PER SAN TOMASO A VENEZIA FESTEGGIATO DON FELICE - foto

Didascalia: L'avvocato Gherbaz, a nome degli Istriani di Venezia, appunta una medaglia d'oro a Don Felice per Il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio Un gruppo dl Istriani con Don Felice a Venezia Venezia, gennaio 1963 C1 si abitua a tutto, dicono. Quindi anche ai Raduni. E Venezia ne ospita parecchi ogni anno: sia in occasione di qualche patrono …gloria, magari sportiva. Eppure ad ogni raduno si crea fin dall'inizio un'atmosfera tale, per cui ogni volta sembra essere la prima e la pura gioia degli incontri, rende subito lieti e sereni anche chi è venuto proprio per non mancar, riluttante quasi, ma che ben presto si trova preso con gli altri in quel vortice particolare di cari ricordi. tipicu ormai di incontri del genere. Così è accaduto nuovamente—a Venezia sul sagrato della chiesa di San Biagio, sulla Riva degli Schiavoni. L'occasione che ha fatto affluire numerosi esuli palesi in una fredda mattinata di dicembre era la lieta ricorrenza della festa patronato di San Tommaso che ogni anno raccoglie numerosi i cittadini di Pola fedeli alle loro più belle tradizioni. Ma questa volta c'era un motivo di più per non mancare. Da Bolzano e. giunto Mons. Felice Odorizzi che già nel settembre scorso, in occasione della celebrazione del XV anniversario dell'esodo, aveva preso contatto con la comunità istriana di Venezia, vivendo una bellissima giornata. Raccogliendo l'invito rivo togli da più parti, Don Felice, non ha voluto mancare alla viva aspettativa dei suoi vecchi fedeli di un tempo e sull'altare maggiore della chiesa veneziana di S. Biagio ha celebrato la S. Messa dinanzi ad una seta folla di istriani che letteralmente gremiva., la bella chiesa dedicata alla Marina militare. Per quanto ogni volta si esiti a far noni Per il timore di spiacevoli dimenticarti-e, la -tenlazione troppo forte per non ricordare almeno quelli che ci vengono a mente: innanzi tutto l'ANVGD che era rappresentata dal presidente Provinciale com, Giuseppe Duca, dal vice presidente, membro dell'Esecutivo nazionale avo. Ruggenti Gherbaz, dai consiglieri Vallery, Mazzari Sidari, dai segretario A. Mayer e dal delegato di San Dona di Piave Fulvio Mayer; poi l'ammiraglio Nucci e signora, padre Cipriano Pastrovicchio., la vedova del maesto Magnarin, l'arch. Alfeo Pauletta il prof. Jacopo Cella, la famiglia del prof. Achille Gorlato, iil m, Nedo Fiorentin, Ia famiglia del Domenico Bendoricchio, il cav. Steno Fratton, le famiglie Lenazzi, Gasparini, Leonarduzzi, Maglich, Pezzoli Vianello, Scavello Doblanovich, Mersi, Rocco, Pellegrini, Gaion, Persi Paoli, Benussi, la maestra Ranzato, le si, D'Alessandro, Colella, Franceschini,Giacometti Baricelli, Uliari, Grubissa, Russignan, Kuret Spaczil, De Marchi, Pavonetti e i signori Dolcetti, Scomazzetto, Caenazzo, cav. Micoli, Fabretto, Moscheni, Zanghirella, cav. Antonio Gorlato, Moscarda, Codazzi, Ive, cav Valentino, Massalin, Rauch, Galliazzo, Molinari, Marelli-, da Treviso e giunta la fam. Robba e da Padova il sig. Cattonaro. Al Vangelo Mons. Odorizzi si è rivolto commosso al suo affezionato pubblico domani-cale di un tempo rievocando altre ricorrenze ed altre feste, i -tempi felici e quelli dolorosi, esortando tutti ad aver sempre la fede in Dio che sola aiuta a vincere le difficoltà della vita. Al termine della S. Messa, Mons. Odorizzi, con gentile pensiero, ha letto una preghiera che veniva recitata nelle chiese a Pola in tempo di guerra e quindi ha benedetto tutti i presenti A Dopo 41 sacro-tutti si sono recati nella vicina sala del Circolo marinai per festeggiare più familiarmente Mons. Odorizzi in occasione del suo giubileo sacerdotale. Ha preso subito dopo 'la parola. il comm. Giuseppe Duca per ricordare ai presenti la bolla circostanza che riuniva in fraterna concordia tanti esuli, rallegrandosi che la presenza di don Felice, tanto caro al cuore dei Palesi, abbia dato una particolare impronta alla cerimonia. Ha quindi 'rievocato la bella figura di ottimo sacerdote e puro italiano di Mons. Odorizzi dimostratasi tre tutta la sua generosa ed altruistica spiccata personalità nella-triste circostanza