Albo d' oro del «Filzi» MARIO GRANBASSI - GUIDO NOBILE - foro

- foto Didascalia:La lapide che ricorda al Collegio «Filzi di Gorizia gli ex allievi caduti per la Patria NATO a Trieste nel 1907, compi gli studi liceali a Pisino d'Istria, dove risiedeva con la famiglia. Fu allievo del Convitto «Fabio Filzi». Nel 1926, a diciannove anni, intrapresi gli studi universitari, entrò a far parte della redazione del Piccolo, di cui divenne più tardi capocronista. Contemporaneamente collaborava con la Radio, come radiocronista, e curando con lo pseudonimo di «Mastro Remo» una rubrica dedicata ai vaganti. Nel 1934 fondò un giornaletto a colori , per ragazzi che portava lo ; stesso nome. Nel frattempo aveva conseguito la laurea in scienze politiche. Allo scoppio del conflitto italo-abissino fu tra i primi a chiedere l'arruolamento volontario tra i le truppe operanti in A. O., ma non riuscì nel suo intento. Frequentò subito dopo un corso per allievi ufficiali a Bassano del Grappa, ottenendo la nomina a sonatene-Me degli Alpini. Partito nel 1938 per la guerra di Spagna, cadde il 3 gennaio 1939 a qua. 492, nella zona di Cogull, in Catalogna. Nel 1940 venne decretata alla sua memoria la Medaglia d'Oro al V. M. dallo Stato Italiano e la «Medalla Militar» dallo Stato Spagnolo. Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria: «Comandante del plotone arditi di battaglione, si lanciava audacemente contro una :mi-Massima posizione nemica, che, con nutrito fuoco, causavi: forti perdite al suo battaglione, riuscendo, dopo aspro combattimento a corpo a corpo, a scacciarne l'avversario. Ferito, si faceva medicare sommariamente. Ripreso il contatolo dei , suoi si gettava ancora, con suprema audacia, nella lotta fine., investito da una raffica di mitragliatrice, cadeva colpito a morte. Prima di spirare inneggiavo un'Italia, incitando i suoi uomini a continuare la lotta e a non preoccuparsi della sua persona, — Pendici di Monte Fosca, 3 gennaio 1939. Questa la breve vicenda umana di Mario Granbassi, le poche righe nere sul grande foglio bianco della sua vita. Avviene sempre, quando si pensa ad un amico seonmari so in giovane età, tanto più quando la sua morte è come illuminata dalla .luce del sacrificio, di ricercare nei rapporti avuti, nella sua personalità e .nella stessa sua figura fisica, un segno, una linea, un qualche cosa che comprenda e spieghi il suo destino, quel suo destinò. E così avviene in me oggi che cerco di scrivere di Mario Granbassi. I rapporti personali che mi si p 'rasentano nitidi e precisi non mi aiutano eppure risento in me fortissima l'emozione del giorno in cui fu comunicata la sua morte. Era partito, a quanto ricordo, quasi clandestinamente, come' per un viaggio di servizio. Ecco forse da parola illuminante della .personalità di Mario Granbassi, la sua contusione della vita come di un dovere complesso e nello stesso tempo SOMpiiCiSsimo tutta la sua intelligenza, la sua capacità, le forze intime e nascoste del suo anima dovevano essere dirette ed indirizzate al fine che era per lui, e in lui, estremamente chiaro. Io penso che egli ebbe la ventura di percepire che c'è nell'uomo e nella sua vita qualche cosa con cui egli -può — anche «temporaneamente —d'onde la coscienza della possibilità (o utilità) del sacrificio a profitto d'un bene che egli giudica trascendente il proprio destino. Era il tempo in cui sui muri era seritto in lettere lapidarie credere obbedire combattere. Per Mario Granbassi queste non erano vuote parole a lui estranee: egli obbedì non a un coercitivo comando, ma ad un suo personale ed imperativo senso del dovere .perchè credendo in un destino italiano volle combattere per l'affermazione di questo destino. Combattè con l'animo d'un istriano, come se presentisse anche la necessità di rialfee male con il suo sangue d'italianità della sua gente e della sua -terra. Ho la .sensazione che egli cercasse e riuscisse a superare dubbi e tormenti clic pure agitavano quelli della sua generazione, proprio . questa sua volontà di servine di servire la civiltà e la patria. Perc.hè anche la sua azione di «Mastro ma» mi sembra tutta permeata di questa volontà di dare ai bimbi di allora una visione di civiltà. Resta di Mario Granbassi, a tanti anni dalla morte, in chi lo conobbe il rimpianto affettuoso d'un animo sincero od entusiasta e per tutti l'insegnamento di una vita piena di intelligenza, di attività e di dedizione ad un ideale. GUIDO NOBILE (Da La Porta Orientale)

Dal numero 1428

del 23/06/1964

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