TRAGICI INCIDENTI GIOVANNI MELON MUORE IN MARE -foto

UN'ALTRA tragedia estiva si è verificata nelle del Golfo di Gaeta: vittima il giovane «su Giovanni Melon, di 24 anni, nativo di Taranto, abitante a Roma in via Nicola Spedalieri 7, studente del quarto anno di medicina, figlio del professor Ruggero Melon, ispettore presso il Ministero della Pubblica Istruzione. II giovane universitario era giunto nelle prime ora della mattinata a Gaeta in compagnia di due amici. Giunti verso le 8, i Ire amici avevano preso a nolo una imbarcazione nel porto di Gatta con l'intenzione di trascorrere una giornata setola, dedicandosi alla pesca subacquea, sport da loro preferito. Verso le 9, doppiavano Capo Stendardo, sotto la Montagna Spaccata, a qualche centinaio di metri dallo stabilimento penale. Giovanni Melon, come si é poi appreso dal racconto del suo amico Loffreda, s'immergeva e provava la profondità dichiarando di sentimi in perfette Condizioni fisiche, tanto da riuscire ad immergersi, fin dal primo tentativo, fino a 22 m. Intanto, i suoi giovani amici erano rimasti sull'imbarcazione e pescavano con la lenza. Giovanni Melon continuava ad immergersi con sempre maggiore impegno. Nulla poteva far prevedere la tragedia che si sarebbe verificata di li a poco: «Ad un tratto — ha raccontato Guglielmo Loffreda — Giovanni i, tornato in superficie ed ha gridato: "Ho visto una cernia stupenda"; e si è tuffato nuovamente, evidentemente per inseguire il pesce che aveva avvistato.» Da quel momento il racconto dei testimoni della tragedia si fa molto vago. Dopo una decina di minuti, il giovar.» sub riappariva in .superficie, prono, cioè nella caratteristica posizione del pesca-toni subacqueo che cerca la proda. I due giovani non vi facevano molta attenzione. Poi, Guglielmo Loffreda chiamava il suo amico. Inutilmente. Non ricevendo risposta, si avvicinava con l'imbarcazione al pescatore subacqueo e si -rendeva conto della tragedia. Allora, disperatamente, issava il corpo, ormai privo di vita, di Giovanni Melon. La respirazione artificiale subito praticatagli non aveva alcun effetto. Precipitosamente, rimbarrazione veniva diretta al molo di Gaeta dove un'autoambulanza della Guardia di Finanza prendeva a bordo il corpo di Giovanni Melon dirigendosi a tutta velocità verso l'ospedale «Dono svizzero» di Fonnia. Qui giunti, i sanitari non potevano fare altro che confermare l'avvenuto decesso per annegamento del giovane. Le cause che hanno provocato la tragedia, stroncando la giovane vita, non sono state ancora accertate: probabilmente Giovanni Melon è stato colto da malore. I genitori del giovane, Ruggero e signora Raffaela, in preda alla più profonda disperazione, sono giunti da Roma all'ospedale di Formia. Giovanni Melon è nato a Taranto, ma va considerato nostro, cioè giuliano, in quanto nato da genitori istriani e perché a Pola arrivò quando aveva appena cinque mesi e lì rimase, con qualche lieve parentesi di ,permanenza a Trieste e quella era la sua unica grande ,,,issione. Da bambino, il suo giorno più felice quello in cui ebbe finalmente por paio di occhialoni per scrutare il fondo. E, tomo dopo anno, i mesi estivi erano tutti de.1kati a questo gioco, che .tana però diventando anche un'attività sportiva da competente, un'esperienza impegnativa. A diciassette anni partecipò alla prismi gara di pesca subacquea a Polimero e si classificò ottimamente. Conosceva i luoghi migliori: Eolie, Tremiti, Elba, Baleari, costa calabra ed innaffi... Si preparava con metodo, mettendo a frutto l'esperienza del mare, ma anche gli studi di medicina. Voleva essere medico, per aiutare Udii quelli che ne avessero bisogno, che rischiassero di morire senza assistenza. Aveva una carica di umanità che non è misurali.. Quelli che avevano occasione di conoscerlo e di stare qualche tempo con lui, restavano colpiti dalla sua badai, dal suo equilibrio. Aveva capito la vita prima di tanti, e il valore dell'amicizia, la possibilità di aiutare gli altri senza parere, anche solo con la presenza e la paro. giusta. Siamo vicini ai genitori ed ai parenti tutti con il sentimento del nostro più vivo cordoglio.

Dal numero 1439

del 15/09/1964

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