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Didascalia:Un gruppo di partecipanti all'assemblea della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, svoltasi il 31 maggio scorso nella sala degli Stati Provinciali al Castello di Gorizia
...e l'uomo e le sue tombe — E l'estreme sembianze e le reliquie — Della,: terra e del del ciel
traveste il Tentpo».
Foscolo «( I Sepolcri )
SEMBREREBBE che il compianto Camillo Da Franceschi avesse in mente questi versi del Foscolo quando nel 'tracciare la biografia del dott. Andrea Amoroso, del quale si è scritto nel N. 665 del 4 ottobre 1960 ricordando il 50 anniversario della sua risorte (19 febbraio 1910), ebbe queste espressioni: «L'incalzante moto del tempo, le vicende politiche, le mutevoli correnti spirituali accelerano il travolgimento nell'oblio d'uomini e di cere, senza cancellarne i valori toli, che dall'equo giudizio dei posteri vengano, o prima o poi, rievocati e rimessi in onore,» A noi che siamo abituati a calcolare il tempo con sensibilità umana lo spazio di 80 anni sembra lungo. Ma se lo misuriamo colla vertigine corsa della lustra vita dobbiamo dire che esso e fuggito in modo tremendamente precipitoso, cosa che del resto anche il poeta. Orazio malinconicamente constatò nei suoi versi: «fuggi irreparabile tempi... E molti dei nostri avi che ei decedettero, tuttavia, ci sembrano cosi inverosimilmente lontani dal rimanere noi un po' coll'animo sospeso, rievocando la loro memoria e le loto Orienti, che sono state consegnate alla Storia. Per cui «una fioritura di animosi patrioti — continuò il De Franceschi —, sparsi per l'Istria, legati .tra loro da rinculi idealistici, diede vita e splendo:, a quel periodo di storia provinciale protrattosi per tutta la seconda metà del secolo XIX e più oltre, sino alla prima guerra mondiale, in preparazione dell'auspicato ricongiungimento della Venezia Giulia all'Italia Madre». Purtroppo quesito tanto atteso ed auspicato congiungimene) per un crudele e fatale destino doveva essere orrenda te amen annientato colla infausta e malaugurata seconda guerra mondiale, che ha fatto perdere all'Italia, gran parte della Venezia Giulia, ivi compresa l'Istria, la cui popolazione, nulla sua stragrande maggioranza profani anziché rimanere sotto un giogo straniero ben più duro e crudele di quello,tanto un tempo deprecato,austroungarico. Preoccupati ora i nostri profughi istriani dai mille e svariati bisogni della vita, agita. e convulsa, forse si sono dimenticati di quella .fioritura di animosi patrioti e delle loro meravigliose opere compiute». Ma questo non deve assolutamente avverarsi, perché quel patrimonio da essi lasciatoci noi lo dobbiamo costantemente ed assiduamente custodir, conservare, curare per tramandarlo alle future generazioni, affinché non si spenga mai negli animi nostri quel radioso deposito culturale frutto di un purissimo movimento nazionale, statore ogni inquinamento deteriore di un esaltato od esagerato nazionalismo, che sorse e germogliò fra i giovani di quel tempo. In questi momenti di travaglio più che materiale, spirituale, valgano come monito solenne parole che si leggono nell'Orazione «Dell'Origine e dell'Uffizio della Letteratura» che il Foscolo doveva tenere nell'Università di Pavia: Italiani, io vi esorto alle storie, perciò niuna popolo più di voi può mostrare né più calamità da compiangere, né più errori da evitare, né più virtù che vi facciano rispettare, né più grandi anime degne di essere liberate dalla boliviane da chiunque di sa che si deve amare e difendere ed onorare la terra che fu nutrice ai padri nostri ed a noi, e che darà pace e memoria alle nostre ceneri. Io vi esorto alle storie, perché angusta è l'arenai degli oratori; e chi ormai può contendervi la poetica palma?Ma nelle storie tutta si spiega la -nobiltà dello stile, tutti gli affetti delle virtù, tutto l'incanto della poesia, tutti i precetti della sapienza, tutti i progressi e i benemeriti dell'italiano sapere re. Secondate i cuori palpitanti dei giovanetti e delle fanciulle; assuefateli, finché son creduli e innocenti, a compiangere gli .uomini, a conoscere i loro difetti