dell'esodo che ebbe in don Felice il consolatore benefico di tante anime esacerbate. Parlare di esodo, parlare di Pola, ha continuato il comm. Duca, è come parlare della magnifica Marina italiana per lutto quanto h, fatto in 'aiuto alla r5opolazione in preda al dolore ed alla disperazione. La Marina italiana è sempre stata la linfa vitale dalla città di Pola per la parte che ha sempre avuto sulla vita ed il costume della alt, Di Pola .eli quella Pela che noi non disperiamo di rivedere un giorno ritornare italiana, Calorosamente applaudilo il comm. Ditca ha -invitato l'avv. Gherbaz a consegnare pensonalrnente a Morto. Odorizzi una medaglia d'oro offertagli dagli "esuli istriani di Venezia e -terraferma in ricordo del cinquanusimo anniversario del suo sacerdozio. L'avv. Gherbaz ire] dichiararsi lieto di avere lui l'onoro di consegnare a don Felice un pegno dell'affettò dei cittadini di Pola per il loro sacerdote, ha con significative parale messo soprattutto in luce la figura morale e vnliinosa di Odora., vero campione della volontà, della tenacia e della fede in tempi calamitasi, quando -tutto sembrava vacillare, quando nel crollo di situazioni e di ideali la fede sola rimano iva a conforto degli esuli.. E mons. Odorizzi di questa fede e stato il degno rappresen. tonte con la parola, con razione, con -l'esempio. Mens. Odorizzi nel ricevere in consegna la medaglia-ricordo dalle mani dell'avv. Gherbaz, per quanto ormai abituato alle sincere e calorose manifestazioni di affettuoso ricordo dei suoi fedeli di Fola, era visibilmente commosso. 1-la ringraziato di cuore tutti, innanzi tutto il comm. Duca che con il valido appoggio del solerte Mayer ha organizzato la bella giornata che rimarrà fra i suoi più bei ricordi, l'avv. Ghetti. per -le toccanti espressioni a suo riguardo e 'tutti i cari presenti elle hanno voluto ancora una volta con devozione veramente filiale attestargli il loro amore e la loro riconoscenza. «Non ho tatto niente di speciale — ha esclamato don Felice — ma solo quello che era necessario fare ed era mio dovere». Nuovi calorosi applausi hanno accompagnato le ultime parole di mons. Odorizzi. Ha preso quindi la parola il cav. Marzari che ha ringraziato il comm. Duca per l'instancabile lavoro svolto per vari anni al fine di riuscire a risolvere il problema alloggiativo dei dipendenti della Marina militare, esuli da Pola, dal 1947 sistemati nelle caserme e fortini della Marina, dei quali 42 famiglie hanno avuto nel maggio scorso l'alloggio dell'Opera Ass. Profughi Giuliani e Dalmati. A nome loro ha consegnato una aneciaglia—el'ona 'ricordo all'instancabile Presidente provinciale dell'ANVGD. Il comm. Duca, sorpreso per l'inaspettato omaggio, ha ringraziato a sua volta e pur non nascondendosi le difficoltà ancora da superare si è detto certo che il problema degli alloggi verrà quanto prima risolto anche por de rimanenti 72 famiglie, degnandosi da parte sua a fare tutto quanto sarà possibile parche il -tempo dell'attesa sia breve. Nuoti applausi hanno sottolineato questo intervento ed espresso al comm. Giuseppe Duca ll loro appoggio e la loro solidarietà. Ma la giornata non era finito. Subito dopo la cerimonia, oltre un centinaio di esuli si sono riuniti presso la mensa del Circolo Sottufficiali della Marina militare per consumare un pranzo in comune e prolungare così di qualche ora -in lieta e numerosa compagnia il pia.. dell'incontro. Nella bella sala, adorna degli stemmi dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, sedevano ai 'titoli in composta allegria tre generazioni di polesi. Al centro della tavola -principale sedeva Mons. Odora., fra il coram. Duca ed il comandante Oscar Ciani. Alle loro spalle campeggiava sulla parete, l'amo, ra bandiera dell'Istria. E schiettamente istriano era lo spirito che animava le can, sensazioni. Al levar delle mense si è avvicinato a Mons. Odorizzi il Profugo da Pola.' Mario Lenazzi, vicepresidente dell'AVIS, campione italiano dei donatori di sangue, con cinque medaglie d'oro (trasfusioni (seguite finora n. 805 con oltre 269 litri di sangue donati) che gli ha rivolto il seguente indirizzo di saluto: «Reverendissimo Monsignore Felice Odorizzi, è con la commozione più profonda che noi, esuli istriani, ci stringiamo oggi attorno al nostro Pastore per cele...rate in intima fraternità di affetti e di ricordi, la festa di San Tommaso, il Patrono sempre serate della nostra Pola, e, nel contempo desideriamo solennizzare il 50. della sua vita di Sacerdote, ministro del Signore e Padre delle anime. E' tutto un cumulo di ricordi che -ritornano in questo momento davanti alla nostra mente e al nastro cuore, come l'onda del nostro mare che sale sempre più alta fino a soffocarci la parola e la voce in un rigarglio di pianto. Oh, il nostro bel mare! 