LIBERO COMUNE DI ZARA IN ESILIO consegnata una pergamena al Sindaco di Venezia - foto

Didascalia:Il Sindaco dl Venezia Ing. Favaretto Fisca con la delegazione dalmata che gli ha porto la pergamena [...]che suole dimostrare quella «continuità, di dedizione a Vane.a che per i dalmati significa dedizione alla Patria) ci-,e gli zaratini hanno valuto /esprimere, con la 'recente costituzione del «Libero Comune in Esilio» avvenuta sempre a Venezia nel settembre scorso. E' un ritorno a Venezia, non solo simbolico, ma effettivo, di lavoro e di opera; messo in atto, per sopravviaare alla fatale disperi e con la disperata volontà dei dalmati . continuare la lo-le battaglia, nell'unità municipale del sempre e solamente italico loto Comune. A Venezia la Giunta municipale di Zara è venuta per lavorare. A testimonianza di questo .ritorno» e di questa «continuità», la Giunta del Comune di Zara, ha desiderato che fosse offerta al Comune di Venezia, una pergamena che rimanesse come un segno e un documento tangibili di questo avvenimento ed ha pregato il Sindaco . Venezia di accettarne la consegna. Personalmente al Sindaco Favaretto-Fisca, il dott. Calbiani, ha offerto una medaglia d'oro, ricordo della ricostituzione del «Libero Comune di Zara in Esilio.. Il Sindaco di Venezia, ha risposto, esprimendo tutta 'la solidarietà e l'amore che Veneaia ricambia a Zara. Ha ricordato quello che di più Insilo e puro rappresenta questo ricostituito «Libero Comune di Zara in Esilio» per dimostrare quanto la nobiltà e la profonda sincerità del,l'amare che i dalmati hanno sempre portato a Venezia e all'Italia, sia un tesoro italico, che ,nessuno meglio dei Dalmati, è degno di custodire e tramandare agli italiani. Ha rinnovato alla Giunta del Comune di Zero, l'offerta di tutta la più completa ospitalità del Comune di Venezia, «— inni quando che volè, quà sé a casa vostra.» — Ha assicuralo che il Comune di Venezia, sani geloso custode della bella pergamena, che sarà conservata tra i più cari cimeli. E nel porgere il suo più affettuose saluto al Comune, a Zara e alla Dalmazia tutta, ha voluto ancora una volta .ripetere desiderio sincero di fratellanza -augurando alla Giunta il più cordiale «arrivederci». Nella ,pergamena e detto: Novecentostasantatre anni fa: L'Anno M di N. S. i Comuni dalmati sopravvissuti intatti alle migrazioni barbariche te chiamarono bianca di pietra novella meravigliosa Patria risorta Venezia con l'armi tue bendicenti a rimandare il mare di Roma e scalo le grandi ali dal Leo ne dall'Evangelista la vita nostra all'unisono con quella di tutti gli italiani cantò l'epopea di sua gente nella spirito civile latino. Oggi davanti a te non domata nel pur ventennale dolore ultin. delle tue città ad accettare il tuo dominio, Zara la santa ribelle e l'ultima a vedere ammainato sopra le sue fumanti rovine il Tricoloro d'Italia. Perenne simbolo di libertà virile caule in patria con gli esuli tutti di Dalmazia delle santi città del tuo linguaggio in ginocchio su la tua piazaa a riconsacrarsi tuoi nella storia che fù nella gloria che non tramonta per l'avvenire. Ti con no., nu con ti nel voto inobliabile della vittoria .all'Eterno Iddio che noi adoriamo •sia Patria ai vendi tutti l'Adriatico». Al sindaco del Comune di Ve nenia il dì XXIX di sotterra bre dell'anno MCMLXIII il sindaco dei Libero Comune di Zara in Esilio nel giorno della sua ricostituzione ideale questa antica parola evoca e rammenta Amen».

Dal numero 1421

del 05/05/1964

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