ne libri, a cercare il bello ed il vero morale». L'amor della Patria perduta, della sua gloriosa storia, sia il fuoco alimentatore e vivificatore. di ciascuno di noi come lo fu per quegli animosi patrioti sparsi un tempo per l'Istria, legati tra -loro da vincoli idealistici. Antesignano di quel movimento patriottico fu niente Andrea Amoroso; politico. giurista, economista, archeologo, dotato di una versatilità d'ingegno che lo fece emergere in ogni attiri. pubblica a vantaggio della. Patria, aveva sai arra raccogliere intorno a se, dall'Istria' e da Trieste, i migliori uomini di cultura, che lo aradiuvarono in piena fraternità, riconosciuto conosciuto in lui l'anima motrice e vivificatrice di tutto lo sviluppo storie-o culturale che egli seppe dare, oltre che in altri campi, alla Società istriana di Archeologia e Storia patria, colla sua lunga, multiforme ed illuminata attivi., ornata ala una cristallina integrità di carattere, e di una singolare spiccala robustezza di ingegno.
Con queste premesse il 24 Luglio del 1884, a Parenzo, veniva costituita la Società istriana d'Archeologia e Storia patria. Come essa avvenne ecco la descrizione nel «fascicolo trai.. (1884) della Adunanza generale costituii., desunta dall'Estratto dei', pregassi verbali.
«L'Adunanza generale costituii. la Società 'siriana di Archeologia e Storia Patria fu convocata alti 24 Luglio 1884, a Parenzo, del Comitato promotore, composto dai seguenti signori: Andrea dr. Amoroso, Bernardo prof. dr. Benussi, Giovanni dr. Cleva, Carlo De Franceschi, Felice dr. Glezer, Angelo Abate Marsich, Antonio dr. Scampicchio, Nicolò Rizzi. Dei 116 Soci (il 58o dei quali secondo l'elenco sarà il benemerito parroco di Gallesano don Giacomo Giachin) che risposero alla Circolare divulgata nel Marzo 1884, con intendimento di voler partecipare al nuovo Sodalizio, 45 sono presenti. Aperta la s dirla inaugurale al mezzogiorno, il dr. Amoroso prende la parola a nome del Comitato promotore. Egli ringrazia i presenti e gli assenti, per la premurosa partecipazione accordata alla Società. Chiede la cooperazione di tutti al raggiungimento degli scopi sociali, siccome quelli che influiranno alla loro volta a far conoscere meglio l'Istria nostra, cricca di preziosi -ricordi di un passato' che non fu ingiurioso, e le cui tradizioni dobbiamo ,' localmente conservane Voglia perciò ciascuno ispirarsi a codesto culto del passato, ciò che varrà ad infondere nuova lena alle ricerche, allo, studio delle memorie lascia, Ceci dagli avi nostri, e che noi tramanderemo, come oro deposito, in retaggio a coloro, che verranno dopo di noi. Chiuse col dire che l'opera del Comitato promotore è finita, e che da questo monumento toccava a lutti proseguirla, conducendo la Società a sito prospera e feconda. Lette alcune lettere di illustri Signori, che, o scusarono la loro assenza, o espia, sena voti per la prosperità della nuova Associazione, il dr. Amoroso comunica: che l'eccelsa Commissione centrale per i monumenti di arte e di antichi. a Vienna, ha manifestato la sua viva compiacenza per la progettata creazione della "Società istriana di Archeologia e Storia patria"; augurando alla medesima la migliore prosperità, e dichiarandosi pronta a prestarle il maggiore Possibile appoggio. Particolarmente importante e gradita è riuscita poi alla Commissione suddetta la comunicazione fattale della creazione di un Museo provinciale, corrispondano ciò appiano alle vedute di essa Commissione, che cioè, i cimeli debbano essere conservati al paese, nel quale essi furono scoperti; che ha avuto -la compiacenza di essere in diletta relazione coll'ill. Conte o Senatore Giovanni Gozzadini di Bologna, e col chiarissimo Commendatore Luigi Pigorini, direttore del R. Museo di paletnologia ed etnologia in Roma; che entrambi questi signori gli furono larghi di doni di pubblicazioni da essi fatte di indole paletnologi.; doni cedesti, come altri ancora che gli potessero pervenir,, che resteranno patrimonio della Biblioteca sociale; che -in vista della creazione del Museo provinciale, sono pervenuti cospicui doni e li monete, e così via, da egregi comprovinciali.