'la nostra bella terra! il nostro bel Duomo! il nostro caro Don Felice che, per trenta anni ha vissuto le nostre gioie e i nostri dolori, le no-sue ansie e le nostre speranze, fino alla nostra suprema sventura: la perdita della nostra Patria e l'esilio! Noi La ricordiamo -sempre nella sua missione di padre buono e sollecito del bene di tutti noi. Ricordiamo le sue sellecitudini, i suoi sacrifici, le sue rinunzie. Nè i meritati onori, ne una brillante carriera hanno potuto staccarlo mai dalla sua Pola, dai suoi figli spirituali. E perchè, Per-che ci ha amato, più di se stesso, forse .che più di quanto noi meritassimo. E l'abbiamo visto e compreso nei giorni del nostro esilio; quando nel pianto abbiamo lasciato la nostra terra. Noi rivediamo oggi la sua figura, così solenne e tosi buona come allora. Lei ci accompagnò in tutti i nostri viaggi, e, si assicurò che nulla ci mancasse. E l'ultimo a partire fu lui, quando ebbe ìa sicurezza che noi tutti eravamo a posto, conte il buon capitano che non abbandona la nave se non quando tutti i suoi .uomini sono al .sicuro. E oggi ci troviamo qui, molti figli contenuti nell'esilio attorno al loro Padre, portando nel cuore e nel volto l'amarezza di tante sofferenze, pure se addolcite dall'aitetto di quanti ci hanno accolto come fratelli. Ma non vogliamo rattristare la sua presenza con ricordi tanto dolorosi. Anche se un tempo speravamo di celebrare questa data nel nostro Duomo, non vogliamo oggi fermarci solo su tristi ricordi. Il buon Dio ha permesso la nostra e la sua sofferenza per i suoi fini altissimi, Don Felice ci ha sempre insegnato ad esso te dei buoni cristiani, i quali hanno fede nella divi. Provvidenza. Gli sia di conforto il pensiero che vivono sempre in noi non solo il suo ricordo, ma anche i suoi insegnamenti. Ovunque ci troviamo noi cerchiamo di fare onore alle nostre tradizioni cristiane e a chi in cose ci ha con tanta passione educati. Questo pensiero, caro Don Felice, k sia oggi di conforto, e, il più bel -regalo che oggi le presentiamo per le sue nozze d'ora sacerdotali, e l'assicurazione elle noi saremo sempre e ovunque quali lei ei ha insegnato ad esser:, galantuomini, buoni Cristiani e buoni Giuliani.. Quindi, vivamente applaudito ha consegnato a Mons. Odorizzi una riproduzione in osso di corno di una nave a vela. -Fra gli applausi e gli evviva, Don Felice ha ancora ringraziato commosso e felice, affermando di vivere la più bolla giornata della sua vita. Tutti poi si sono serrati attorno al Sacerdote per salutarlo e per la foto ricordo, mentre Mayer, Morsi ed altri cominciavano ad intonare i goiosi canti della nostra terra. Finita la festiciuola, Don Felice si è recato a San Pietro di Castello, dove ha benedetto quarantadue alloggi dell'Opera Assistenza Profughi Giuliani e Dall.ti. L'incontro con le 42 famiglie, che da otto mesi occupano i nuovi appartamenti, è stato molto commovente, specialmente negli alloggi dove si trovavano persone adunate e anziane che al mattino non avevano potuto partecipare alla Santa Messa. Per tutti Don Felice ha avuto parole di conforto e di augurio. Alla Famiglia Parentina di Trieste è pervenuto il seguente messaggio: Alla cara e grande Famiglia dei Profughi i miei cordiali auguri per le sante feste e il -nuovo anno accompagnati dalla mia sempre larga benedizione nella certezza che in tutti resterà sempre vivo ed operante il sentimento di fede — Radossi Ha risposto per ringraziare co Zelco, presidente della Fa

Dal numero 1355

del 08/01/1963

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