Scomparsi nel nome d'Italia Masso carsico a Pisa - foto

Didascalia: II momento dello scoprimento del masso carsico che al cimitero di Pisa è stato posto a ricordo dei giuliano-dalmati infoibati, deceduti in pace e in guerra, in Patria e nel Mondo nel nome d'Italia Come abbiamo gia riferito nel numero scorso, nella ricorrenza del 44° anniversario del diktat c dell'esodo, il 17 febbraio a cura del Comitato di Pisa dell'Anvgd ha avuto luogo la cerimonia per Ia consacrazione di un masso, in pietra del Carso, a ricordo dei morti giuliano-dalmati. Presenti autorita civili c militari, rappresentanze, con labari, della varie associazioni (Alpini, Marinai, Carristi, ex Combattenti, ace.), qualche aderente e simpatizzante dei affezionati, numerosi esuli giunti anche da Firenze, Massa, Livorno, Lucca. Ha preceduto una S. Messa in suffragio concelebrate dal Vicario Generale della Diocesi Pisana mons. Giovanni Slavich e da Padre Flaminio Rocchi, giunto da Roma. All'omelia la chiesa, gremita, ha ascoltato attenta e commossa (per molti l'argomen to era del tutto sconosciuto) le parole piene di sentimento con cui Padre Roc-chi ha rievocato la tragedia della genti giuliano-dalmate, le tappe del loro calvario, le foibe, l'esodo. Successivamente, nell'area militare, ove a sepolto anche Mario Lalli, medaglia d'oro al V.M. alla memoria, polese di nascita, pisano d'adozione, su terreno dam in concessione dal Comune di Pisa, la madrina Ida Battellino, che ha avuto ben quattro parenti infoibati, ha scoperto masso carsico mentre Padre Rocchi impartiva la benedizione. Sulla pietra del Carso, donata dalla Cava Romana di Aurisina grazie all'interessamento del comm. Aldo Clemente e dell'ing. Silvio Cattalini, è stata posta, in caratteri di bronzo la scritta in memoria dei giuliano-dalmati infoibati deceduti in pace ed in guerra in patria e nel mondo nel nome d'Italia. II presidente del Comitato Leopoldo Bari nella sua allocuzione ha ricordato i martiri della foibe, i nostri desaparecidos, il medaglie d'oro e d'argento al valor militare alla memoria concesse a giuliano-dalmati, i vescovi Santin, Camozzo, Radossi, Doimo Munzani, i dispersi e caduti in guerra sui vari fronti, gli scomparsi nei lager nazisti o caduti sotto il piombo del-la brigate rosse, nonché tutti gli esuli deceduti dopo l'esodo che, a buon diritto, devono essere considerati nel nome d'Italia, perchè nel suo nome hanno facto la loro scelta abbandonando la terra natia. Ringraziati i presenti e to Giunta del Comune di Pisa, ha precisato che il monumento a stato realizzato con il solo contributo degli esuli e simpatizzanti. Ai lati del cippo prestavano la guardia d'onore due vigili urbani; un picchetto armato di paracadutisti rendeva gli onori ai caduti, sul presentat'arm, prorompendo nel rituale, fatidico .Folgore. mentre, tra la commozione generale, si diffondevano lente e solenni le note del silenzio suonato dal trombettiere. Tra i presenti il dott. De Carlo, vice prefetto vicario, il vice sindaco Tremotanti, l'assessore gen. Ugo Tonini, il contramm. Antonio Molli (fiumano), il colonnello Pasquale Gitto (nato a Zara) comandante del Distretto militare, il comandante la Scuola militare di paracadutismo col. Carmine Caccavella, un officiate superiore detl'Arma aeronautica per la 46° Aerobrigata, il gen. Mario Bertini, colonnello Mauro Avvenuti, il ten. col. Mario Tarani comandante dei vigili urbani. Il tempo, alquanto inclemente, e l'epidemia di influenza hanno impedito a molti di intervenire. Pere, magari telefonicamente, si sono fatti sentire per esprimere la loro partecipazione spirituale. Tra i messaggi di adesione, il telegramma del generale Giovanni Parlato, delegato regionale della Toscana per l'Unione ufficiali in congedo, del dott. Tosi presidente dell’Associazione sanità militare e del prof. Luca Anselmi della segreteria nazionale del partito liberate. La delegazione dell'Anvgd di Firenze era capeggiata da Si ra Leghissa; Marinella Kopeinig rappresentava gli esuli di Livorno. L'atto commemorativo a Pisa, la cui realizzazione solo due anni fa era ancora impensabile, è dovuto all'interessamento, alla tenacia, alla perseveranza del presidente del Comitato colonnello Leopoldo Bari che ha personalmente curato tutta I'organizzazione, gia prevista per il 10 febbraio, ma che, per motivi tecnici, (leggi burocrazia comunale) ha dovuto essere spostata di una settimana. La ditta Mauro Profeti ha egregiamente curato la preparazionc del masso (giunto enorme), la sua messa in opera sul basamento espressamente preparato, l'apposizione della scritta e della lampada votiva.

Dal numero 2680

del 16/03/1991

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