musicofili meglio informati della terra. A queste ora si unirà l'«Ulisse», e con grande attesa aspetteremo le nuove parole della critica su questo lavoro di grande impegno, del quale si può dire che si riveli d'un contenuto leggendario, tradizionale, storico, che ha però il vanto di far legare e compenetrare questi molteplici mondi in uno sfondo di attualità. Dell'autore istriano, dobbiamo ancora dire che la sua mente e imbevuta delle opere Ilei maggiori spiriti, primo fra tutti Dante; ma che egli è nel contempo addentro alle opere della patristica, ed è sempre vivamente interessato del teatro e non solo il musicale, che ama e discute sull'arte dei Greci e gli è familiare il teatro di Shakespeare. Musicista moderno e disposto ad accettare il pensiero dell'oggi, resta lontano da quelle aberrazioni che pensa dovute ai «venditori di fumo».

Dal numero 1657

del 10/02/1969

pagina 88