LO SCRITTORE SI E' SPENTO DOPO UN ULTIMO ATTO D'AMORE ALLA SUA TERRA Giani Stuparich con i Ricordi istriani ha lasciato il suo testamento spirituale

A settant' anni si è piegata la diritta figura che aveva portato a Trieste la natura fiera del marinaio di Lussino, lo spirito di sacrificio agli ideali più nobili, la vena narrativa sempre così limpida e tosi piena di significato - foto La notizia della morte di Giani Stuparich, avvenuta in una clinica romana, ha suscitato vasto cordoglio a Trieste. Amici, estimatori cd ammiratori che si erano preparati a festeggiare il suo settantesimo compleanno si tenevano costantemente in contatto con la Capitale, e la notizia della morte è dilagata in città suscitando molta coni-mozione. Subito si sono registrate le prime espressioni di cordoglio. Lo stesso Vescovo mons. San•tin si è interessato perchè la, salma dello scrittore giunga nella sua città il più presto possibile. Fra i primi echi di cordoglio, una dichiarazione del preside del liceo «Dante», di cui Giani Stuparich è stato allievo e insegnante. «Giani Stuparich — ha detto il prof. Bisoffi dopo aver appreso la notizia della morte dell'illustre scrittore, apparteneva alla generazione eroica del "Dante, quella che nel '15 e partita volontaria, a combattere nel nome d'Italia. Era un alunno di eccezionale valore, come i suoi compagni, Slataper e Ruggero Timeus. Stuparich appartenova a quella generazione di valorosi, di cui era il rappresentante più illustre. Gli siamo grati anche perchè è stato affezionatissimo al "suo Dante. E' stato sempre con noi. dapprima come alunno, poi come insegnante., ed anche quando ha lasciato l'insegnamento ha voluto sempre mantenervi il suo posto di ruolo». Il doti. Timeus, presidente della Compagnia Volontari Giuliani e Dalmati, «ha espresso il più vivo dolore per la morte del valoroso combattente, che ha fatto onore all'Istria e a Trieste nelle lettere e sui campi di battaglia». Il col. Fonda Savio, presidente del Circolo della Cultura e delle Arti, si è cosi espresso: «Sono profondamente addolorato per la perdita di questo insigne figlio di Trieste, che è stato anche il fondatore od il primo presidente del Circolo della Cultura e delle Arti. Il CCA si appestava a fare una grande manifestazione per festeggiate il suo settantesimo compleanno. Dovremo invece ricordare commossi la sua figura. L'ho sempre seguito con affetto e ammirazione». E così Oliviero Honorè Bianchi, segretario del Circolo: «Sebbene da vari giorni purtroppo fatalmente prevedibile, da notizia della scomparsa di Giani Stuparich mi colpisce e mi turba come fosse del tutto inattesa. Ero personalmente impegnato nella preparazione delle manifestazioni che doravano costituire, I entro questo mese al Circolo 'della Cultura e delle Arti, appunto i festeggiamenti allo scrittore nel suo settantesimo compleanno; ho appena incominciato a scorrere l'indice e sfogliare lo splendido volume "Il ritorno del padre, che raccoglie una scelta antologia dalla sua opera di narratore. Ne consegue che non avrei potuto trovarmi in uno stato d'animo più incline a considerare Giani Stuparich vivo e attivo, e al tempo stesso meno adatto ad asso ciao il suo nome al pensiero della morte«.

Dal numero 1269

del 11/04/1961

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