Inaugurato il Circolo a Marghera Distribuiti pacchi dono a Venezia Le due intense giornate della visita di Libero Sauro che è stato ricevuto dal Cardinale Urbani e dalle maggiori autorità civili e militari - foto

Didascalie: Libero Sauro parla ai convenuti nella sala del Consiglio Provinciale prima della distribuzione del pacchi donati al bambini assistiti dal Comitato La visita di omaggio al Cardinale Urbani, Patriarca di Venezia, di Libero Sauro, Presidente nazionale dell'Associazione dei giuliano-dalmati che era accompagnato dall'avv. Gherbaz, dal dott. Krekich, dal cav. Duca e dal rag. Mandi del Concitato profughi dl Venezia Libero Sauro presidente nazionale dell'associazione dei giuliano-dalmati, ha trascorso una intensa giornata a Venezia sabato 20 febbraio. 11 presidente era giunto a Venezia, città che gli è particolarmente cara per avervi egli tiskduto negli anni dell'infanzia con suo padre, durante la prima, guerra mondiale, spinto non solo dal desiderio di prendere nuovi e più diretti contatti con il Comitato di Venezia dell'Associazione, ma anche per procedere all'esame dei problemi più pressanti oggi sul tappeto e dei quali da tempo era stata sollecitata la definizione. Nel corso delle visite di omaggio fatte da Libero Satire al Cardinale Urbani, Patriarca di Venezia, all'Ammiraglio Caridi, al Prefetto dott. Migliore, al Presidente dell'Amministrazione Provinciale ing. Favaretto Fisco ed al Commissario Straordinario del Comune dott. Bilancia, sono stati esaminati, sotto vari aspetti, i problemi degli esuli; le condizioni in cui vivono, inseriti nella vita veneziana, quanti hanno dovuto abbandonare le loro terre per trovare rifugio nella Madre Patria, sono stati passati in rapida rassegna. Nessuno meglio di Libero Sauro poteva rendersi interprete delle necessità e dei sentimenti dei profughi, i quali guardano con fiducia all'opera delle autorità, anche se alle volte disguidi e lentezze burocratiche possono indurre ad una certa amarezza. Su di un problema in modo particolare è stata soffermata l'attenzione; la situazione alloggiativa. E' un problema che a Venezia presenta particolari difficoltà, ma a cominciare .dal paterno Patriarca fino all'Ammiraglio, al Prefetto ed a tutti coloro che possono .prestare un fattivo interessamento, si è constatato uno sforzo continuo e concorde per giungere alla soluzione di questo assillante problema. Dalle varie visite (e non ha mancato di ritonascerlo cori viva soddisfazione il presidente Sauro) è stata tratta l'impressione che il Comitato di Venezia, grazie sopratutto all'instancabile attività del suo presidente Cav. Giuseppe Duca, aveva saputo assicurarsi la stima e la fiducia ed anche la viva ben, valenza di tutte le autorità locali. Tua, avevano dimostrato di conoscere a fondo e più ancoli di sentire particolarmente qui a Venezia il problema giuliano-dalmata. La riprovj, più concreta .la si è avuta domenica mattina, quando nel alone della Provincia (g.c. , alla presenza del Prefetto, del Presidente dell'Amminiitrazione Provinciale, dél QUestore doti. Ugo Di Loreto é del rappresentantet dei 1Comune comm. Stecconi,' riehchè dei componenti l'Esecutivo Provinciale, del dott. Ugo Bassi, Consigliere nazionale dei gruppi giovanili Adriatici, del dott. Fa, tovich, dr. Testa, del. cav. uff. rag. Valentini, del prof. Zink, del col. Crevato, dei sigg.ri Nico Baban, Fratton, rag. Marzari e molti altri di cui ci sfugge il nome, si è proceduto alla distribuzione di 200 pacchi a bambini giuliano-dalmati. Veramente comm ovente il discorso tenuto, in risposta al saluto portogli dal Presidente Duca, dal Presidente della Provincia ing. Fa-varato Fisco. Interprete dell'animo generoso della popolazione di tutta la provincia l'ing. Favaretm Fisco ha ricordato le sofferenze dei profughi, la -fermezza con cui hanno affrontato la dura prova dell'esilio in Patria, l'esempio di serietà e laboriosità dato dalla quasi totalità degli stessi, nel crearsi, col lavoro, una nuova posizione, essendo di esempio 'ad ogni altro cittadino. L'ing. Favaretto Fisco ha elogiata lo spirito che anima i giuliani, non dimentichi idelle loro terre, cui agognano di ritornare, doli sempre al culto della Patria, cui sdno attaccati, orgogliosi" di servirla e di amarla anche ora che le avverse fortune ne contendono la giusta espansione. Libero Salirci, ringraziati tutti i presenti, si è rivolto sopratutto ili bambini; con parola semplice e toccante, ha ricordato il periodo in cui la sua ;famiglia risiedette a Venezia, le gite fatte col padre al Lido, le parole di quel grande Eroe, che inculcava nei figli l'amore alla sponda lontana, sotto il dominio straniero ieri, sventuratamente ricaduta oggi sotto altro dominio straniero. Ma la lede nell'avvenire non deve vacillare: deve partire da un sentimento profondo,' l'amore e la devozione all'I, talis. Tutti i bambini, dopo aver ascoltato il discorso con viva attenzione, apparivano commossi; ne lo erano meno i grandi, cui quelle parole avevano riacceso nell'anima ricordi e speranze. Si è quindi proceduto alla distribuz, ne dei pacchi. Si sono benevolmente prestate la gentile consorte del Prefetto Antonietta Migliore, attorniata dalle signore Albania Minotto-Sauro, Duca, Krekich, Giuppani, Zerboni e dalla signorina Faraguna, le quali hanno avuto parole affettuose per