ALL’OMBRA DELL’ARENA NELLA DISPERSIONE Pola ricostituita - Licia Micovillovich - foto

foto Didascalie: L'intervento di Licia Micovillovich al convegno dei partecipanti il sabato 26 maggio Liliana Luches Crismani, a destra, giunta da San Francisco assieme a Luciana Crismani e Dario Cari Mario Urbani giunto da Roma e Mario Silli a Trieste; militarono entrambi nel ..Grion”, la squadra di calcio di Pola Enrico Giovannini, al centro, giunto da San Francisco, assieme ai parenti e al fratello Carlo, generale, residente a Vittorio Veneto Luciano Zappetti con la signora Micovillovich giunta dall'Argentina Piero Soffici, Odino Banino e Ines Budicin: insieme a rievocare il mondo canoro a Pola Nives Saitti Cardone e Lidia Cinco II notaio Carlo Franchi da Savona e il giudice Anteo Lenzoni da Grado: li si trova ampiamente citati nel primo volume della riedizione degli Atti e Memorie del CLN di Pole, di cui furono attivissimi esponenti tra il 1945 e il 1947 Uccio Devescovi, giunto da Napoli, e Nello Bacchia arrivato dalla lontana Australia Mario Monai con la moglie, e Mercedes Golle Schiavon, tutti .triestini, Gloria Arvigo Collani, giunta da Genova, e LIVIA Gallitelli Carapella, residente a Trieste: due cordiali collaboratrici dell'Arena Bernardo Gissi con la moglie Mariuccia Guarnieri, giunti da Aosta, e la signora Angsesser da Gorizia “Adio, raduno!. Si, adio, il nostro bel saluto antico che riassume il piacere di esserci incontrati e l'augurio di rivederci, un auspicio di pace e una serena fiducia nel futuro. Cari polesani, ho aspettato questi due giorni come da piccola aspettavo di andare a Siana per Pasqua con le scarpe nuove, me li sono gustati intensamente e sono profondamente grata a tutti voi. Vi ho aspettato, ho cercato chi conoscevo personalmente o solo di nome, ho voluto arricchire at massimo un quadro d'insieme nel quale ho dato ad ognuno una collocazione (la via, l'amico comune, la scuola, i parenti) nella topografia di Pola, nella sua storia recente e mia personale per ripopolare la nostra città con tante persone che non ho fatto in tempo a conoscere allora, ma che pur ho intravisto e sfiorato per le strade, a scuola, nei rifugi. Si ricompone cosi, ad ogni incontro, una realtà frammentata, si riconferma la nostra insopprimibile esigenza di essere ancora una cittadinanza, un popolo unite da nodi secolari e aa una scelta storica. Emerge cosi un universo polesano quanto mai variegato e complesso nelle idee, nel tone psicologico, nel tratto, nelle influenze di ambienti diversi; si rinnova il carattere composi to della popolazione polesana che ha sempre accolto e unificato elementi nuovi in uno scambio di valori che arricchiva tutti e faceva della nostra piccola capitale una città di gente attiva, dignitosa, mai aggressiva. Questa a la Pola del mio cuore, di cui voglio ricordare gli aspetti migliori, perche sopra tutto di questi elementi mi sono inconsapevolmente, per diciassette anni, nutrita. Nitida la configurazione delle generazioni. I padri, coloro che hanno lasciato Pola nella maturità, si sentono e sono testimoni della storia, custodi di memorie sacre per la nostra identità, fieri dei ruoli sostenuti, vivacemente polemici coi figli. I nipoti, frastornati dal chiasso dei svecchi., dalla valanga delle cose che non conoscono e ancora non sanno se li attrae o li scoraggia, e si chiedono coca hanno in comune con tutto questo. La maggioranza pur agitata, i figli, polesani nell'infanzia e nell'adolescenza, portatori di una polesanità che si esprime coi caratteri giocondi, ingenui, idealistici di quella stagione della vita. Coi primi approcci emergono atteggiamenti tolleranti o polemici, aperture al futuro, attaccamento al passato, ma ognuno, our con la sua personale visione della vita, esprime un'esigenza profonda, un'ansia di futuro che componga, finalmente, le lacerazioni del passato. Chi e esclusivo difensore del passato lo fa per non tradire i valori della nostra storia, da tramandare incontaminati; chi si sente di affrontare prospettive diverse to fa nella convinzione che., proprio in nome di tali valori si debba partecipare attivamente alle dialettiche attuali. L'animazione e grande, ognuno attento a non urtare l'altro, consapevole che le distanze hanno frammentato dialogo. Ci sono tante energie che chiedono di essere sfruttate. Questa è una Pola che si e sviluppata pur nella dispersione, che si cerca per riconoscersi e ricongiungersi anche solo per un attimo, attingendo dal breve contatto una trasfusione vitale di energie. Questo è il mio raduno e di quanti ho avvicinato ed allora un grazie caldo ed affettuoso a tutti coloro che lo hanno reso possibile; ai componenti la Famiglia Polesana, negli occhi dei quali ho scorto la determinazione dell'impegno, l'ansia della buona riuscita. la qualità delle energie profuse; all'Arena, che per tutti noi e un angolo di casa nostra, l'amico fedele che ci aiuta a ricordare chi siamo; at Comune, corollario naturale della nostra volontà di esistere; all'Unione, che ha collaborate generosamente. Tutto bene? Si, c'era persino la bora! E se all'ingresso della Stazione Marittima c'e stata qualche difficoltà, prendiamola con spirito: buon per noi se siamo tra quelli che entrano per la porta stretta. Licia Micovillovich

Dal numero 2645

del 16/06/1990

pagina 5