Biscotti di pasta frolla. Ingredienti: gr 250 di farina di fiore, gr 100 di zucchero, gr 130 di burro fuso, 2 uova intere, un pizzico di comino e di sale, mandorle sbucciate. Lavorare in una terrina lo zucchero con le uova, aggiungere il burro, sale, comino, farina; amalgamare bene il tutto, fare con la pasta delle Forme come di amaretti» mettere nel mezzo metà mandorla. Mettere in forno abbastanza caldo (non caldissimo) per una ventina di minuti.

Anno 1915: l'Italia, denunciata la Triplice, si schierò con le potenze dell'Intesa. Mio padre (regnicolo), prevedendo l'evento, aveva da qualche tempo raggiunto Firenze, ove faceva l'istitutore presso gli Scoloppi. A Pola era rimasto il resto della famiglia, mia madre, mia sorella ed io. L'autorità austriaca decise l'internamento e ricordo ancor oggi (o mi sembra di ricordare) i due soldati austriaci, che —baionetta in canna — ci accompagnarono alla stazione ferroviaria, con meta Katzenau. Colà non fummo trattati male, solo che il vitto non...

Spesso, quando leggo i nostri giornali, sono assalito da une forte malinconia pensando alla gente che ci lascia per sempre o a quella che è dispersa su tutti i continenti di questa terra. C'è gente nostra persino in Su dafrica e, per rimanere nella nostra Italia, ad Agrigento. Perché mai gli esuli istriani si trovano dispersi ai quattro angoli della terra? Qualcuno ha detto che siamo stati noi stessi a scegliere il nostro esilio. Se è vero questo, ma io non ci credo, ab. biamo fatto malissimo, in quanto non abbiamo pensato alle...

Ci son poi tante persone che, con il ritrovarsi, ravviverebbero il dolore cocente della terra perduta. dei familiari non più su questa terra; infatti giorni fa ho parlato con la signora Sanvincenti, la moglie del custode del campo sportivo. Mi parlava e piangeva dicendomi che non è potuta venire all'incontro del maggio scorso perché ha troppo tristezza nel cuore specie ora dopo la perdita del marito e del suo figlio Aldo, mancato due anni fa appena quarantenne. Poi ci sono gli arrivati: la maggior parte di loro se ne infischia di...

Contenitore ovoidale con collo allungato e rivestito di paglia, che può contenere vino, candeggina o altri liquidi che senza di lui sarebbero irrimediabilmente messi in bottiglie o altri contenitori (barattoli e in plastica). Fabbricato nelle vetrerie, ogni tanto viene prodotto anche nei teatri, m« non riesce bene e non serve a contenere liquidi. Carlo Milossi

foto Con riferimento alla Rena in cui è apparsa la foto scolastica in cui ci sono anch'io, vi prego di mandare un saluto cordialissimo a tutto il gruppo, professori compresi: Bruno De Marini (lettere), signora Ballerin (francese), prof. Camilli (musica), prof. Cervai (scienze), Don Delton e preside prof. Corrado. La foto risale al 15 giugno 1946 (prima superiore) e la classe al completo era così composta: Fioretti, Civitico, Ardossi, Colucci, Micovilli, Biasiol, Vascotto, Quadretti, Bonivento, Dollenzi, Arbelli, Zlobez, Melzi, Andreatini,...

foto Abbiamo riesumato fra le vecchie fotografie di Pola, che conserviamo gelosamente, alcune che possono essere pubblicate sull'Arena per ravvivare antichi, ma sempre cari, ricordi ed anche per constatare amaramente quanto siamo ?tintati con il passare degli anni. Poiché fra giorni si terrà a Rubano il convegno dei polesani ed anche quello dei diplomali dell'Istituto Magistrale dell'anno 1942 (per iniziativa dì Mario Ive) vi inviamo le foto scattate l'ultimo giorno di scuola, quando ci siamo abbracciati con grande commozione augurandoci...

Ti ti xe ? Gente mia! Ve saludo tufi, con quela comossion che te fa tirar su cl naso per ingiotir la lagrimeta che volaria sbrissarte fora del odo... Son qua, vaca porca, purtropo distirà in t'un leto, col cassetin a remengo, e col figà in malora, i rognoni andai su l'ostriga e anche un fià de prostata! Per el resto stago ben, ma sta picola indisposission, data anche l'età, no me permeti de vignir anca mi al raduno polesan. Cossa che me dispiasi! Poder rivederve Cuti, saludarve, basarve! (A proposito: gavè nota quanti basi che se ciapa ai...

Mi riferisco all'articolo «EI rolé» di Gianna D'Amico Burgher, apparso a pag. 4 della nostra amatissima «Arena», n. 18 dell'i maggio 1982. La gentile autrice giocondamente si arrovella sul significato della parola «rolé». I miei genitori formavano, linguisticamente, una coppia piuttosto bizzarra: il padre (pugliese) parlava soltanto in «cichera», la madre (polesana patoca) soltanto in dialetto; io e mia sorella Linda pure in dialetto. Ora ricordo perfettamente dì avere sentito dalla viva voce di mia madre, frequentemente, pronunciare il...

Nella storia di Pola ci furono tre epoche di sviluppo e quindi di grande espansione demografica: l'età imperiale romana, il periodo comunale fra il '200 e il '400, il periodo austriaco contrassegnato dall'attività dell'arsenale militare dopo il 1866. Fra queste tre epoche la decadenza, le pestilenze o le invasioni, lo spopolamento. Difficilmente troviamo i cognomi delle stesse famiglie in tutti e tre i periodi, cosicché dobbiamo pensare ad un notevole ricambio di popolazione. Sulla base d'un registro manoscritto dal dott. Bernardo...