i bambini, ai quali hanno rivolto domande, interessandosi ,delle loto condizioni e dei loro studi. Le laboriose giornate ven, ziane di Libero Sauro si sono chiuse al 'pomeriggio, con l'inaugurazione del Circolo Giuliano-Dalmato di Marghera. Sorto attraverso sforzi e sacrifici non piccoli, il Circolo risponde ad una viva necessità, di quella zona industriale, dove le famiglie dei profughi sono numerose. La decorosa sala di ritrovo, fornita di un bar e di un apparecchio televisivo, consentirà riunioni varie ed offrirà la possibilità di svolgere anche una attività culturale, della quale è sentito il bisogno. La cerimonia dell'inaugurazione si è aperta con la benedizione dei locali impartita da don Armando Berna. Il parroco di Marghera — Cà Emiliani, che è così affettuosamente legato alla famiglia dei profughi, dopo impartita la benedizione, ha rivolto ai numerosi profughi presenti, parole di cordiale esortazione a sempre bene operare. Ha poi parlato il Presidente del Comitato di Venezia cav. Duca, il quale ha voluto ricordare come l'iniziativa di aprire un circolo era partita dal compianto V. Presidente del Comitato, Gino Flaibani, che tanta attività ha dato all'Associazione. Giusto quindi che al nome di Gino Flaibani, venisse intitolato il ci, colo. Ha ceduto quindi la parola all'avv. Ruggero Gherbaz, pregandolo di brevemente illustrare la vita e l'opera dello scomparso. Sebbene limitata ai soli momenti salienti della vita di Gino Flaibani, l'esposizione è tuttavia riuscita a far risaltare in tutta la sua vera luce la figura dell'estinto, grazie alla Parola appassionata dell'avv. Gherbaz. Ricordato breva mente il periodo dell'infanzia, l'oratore ha detto della fede profonda di italiano che ha animato Gino Flaibani, dal momento in cui, fondata con altri animosi la «Giovane Fiume», prese parte a tutte le lotte da quella Società irredentistica sostenute in difesa dell'Italianità della città del Camaro, sino a quando, ,dopo le persecuzioni della 'guerra, Legionario Fiumane, Gino Mai.ni difese disperatamente i diritti della sua Fiume, andante alla annessione all'Italia. L'oratore ha ricordato poi la passione alpina che aveva spinto Gino Flaibani, già componente attivissimo del Club Alpino Fiumane,, a fondare nel 1918 la Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano. Profugo a V, nezia, Gino Flaibani riprese la sua attività instancabile in i sono al Comitato giuliano-dalmata, partecipando anche attivamente alla formazione della Legione del Vittoriale. Ma sopratutto raccolse tutti i soci dispersi un pò dovun, tue della Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano, che riorganizzò, indicendo raduni ! annuali, che furono altrettante affermazioni di vibrante italianità; esortò i giovani alle gare sciatorie, curò il loro addestramento, come aveva fatto nei primi anni della sua attività alpina, ferendo conseguire alla Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano un indiscutibile primato. E tutto predispose pere., perduti i vecchi rifugi, altri ne fossero istituiti. La passione per la montagna in Gino Flaibani è andata congiunta ad una alta aspirazione: accendere nell'animo dei giovani l'amore per le vette alpine, che segnano l'arco meraviglioso posto da Dio a confine sublime dell'Italia e tra queste non ultima quella del Monte Nevoso, estremo baluardo che il Flaibani sognava rivendicato e perciò accendeva nei cuori la fede e la passione per l'Italia. L'avv. Gherbaz ha concluso, tra l'applauso dei presenti, affermando che era giusto intitolare a Gino Flaibani il Circolo, sopratutto perchè il suo esempio fosse presente ai giovani e valesse ad accend, re fermezza di propositi e di fede. Alle parole dell'avo. Gherbaz si è associato, a nome della Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano, il Vice Presidente della stessa dott. Aldo Tuchtan, il quale ha assicurato che il C.A.I. avrebbe seguito la vita e l'attività del Circolo, cui si sentiva legato vivamente, per quelli stessi vincoli che rendevano cara la memoria di Gino Flaibani a tutti gli al-' pinisti. Ha chiuso la cerimonia, alla quale erano presenti la ve-dava signora Linda Amelia Flaibani e il figlio Ruggero, il cav. Donati, il dott. Marussich, il cav. Marsè, il dott. Bassi, il rag. Maaari, il dott. Dolmin, i signori Prosperi, Corich, Baban, Fratton, Vallery e molti altri, il saluto di congedo di Libero Sauro, il quale si è detto veramente, lieto di aver potuto constatare il molto che si era fatto. Le modeste forze dell'Associazione costringono alle volte a marcare il passo, sia nel campo assistenziale che in ogni altro. Molto rimane quindi ancora da fare, ma il presidente si é detto certo che altre realizzazioni non mancheranno, per lo spirito di sacrificio e la fede che anima tutti; ed ha voluto particolarmente ricordare il vivo contributo dato dai collaboratori più diretti del Comitato di Venezia: l'avv. Ruggero Gherbaz e Antonio Carbonetti, Consiglieri Nazionali dell'Associazione, il V. Presidente del Comitato di Venezia dott. Krekich e i consiglieri rag. Mandi, Sardi; Sidari, doti. Cimar e Muriti. Si è detto ancora certo che l'opera di tutti non vorrà meno, tanto è accesa e viva la fiamma dell'ideale comune: l'Adriatico Italiano. R. M

Dal numero 1213

del 01/03/1960

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