Roma, gennaio
LA Scueta-Convitto per infermiere. fondata dalla: famiglia Agnelli di Torino
compie il suo 25" anno di vita a Roma. Infatti, l'istituto benemerito che è il primo.. del genere in Italia ebbe origine nel capoluogotorinese nel 1936. Gli eventi di guerra portarono al sta trasferimento a Roma, in una nuova sede, che si credeva provvisoria, ma che dopo la morte della sua fondatrice, donna Virginia Agnelli, divenne ddientiva. Nel 1957, grazie al generoso intervento della Famiglia Agnelli e della Croci. Rossa Italiana, ebh,: la sua nuova sede in via Ramarzini, a Mon tesemele Nuovo, al centro della zona più interessante, dal punto di vista ospedaliero, di Roma. infatti, la Scuola Infermiere è sin.ta di fronte al1'ospedale Forlanini, in prossimità dell'Ospedale «S. Carini,» sulla Circonvallazione Giameoldese e del Centro Traumatologico Ramazzini L'Istituto, che porta il nome di «Edoardo e Virginia Agnelli., ospita due corsi di allieve infermiere di oltre 60 elementi ciascuno ed 6 fornito, oltre che di spaziosi dorrnitoi e di aule di studio razionalmente attrezzate, di UP refettorio modernissimo e di locali luminosi ed accoglienti per passare il tempo libero dallo studio. C'è, infatti, una biblioteca per la lettura, un'ampia sala di soggiorno fornita di bar, un vasto ambiente per godersi lo spettacolo della televisione o per ascoltare la canzoncina preferita sul giradischi. Un grazioso teatrino, attnazato per le proiezioni cinematografiche ed un'estesa spianata piena di sole per lo studio all'aperto, completano il complesso che è veramente autonomo e completo. Nè vi manca una cappella che raccoglie le giovani alunne per le preghiere e le cerimonie del culto.
Fra le 129 allieve di questa scuola modello si trovano anche dieci ragazze. profughe dalle nostre terre. Per affettuoso interessamento di donna Carla Gronchi, che ha sempre seguito le sorti degli alunni giuliano-dalmati od in particolare, con gentile, costante sollecitudine, quelle dei giovani, quest'anno la Croce Rossa Italiana ha riisersszto dieci borse di studio da mettersi a concorso fra ragazze profughe che iMdtdessero seguire la carriera dell'infermiera, seguendo i corsi della Scuola «Agnelli•. A suo tempo, l'Opera per l'Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati ha emesso il bando di concorso per la assegnazione delle borse di studio in questione. Fra i vari titoli per beneficiarne, si richiedeva il diploma di una scuola media inferiore ed il certificato di profugo.'
vincitrici del concorso, scelte per le loro attitudini e per le loro qualità morali e fisiche, frequentano attualmente il primo corso della Scuola-Convitto e — a detta degli insegnanti — si segnalano per diligenza e serietà. La scuola ha un orario severissimo fra lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche. Le lezioni di medicina, chirurgia, pediatria, psichiatria, neurologia, ortopedia e pronto soccorso, si alternano alle lunghe ore di assistenza, passate nelle corsie degli ospedali viciniori. La professione richiede dedizione e scrupolosità, un alto senso di responsabilità e l'attitudine al lavoro intenso; durante i corsi della scuola le ragazze possono prepararsi a questa vita di abnegazione nel modo migliore. Assistere i bambini ed i malati è una vera missione di carità e di fermezza, che richiede doti morali non comuni, ma ci sono anche i vantaggi concreti di uno stipendio che, già inirialmente, arriva alle 60.000 lire mensili, oltre il vitto e l'alloggio, e di una sicurezza assoluta. Nella professione di infermiera non esiste infatti disoccupazione, ma le richieste di personale regolarmente diplomato, da parte di ospedali e clinicheè sempre mag- gio.. Dopo i corsi di infermiera, si possono seguire quelli di specializzazione in pediatria ed in camera operatoria e i corsi superiori di
Assistente Sanitaria e Caposala.
Ci sembra che per chi ha sperimentato le amarezze dell'esilio, ha affrontato e superato le .mille difficoltà connesse con l'abbandono del mondo proprio, affine ma spesso cosi diverso, per tradizioni, abitudini, parlata, da quello nuovo, come fu il trasferimento dalle nostre città e cittadine sul mani, alle varie regioni d'Italia, la professione di infermiera, che richiede tanta umiltà e tanto spirito d'iniziativa, sia una delle più adatte. Ci auguriarno che le nuove allieve possano superare le durezze iniziali della professione e, superate felicemente le prove degli esami, iniziare proficua
mente la loro nuova vita di bene.