«Presentato, lo Statuto sociale è approvato dall'Assemblea, rimettendo eventuali modificazioni al Arassimo venturo Congresso della Società. Quindi si venne all'elezione delle Cariche sociali, che riuscirono come segue: Andrea Dr. Amoroso Presidente, Giovanni Dr. Canciani Vice-Presidente, Marco Dr. Tamaro Segretario, Guido Conte Dr. Becich Cassiere, direttori: Bernardo Prof. Dr. Benussi, Nicolò Rizzi, Domenico Cav. Pulgher, Giuseppe Vasillich, maestro, Giuseppe De Vergottini. Il Dr. Amoroso ringrazia con cetonie parole. L'on. Dr. Vidulich, chiesta la parola, dice, che non sapendo affatto spogliarsi di altra sua carica pubblica in veste di Capitano provinciale, oltre a quella di socio, si permette anzi tinto, a nome della Giunta provinciale, di esprimere -le sue più vive felicitazioni e -la sua , piena soddisfazione per la ormai seguita costituzione della Società istriana di Archeologia e Storia patria; tributa poi lodi ai promotori di essa Società per l'alto scopo cui la vollero indirizzata. Fa sinceri auguri poi buon successo della stessa, assiderando la Società, da parte della Giunta provinciale, di ogni suo maggiore, interessamento, ed appoggio nei di lei propositi. Esprime infine i suoi più vivi ringraziamenti per l'utile e il decoro che l'Istria andrà a -ritrarne dalla di lei opera solerte, zelante, illuminata. Il socio sig. Vidulich chiede anche lui la parola, e nella qualità di figlio del Quarnero, saluta cordialmente la novella Società. Ricorda le ragioni storiche, geografiche ed etniche che costituiscono per gli isolani altrettanti vincoli di fratellanza cogli istriani della penisola. Inneggia veramente patriottica iniziata, quest'oggi, siccome quella che offrirà u. nobile palestra intellettuale, -in cui si 'rifletteranno le nostre glorie passate. Si ripromette breve -tempo abbondanti frutti per la valida cooperazione di tutti; dei vecchi, come dei giovani, dalla nuova Società; a cui manda un Evviva. Dopo ciò, la seduta è tolta alle ore tre e mezzo pom.» Nasceva coni «ottant'anni» fa, il 24 Luglio, del 1884 la Società istriana d'Archeologia e Storia patria, che gloriosamente e costantemente percorse il suo splendido e meraviglioso cammino, salvo le due Termoioni avute per causa. degli eventi bellici della prima e della seconda guerra mondiale. Quali furono i suoi frutti? Presto detto. Dall'anno della sua costituzione, con Sede a Parenzo, pubblicò fino al 1946 cinquantadue volumi progressivamente tiara-orali ed un volume speciale dei suoi Atti e Memorie. Nel 1903, in occasione del Consegno Internazionale delle scienze storiche. tenutosi a Roma, fu pubblicato l'Indice generale degli Atti e Memorie edili fino allora (1884-1902), compilato dal Segretario della Società.