residente in Svezia, questa foto della quinta elementare alla scuola Manzoni di Pola di un anno imprecisato tra le due guerre; la pubblicazione è dedicata in modo particolare al ricordo dell'insegnante Gisella Zuliani che —ci viene scritto — «a quel tempo abitava in via Vergerio e suo Figlio Erminio veniva a giocare nel nostro giardino sul Monte Zero» - foto

foto Settima escursione 19 maggio 1935: Polo (Dignano) Val Carpano (Marzana) Pola. Partecipanti: Armando Missadin, Pompeo Vitturi. Oggi Missadin ha una macchina da corsa vecchiotta. ma sempre da corsa. Gli propongo di andare a Pisino; rifiuta: non si sente il morale di fare 90 km. Sicché, toccata Dignano (e con quale inedia!) ci dirigiamo verso Barbana. Questo paesetto é come il sipario insignificante di una magnifica scena: ci si inoltra per qualche centinaio di metri ed allo sguardo si apre la magnifica vallata dell'Arsa, inondata di...

Corinna Palin con Lucia, nel secondo anniversario della morte della mamma Valeria Palio, elargisce lire 50.000 pro Arena. Wanda Imperato Benussi, nel secondo anniversario della morte della indimenticabile amica Valeria Palin, sempre vicina alla cara Corinna, elargisce lire 50.000 pro Arena. Tommaso e Giuliana Quadri nel secondo anniversario della morte dell'indimenticabile materna amica Valeria Palin elargiscono lire 50.000 pro Arena. In ricordo degli amici Tarcisio Belci e Walter Dybczynski, da Lino Lucaccioni lire 50.000 pro Arena. Il 17...

Grazie al sostegno dell'Università popolare di Trieste, sono stati a Monfalcone alcuni complessi musicali dell'Unione degli Italiani di Fiume. Questi alcuni commenti al rientro: «L'affluenza sarebbe potuta essere maggiore, nel caso di una pubblicità adeguata, ma pazienza, speriamo che la prossima volta, le cose vadano meglio sotto questo profilo. E' un vero peccato che ci sia stato un unico annuncio alla radio e una breve notizietta sul Piccolo, perché credo che parecchi fiumani e istriani, residenti a Monfalcone, sarebbero venuti ad...

Don Giovanni Gispard ha celebrato nella Casa di riposo di Spoleto il 60.mo anniversario di sacerdozio. Fu parroco di Dignano (dove nel 1935 fu consacrato il nuovo altare maggiore del Duomo. nel 1936 si tenne il congresso eucaristico diocesano, nel 1938 si svolse la settimana di predicazioni delle missioni del popolo, nel 1939 fu realizzato l'oratorio parrocchiale) che lasciò con l'esodo nel 1946. Si trasferì in Umbria dove mons. Ridossi, arcivescovo di Spoleto. gli affidò la parrocchia di Bruna presso Castel Ritaldi.

Anche per le voci al telefono istituiamo una rubrica 'nobile settimanale per cercare di attivare nuove presenze e per aggiornare quelle già rese note in passato. Precisiamo che inseriamo le indicazioni a richiesta degli interessati cui faccia piacere poter essere chiamati o chiamare al telefono costituendo almeno così, non settanta Idealmente, una città degli esuli. Accoglieremo volentieri le richieste di nuove inclusioni. G Gabbi Rodolfo e Nivee 085;33871 Gabich Cristan Gisella 075/66976 Gaddi Lodovico 045/28635 Galli Lina...

Vari anni fa frequentai un corso di «management (in italiano si direbbe «direzione aziendale, ma certe cose se non sono dette in gergo inglese sembrano perder di importanza) in cui si insegnavano un po' tutte le materie di moda: le strategie aziendali, il marketing, la finanza, l'organizzazione, i rapporti sindacali. Di tutto quanto hanno cercato di farmi assimilare, ricordo soprattutto un discorso che un giorno venne a farci un grosso personaggio del mondo economico, di quelli il cui nome compare spesso sulle pagine dei giornali. Molto in...

Ci ha fatto male dover leggere le parole con cui una fonte, che non poteva non difendere l'erezione del Lapidario ai deportati da Gorizia, ha voluto giustificarsi verso gli irritati commentatori jugoslavi, defraudati d'una immunità storica cui credevano, od era stato fatto loro credere, d'aver diritto. Perché vi arrabbiate — é stato scritto per ammansirli — se conta molto di più d'atta memoria su pietra il fatto che vi abbiano riconosciuto con Osimo il diritto a possedere per sempre le terre istriane che erano oggetto ancora inappagato...

Il vanto che si fa Saragat di aver salvato l'integrità dell'Italia perché «in cambio dell'Istria ottenemmo l'Alto Adige» si inquadra in quella sciagurata politica che non ci vuol vedere perdenti dopo la seconda guerra mondiale. Ciò perché secondo Saragat «a salvare l'Italia era stata la Resistenza» ed «i paesi vincitori non ci considerarono Fremici sconfitti, ma un popolo cobelligerante.. Da quella impostazione derivarono la minimizzazione dell'esodo e della presenza degli esuli in quanto fastidiosa testimonianza della pace perduta,...