PROSPETTIVE La Regione pericolosa - vignetta

NELLE ASPIRAZIONI DEL TITISMO «Voi siete, dunque, contro l'istituzione della Regione Friuli Venezia Giulia»; questa l'osservazione rivoltaci 4.4a alcuni saputelli politici che, nel seguire il nostro giornale, usano il metro di giudizio ricavato dagli schemi propagandistici dei partiti che risolvono tanto spesso ogni problema in uno slogan. Dare una risposta a chi vuol classificare tutto in bianco o in nero, richiederebbe molto spazio, quanto metro la riesposizione di tutto ciò che su questo argomento abbiamo scritto e sottolineato, avvalendoci anche delle vignette del, nostro Vidris. Buon per noi che ci viene in 'soccorso il quirulicinale Friuli di Udine, certamente non sospettabile di velleità antiregionalistiche essendo espressione d'una città e d'una provincia dove l'anelito regionalistico è particolarmente sentito. Ebbene, questo giornale che già aveva avvertito la necessità di «rinunciare alle generiche speranze d'una sistemazione regionale la quale, cosi conto si prospetta al momento, ci porterà, è chiaro, assai più oneri che vantaggi», e pertanto «è meglio perderla che trovarla», ha così scritto nel suo ultimo numero: «Noi siamo per la Regione, lo abbiamo sempre scritto e sostenuto, irta per una Regione saggia, utilmente organizzata nel vantaggio uguale di tutti e ?roti di una parte soltanto dei futuri contribuenti regionali; per una Regione promossa ed approvata da tutti gli interessati (e que,-sra è demorrazia, non—già, sancita per decreto presidenziale. La Regione per cui noi ci battiamo deve essere, si, autonoma al tossito possibile, irta sempre ben saldamente inserita nell'unità nazionale che sopra tutto lungo questi nostri confini non ornatene deroghe, debolezze, bilinguismi, attivizzazioni di minoranze slovene o "celtiche" funzione anti-italiarta. Non vi debbono essere, vogliamo dire, accettate o tollerate occasioni tendenti a frantumare, o quanto meno disgregare, con il pretesto della Regione, la superiore compattezza ed integrità dello Stato. Le coscienze dei singoli cittadini, il loro voto, la loro ponderazione, la loro prudenza: ecco la Regione che vediamo noi, non iscritti ad alcuna Milizia Regionaria per l'Insicurezza Nazionale.» E', nella sostanza, quanto stiamo scrivendo anche noi da tempo; ed è anche quanto ha formato oggetto delle, preoccupazioni del Consiglio comunale di Gorizia nell'au provare due anni fa una 'nozione sulla questione regio-'tale. Voler ignorare la realtà [...] che gli slavi stanno sviluppando con l'appoggio, oggi come ieri, del Comunismo significherebbe camminare con tata benda sugli occhi so un terreno minalo di insidie, preparate e congegnate con consumata perizia.. Pare però che anche in questo caso la storia non sia accettata come 'maestra di vita. E tanti penitenti continuano senso astratto petizio', di principio e dimenticando di tenere i piedi a terra, sulla realtà cioè d'una situazione confusa e pericolosa, soprattutto per l'esistenza del Memorandum di Londra. Ai parlamentari che lo interpellavano sulla Regione, il Presidente del Consiglio ha risposto che a questo, conte ad altri problemi di interesse eminentemente locale, il Governo darà senz'altro la sua «più attenta considerazione», tuttavia «non nascondendosi le difficoltà obiettive delle soluzioni da intraprendere nel quadro degli interessi generali e dell'amori, ed integrità dello Stato. Non possiamo proprio dargli torto.

Dal numero 1167

del 14/04/1959

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