Secondo Raggi Karuz è autore d'una pittura originalissima per lo stile e per il simbolismo che colpiscono non solo gli esperti ma anche i semplici curiosi. Dopo l'esposizione a marzo in via del Babuino a Roma, eccone un'altra sempre a Roma: questa volta nella Galleria d'arte contemporanea Nuovo vertice in via Alibert, cioè nel bel mezzo di via Margutta. Entrambe le gallerie sono dirette da Luciano Lombardi, un organizzatore di mostre di grande capacità. Raggi Karuz è un dalmata. E, Infatti, nato a Zara. La sua famiglia si chiamava Karuz, ma...

Zara, quella piccola penisola lunga 1300 metri e larga 500 con un retroterra che raggiungeva una superficie di 55 chilometri quadrati e con una popolazione che non superava i 22.000 abitanti (compresi quelli dell'isola di Lagosta) era la provincia più piccola d'Italia, centro italiano della Dalmazia che nell'Adriatico svolgeva la funzione culturale, politica ed economica di un grande emporio. Ricca di storia romana e veneziana, Zara era un cuneo di purissima civiltà italiana nel fianco della Dalmazia e per questo oggetto di lotte secolari...

,Non cominciamo a spingere, cara Nerina Milia.—»; prescindendo dal fatto che no stago più in te le braghe per avere una nuova ammiratrice — e che ammiratrice! — guarda che hai perso il conto (Arena n. 2293), poiché il 13» posto, nella lista dei miei lettori/ici, è stato già rivendicato. Legi la Resa con più atension, no sta far come un de lori, che mi conosco, che i varda se i se trova stampai, con nome, cognome o pseudonimo, e i sbati el giornal in ca setin, ciapandosela con De Simone, quando che no i se legi, perché nel n. 2283 l'amica...

Meditando a fondo e fatte le debite riflessioni su ciò che è accaduto ai tifosi della squadra di calcio triestina, in trasferta a Carrara ed a Modena, penso che ciò non è dipeso tanto da disinformazione quanto dall'insolenza e dal radicato odio e ipocrisia verso di noi e le nostre terre. Ci hanno salvato dalle forche degli Absburgo per darci in pasto alla belva balcanica. Questo è il frutto della cosiddetta guerra di «Redenzione». Le provocazioni e gli insulti, le scritte oltraggiose e i deliranti slogan, sono quelli di sempre; sono gli...

Fa sempre piacere scambiare due parole con Lino Vivoda, tanto sereno nei suoi giudizi e così alieno da dogmatismi. Co--me gli abbiamo già detto giorni or sono, e come ripetiamo qua, le nostre idee «generali» non si incontrano; ma ci fa piacere, anzi, sentiamo il dovere di ringraziarlo per alcune osservazioni di dettaglio. Dice Vivoda (n. 2292) che qualcuno degli esuli si rifiuta di accettare la realtà odierna e paradossalmente si rifugia nei ricordi dell'«Austria felix», rivista come una leggendaria Shan-gri-La, mitica oasi di pace e di...

Son qua de anni e come i altri me sforso de far el meo che posso. Ma el cuor se triste, no go entusiasmo, me sento fiapo, svodo de dentro... Penso a la terra che go lontana e tiro i crachi un poco al giorno. Emi

Mi riferisco all'articolo apparso nel n. 2296 del suo giornale, dal titolo «Alto tono polesano da Tavelli.. Mi permetto far osservare, a tale proposito, che, essendo l'articolo scritto in lingua italiana, l'aggettivo .polesano» indica i cittadini del Polesine e non quelli di Pola. Ciò anche se nel nostro bel dialetto ci chiamiamo comunemente .polesani.. Pazienza se siamo ignorati o quasi — come ho letto spesso sul suo giornale e ne sono pienamente d'accordo — dalle altre Regioni; ma cerchiamo almeno noi di sapere chi siamo. Non le pare?...