LACRIME D'ESILIO - foto

Giulio Beninato Purtroppo con ritardo abbiamo appreso la notizia della morte avvenuta a Roma, -nella prima decade di gennaio, di Giulio Beninato e ne siamo rimasti profondamente e , sinceramente addolorati e rattrista. Lo sapevamo sistemato nella empitale fin dall'esodo, dove con la consueta intraprendenza e col suo innato coraggio aveva ricostituito, con sforzi e sacrifici. la sua attività di autotrasportatore e dove qualche volta lo avevamo negli anni passa. ti incontrato e passato insiee me qualche ora. Ed in quei brevi incontri il ricordo di Pola -tornava sulle ali della nostalgia, specie per il caro Giulio che vi aveva .lasciato non solo il suo cuore, ma soprattutto tip frutto di tanti anni di lavoro che gli avevano procurato una situazione economica e sociale di .note-volo sostanza. E tutto aveva dovuto abbandonare come gli altri suoi concittadini, soprattutto la passione per i fiori ed i rosai che egli coltivava nella sua bella e ospitale villa dietro l'Arena. Ed insieme si ricordava gli anni dell'ultima guerra, i lunghi giorni e le ,notti angosciosi trascorsi nella cella carceraria di via dei Martiri sotto l'incubo continuo delle prelevazioni e delle decimazioni da parte dei nazisti e dove ci si consolava a vicenda, insieme agli altri compagni di dolore. Fu in quella segregazione durissima, durante la quale la vita era appesa ogni ora del giorno al fragile filo della sorte, che cono...villino meglio e di più il cuore ed i sentimenti di Giulio Beninato, e d'allora serbammo di lui un ricordo grato e di viva amicizia. E quando l'iniqua ingiustizia consumata ai danni dell'Istria nostra ci disperse tutti don-Le ni dalla nostra città, Giulio portò con sè la sua forza d'animo e la sua gagliarda volontà per metterle a profitto di un'altra prova durissima, impegnato a ricostruirsi una nuova vita o una nuova attività. Non senza lotta e senza sacrifici, vi era alla fine riuscito e Io ritrovammo per .l'ultima volta alcuni anni fa a Roma fra i suoi autocarri ed entro le pareti della nuova dimora dove vivevano i ricordi della sua vita passata e vissuta ben diversamente. Ora Giulio Beninato non c'è più, non sappiamo come sia scomparso, ma sappiamo invece che con lui si è spento un cuore generoso, un vero lavoratore che con sforzi e sacrifici aveva creato presso-chi dal nulla quanto a Pola ha dovuto abbandonare, soprattutto la sua bella e accogliente dimora nella quale aveva trasfuso i suoi affetti di sposo e padre premuroso. Lo ricordiamo con sentimenti di fraterno rimpianto e ci sentiamo vicini alla consorte, signora Elda Fabretto, ed alla figlia Cita, oltre agli altri congiunti e parenti, per esprimere loro la nostra commossa viva partecipazione al loro dolore. Matteo Delzotto La Sezione giuliano-dalmata della Società «Dante Alighieri» di Roma partecipa, con profondo cordoglio, il decesso avvenuto il 21 gennaio scorso, dopo lunghi anni di malattia sopportati con cristiana rassegnazione, del compianto consocio Matteo Delzotto di anni 67, esule de Dignano d'Isola. A nome dei soci della Sezione giungano alla desolata consorte signora Bianca Gropuzzo, ai figli Maria e Domenico, alla nuora Jolanda, ai nipoti e parenti tu, ti le più vive e sentite condoglianze. Angelo Tommasi Dopo lunga e penosa malattia è deceduto in Castellammare di Stalla (Napoli) 1'8 gennaio scorso il profugo da Pola Angelo Tommasi, grande invalido per servizio della P. S. E' stato per lunghi anni alla Questura di Po-la, cioè dal 1920 fino all'esodo, facendosi apprezzare e stimare. Alla moglie Erminia Malgeri, al figlio Giuseppe Tommasi Mavar, ed alla di lui consorte Rosan-' na Esposito Maddalena fiduciario della locale delegazione dell'ANVGD,,i profughi formulano sentite condoglianze. Iolanda Ive - foto Un destino crudele ha strappato alla vita cd all'affetto dei suoi cari la nostra conterranea Iolanda Ive, deceduta improvvisamente a Trieste il giorno 14 gennaio u, s., a seguito di collasso cardiaco. Era nata a Pola 42 anni orsono da patriottica famiglia di lavoratori e ne aveva assorbito i sani principi, ai quali accoppiava una innata gentilezza d'animo che traspariva dal suo volto sempre sorridente che la rendeva cordialmente simpatica e benvoluta da tutti, oltre che stimata. Dopo l'esodo che l'aveva costretta a lasciare coi suoi familiari la città natia, aveva raggiunto Trieste dove i grandi Magazzini del concittadino Antonio Lodes e Riosa la aveva cassiera. Ed anche in questa incombenza di fiducia, essa aveva saputo guadagnarsi l'apprezzamento più vivo per la diligenza e lo spirito di dedizione coi quali mostrava di disimpegnarla. Aveva sognato, dopo la perdita della propria casa, di veder ricostituita una nuova e mentre aveva visto realizzata questa aspirazione e si accingeva a goderne la gioia, la sorte avversa è venuta a stroncare di colpo il suo cuore tanto sensibile e generoso. Con commozione la rivediamo al suo posto di impiegata, dietro la essa dei grandi Magazzini dell'amico Lodes, sempre sorridente e sempre attenta al suo lavoro, cordiale e affabile con tutti e dove ora non c'è più, per cui ne rimpiangiamo commossi il ricordo. Al padre Antonio Ive, al fratello Gino residente a Torino, alla sorella Ita in Pain abitante in Inghilterra e particolarmente al tu, caro Uccio Mazzaro, unitamente alle famiglie Ive, Mazzaro, Peraudo e Pain, colpiti da tanto dolore, inviamo le nostre accorate e affettuose condoglianze. Maria Sandrin ved. Semi Desideriamo ricordare e rievoca. la figura della signora Maria Sandrin, vedova di Valentino Semi, morta l'estate scorsa in tarda età a Venezia. Lontana dalla sua Capodistria la buona signora soffriva l'esilio, in verità, dal 1930, quando suo marito Valentino, per ragioni politiche, dovette lasciare la nostra regione, trasferito in un paese del Mantovano. A lei sono dedicare le memorie Dall'Istria alla Serbia e alla Sardegna di Valentino Semi, delle quali il nostro giornale si è recentemente occupato. Dopo le morte del marito, avvenuta a Padova 1'8 gennaio 1961, la signora Viveva a Venezia, soffrendo come pochi la lontananza dalla sua Istria. La Jugoslavia ha ottenute dalla Francia un prestito di 30 milioni di dollari, circa 20 miliardi di lire, del quale si seni. per rifornirsi, dal 1963 al 1965, di materie prime, di semilavorati e di altro materiale da riproduzione, come pure di beni di consumo. Le scadenze del credito sono fissate entro cinque anni dalle singole forniture. E' con immutato dolore che nel prime anniversario della dipartita di TOTO' BALISTRIERI Lo ricorda la sua Rosetta alla quale sono vicini i figli Gianni con la moglie Bice, Dario con la fidanzata Gloria, i parenti tutti e le famiglie Mari., Trieste e Visconti Svizzera. Novara 30 gennaio 1963 Ricorrendo il settimo anniversario della morte del M° GIOVANNI MAGNARIN la famiglia lo ricorda, e chiede ai Suoi amici una preghiera In suffragio.

Dal numero 1358

del 29/01/1963

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