ITINERARI DELL'ESULE Veglione Adriatico, con sentimento - Alfredo Fabris

La notte del 3 marzo si è svolto il Veglione adriatico, come sempre promosso dall'Anvgd di Venezia, diretto ed organizzato dagli attivi amici della Fameia Polese del Veneto Fabris, Sidari e Roma Carbonetti. La mattina del 3 si era presentata con bufera di neve e in un batter d'occhio tutto era diventato bianco, lasciando poco bene a sperare. I telefoni di Trieste, Padova, Monfalcone, Treviso, Brescia, Vicenza, Mestre e Venezia avevano preso di mira quelli di Sidari e Fabris. Cosa femo? Se va o no se va? Il tiro viene spostato al ristorante -Michelangelo» in quel di Cortellazzo, dove uno dei proprietari, Vittorio Bacchin, non manca di manifestare preoccupazione, ma rimette tutto agli organizzatori responsabili. Tra un andare e non anoare, una paura del tempo e no, ecco che la birichina bufera marzolina la se comincia a squaiar: i teti de le case mola xo acqua. le strade diventa un pantan, e i responsabili dà il via alle 14 dopo che quei de Trieste e Monfalcon fiera xa per strada assieme a quei de Padova e Vicenza. Alle 15.30 Fabrie e Sidari, sul posto per il completamento della organizzazione, sistemazione dei tavoli, addobbo, sistemazione della ricchissima lotteria, grazie ad una generosità inaspettata di tante ditte, che non podemo non ricordarle da queste colonne, per inviarghe el nostro sentito ringraziamento: la ditta Luxardo, sempre generosa, la pellicceria Mirando, la ditta Pizziolo di Mestre, l'ottica Formenti, la Lephar. rea. la ditta Eugenio Guerra. di Bissuola, la ditta Ratti di Mestre, la Morasutti, il bazar Cicchiello, la farmacia Pizzini di Marghera, la ditta Magnaro, la Pacocaffe, la ditta Santi, la Medical-Optal, la Pozza, la Manganaro, la Cisettantasette di Campa Cesare di Spinea, la Veneta Lumi, l'orologeria Paggiaro di Mestre. Meriterebbe elencare gli oggetti offerti, veramente tanti e di notevole utilità. Mentre si procede alla sistemare ne degli oltre cinquanta premi, ecco che si susseguono gli arrivi: alla spicciolata i primi sono i più lontani, Mario Tagliapietra e signora. Onorina Blasoni, Ervino Tognon da Trieste. Furlani, Romanin, Secchi, Bilucaglia da Padova, Frare da Vicenza, Bias da Portogruaro, Dino Robba e signora con il suo bel gruppo da Treviso, Basso, Cardone il nostro instancabile fotografo. sempre presente col ferro dei mestier, pronto a cogliere anche momenti di intimità; ed ecco il col. Longo e signora, i Delton. Ciacchi. i Lanzotti, Zuliani Soccoli, Giarini, Tagliapietra, Serra, Perisse, Cicogna, Corich-Zennaro, la signora Giglioli, i Ciriello, la Terdi e il Sebeglia, la Stefi, i Magnarin. tutti con mezzi propri; il salone è pronto, la lotteria in bella mostra, si attende il pullmen che porta al Veglion i Sbona, Vidale, Pirgoli, Lazzarich, Giarnio, Pasqualetto. Basso, Ammirati, Funcis, tutti accompagnati oltre che dalle rispettive consorti, da amici e parenti. Si arriva a duecento presenti; la vola del Carneval gaveva vinto tutte le preoccupazioni della mattinata e cosi alle 21 si dava inizio alla serata danzante e al ricco menù accompagnato da un ottimo spumante della zona e da vini locali di produzione propria dei fratelli Bacchin. La festa è stata allietata da un complesso di giovanissimi che hanno saputo far muovere le gambe più ferme; ad intervalli è stata estratta la lotteria. il tutto nell'arco di tre ore; un attimo di suspense verso l'una; più voci chiedono un momento di silenzio, e l'orchestrina In sordina intona il Va pensiero diretto magistralmente dal nostro caro Mario: tutti in piedi con gli occhi umidi si canta a significare ll nostro saluto alla nostra amata terra, la nostra unità dl esuli. Infatti al Veglione c'erano anche fiumani e zaratini, e gli amici degli esuli giubeni; Mario ha poi cantato la sua ormai celebre canzone di amore alla nostra Pola; gli amici veneziani hanno voluto ringraziare con una loro canzone. Il tutto avveniva tra una danza e l'altra, la pista da ballo veniva occupata da un carrello gigante con vassoi carichi di crostoli nostrani, offerti dai fratelli Bacchin. Alle due ecco apparire ancora il carrello, ma questa volta carico di una pignata de pasta e fasoi; in pochi minuti signori e signore sono serviti. Le danze sono proseguite sino alle quattro, tra ringraziamenti a non finire, baci e abbracci. E per tutti i polesi, arrivederci a Rimini; sì, el nostro pullman xe xa pien per i quattro giorni de Rimini. Fin qui la cronaca, che no xe certo quela che fa el Guglielmo Belli; el xe sta assente forzato dalla malattia de stagion. Ma a Rimini sì che se vederne; comunque secondo el tuo desiderio ai convenuti go portà el tuo saluto e quel del nostro caro Bruno Artusi; ancora tanti auguri a tegnir duro, perché, Bruno, te volemo a Rimini. Guasta xe una cronaca scritta così come che la me vegniva, come che go vissudo quelle ore in un veglion che ga fato ritrovar gente che no se vedeva da anni e anni; qualchedun dise che serve a poco ste robe, ma mi vo. leda che 'l provasse a esser presente a sti incontri, e se i campanili i seria de meno chissà quanta gente de più se podaria incontrar. Mi riferisso quel che la gente ga dito de la serata, al punto de no gaver parole per la grande soddisfazion, e me fermo pel giudizio qua perché non volerla sembrar presuntuoso; no xe nel mio carattere, ma le parole bone me ga fato piazer perché le va a tutti quei che ga lavorà. Ouel che femo, lo femo per la nostra unita, per el piazer de star insieme e perché la gente sapla che semo vivi, e con la nostra vivacità temo viver el ricordo dele nostre cità.

Dal numero 2333

del 17/03/1984

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